Seguendo le indicazioni per il rifugio Remondino iniziamo con un tratto in piano per poi inoltrarci sulla destra idrografica del torrente che proviene dall’incassato vallone Balma Ghiliè. Il sentiero, mantenendosi sulla parte sinistra del vallone di Assedras, passa poi in un boschetto di larici.
Verso quota 2000 metri usciamo allo scoperto su prati verdeggianti e oltrepassiamo una passerella in legno.
Dopo alcuni tornanti la strada si biforca (palina, 2035 m). Lasciato a sinistra il sentiero per il rifugio Remondino, seguiamo quello per il colle Mercantour che si inerpica in una stretta gola con ripidi tornantini tra rododendri e radi larici.

Salendo l’erto canalino © Elio Dutto
La ripidissima salita in poco tempo porta su un verde ripiano (2220 m). Qui il paesaggio cambia: da impervio diventa dolce e piacevole.

Salendo la lunga cengia © Elio Dutto
Dopo poco attraversiamo un rio proveniente dalla valle di Nasta che precipita verso il fondovalle in una gola strettissima. Il sentiero continua il suo percorso semi-pianeggiante passando vicino ai resti di un gias. Alcuni saliscendi costeggiano a sinistra una base rocciosa. Più avanti, perdendo un po’ di quota, guadiamo un secondo rio, poi risaliamo il costone che lo fronteggia a zig-zag che ci porta decisamente nell’alto vallone di Balma Ghiliè verso una prima balza erbosa (2429 m). I fiori e il verde lasciano il posto a un paesaggio roccioso.

Tra le balze rocciose © Elio Dutto
Altre balze si susseguono tra le pietraie fino a raggiungere il bivio (2553 m) per i colli est e ovest del Mercantour posto sotto la direttrice del roccione Ghiliè. Lasciato a destra il percorso per il colle ovest e per la cima del Mercantour (2775 m), proseguiamo verso il colle est (chiamato anche colle Ghiliè, 2639 m) che raggiungiamo dopo pochi minuti di cammino affacciandoci sulla val du Haut Boréon.
Senza seguire le tacche bianco/rosse che con lunga e bellissima traversata portano in direzione del passo di Brocan e del rifugio Remondino, mantenendo la sinistra rispetto al colle risaliamo alcuni tratti di erba e rocce che portano in direzione di un avvallamento, sede di un laghetto incastonato tra le rocce.

Salendo dal colle est del Mercantour © Elio Dutto

Il laghetto incastonato tra le rocce © Elio Dutto
Mantenendo sempre la destra risaliamo il canalino (si può passare all’interno o sulle rocce alla sua destra) che più sopra conducono a una balza in cui ha sede una piccola ed effimera pozza d’acqua.

Lingua di neve sul passaggio © Elio Dutto
Proseguendo superiamo il canalino roccioso che sta di fronte a noi fino a raggiungere il grande ripiano roccioso (2835 m), popolato da stambecchi, dal quale appare alla nostra sinistra la lunga pietraia che porta alla visibile cima Ghilié.

Verso il grande ripiano roccioso © Giuseppe Basso

Sul pianoro pietroso © Elio Dutto
Svoltando a sinistra seguiamo a istinto un percorso tra i massi, scovando una quarantina di metri sopra lo straordinario e inaspettato lac Guiliè (2875 m).

Lac Ghilié © Elio Dutto

In cammino oltre il laghetto © Elio Dutto
Proseguendo alla nostra sinistra individuiamo un secondo lago dalla forma allungata, anch’esso incastonato tra le rocce. Districandoci tra i massi e infine su terreno più friabile raggiungiamo infine la croce della cima Ghiliè, chiamata anche Clot Aut (2998 m).

Altro lago © Giuseppe Basso

Salendo alla cima © Elio Dutto
È fantastico essere qui a goderci lo spettacolo di queste montagne. A nord, a qualche centinaio di metri, troneggia la cima Brocan (3054 m); poco oltre il Bastione (3047 m), il Baus (3072 m), la Nasta (3108 m) e l’Argentera (3297 m). In basso il bacino del Chiotas e il lago Brocan con il rifugio Genova. A est, il Caire (2935 m) e la cima dell’Agnel (2927 m).

Beppe in salita © Elio Dutto

Dalla cima veduta del Bacino del Chiotas e del lago Brocan © Elio Dutto

In cima © Giuseppe Basso

Al centro in ultimo piano l’Argentera. Davanti la Nasta, a destra il Baus e a sinistra il Brocan. © Elio Dutto
Più lontano, il Gelas.

Il Gelas visto dalla cima © Giuseppe Basso
A cinquanta metri da noi ci fanno compagnia tre stambecchi accovacciati.
Rimaniamo qui per una mezz’ora e poi decidiamo di scendere più in basso per il pranzo.

Scendendo dalla cima © Giuseppe Basso

Scendendo dal ripiano roccioso © Giuseppe Basso

In discesa sulle balze rocciose © Giuseppe Basso
Più tardi riprendiamo la discesa sulle orme dell’andata.
Valerio Picco
15/07/2008 alle 08:19
Complimenti, vedo che quest’anno va per la maggiore la Valle Gesso.
Anche per me è la valle di casa e tradizionale meta (insieme a stura) anche se nell’ultimo periodo sto esplorando altre valli che conosco di meno (Ellero, Varaita, Roya). Saluti
Ermes
04/11/2021 alle 16:39
Salve secondo voi si può fare anche ora a Novembre 2021 senza ramponi?
Elio Dutto
04/11/2021 alle 21:05
I ramponi sono indispensabili per questa escursione con le attuali condizioni.
cuneotrekking
19/07/2008 alle 14:15
La Valle Gesso è anche quella più vicina a noi. Non abbiamo ancora descritto nessuna escursione della Valle Maira che ha veramente dei posti incantevoli. Comunque provvederemo, più in la, anche ad inserirne qualcuna. Non conosco invece la Valle Ellero e Roya.
Saluti, Elio
Irma
30/07/2008 alle 10:49
Bellissimo (e utile) blog! Complimenti! 🙂
Mi piacerebbe -se fosse possibile- aggregarmi a voi in qualche escursione. Sono di Mondovì con una gran passione per la montagna e un’immensa voglia di andar per monti. Solo che spesso -sempre- sono da sola e questo limita un po’ il mio raggio d’azione.
ciao
Irma
cuneotrekking
04/08/2008 alle 12:00
Ringraziamo Irma per i complimenti al blog. Fa piacere trovare gente così appassionata per la montagna. Sul resto devo sentire il parere dei ragazzi, ora in ferie.
Ciao, Elio