Cima Missun

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  1. Ciao ragazzi, finalmente la Valle Tanaro :-).
    Bellissima l’escursione che avete fatto che aggiungerò alle mia personale lista di posti da raggiungere della nostra provincia.
    Ci sono stato con Silvia poco tempo fa in Valle Tanaro, sul Monte Armetta.
    E’ una vallata che è davvero particolare, con i suoi ambienti carsici che si trovano da Carnino verso il Rifugio Don Barbera, con un po’ di alta montagna grazie al Pizzo D’Ormea ed la Mongioie, il Bosco delle Navette è stupendo.
    Poi ha quella vegetazione mista tra la macchia mediterranea ed alpina.
    Bravi e complimenti.
    Un saluto da Mattia.


    • Ciao Mattia. Dici bene. Anch’io sono molto attratto dagli ambienti carsici. Fanno parte di un territorio che mi piace tantissimo per il tipo di roccia calcarea mista a tratti di erba bassa, con una incredibile quantità di fiori nella stagione estiva.
      Ciao.


  2. Grazie veramente!! la mia costanza è stata premiata.Descrizione dell’itinerario impeccabile.Ero sicuro che la Valle Tanaro rivelasse tutto il suo fascino a chi avesse voglia di arrampicarsi in questo lembo incastonato tra la Liguria e la Francia.Molte persone, a cui ho segnalato questo bellissimo sito,sentivano però la mancanza di questa Valle; sono state accontentate.Alla prossima volta alla Locanda!!!
    Grazie ancora !!!


    • E grazie a te, Michele, abbiamo scoperto questo meraviglioso territorio che ci riserverà parecchie sorprese. Ne sono certo! Avrò ancora bisogno della tua consulenza e di qualche dritta per scoprire gli angoli meno conosciuti di questa valle. Naturalmente torneremo anche a trovare gli amici della locanda. Ciao, ancora grazie e… alla prossima!!!
      P.S. Per l’itinerario proprio non potevamo sbagliare…


  3. Ciao a tutti voi.
    Questa escursione c’è l’ho avuta in cantiere per 2 inverni ma, tra un’escursione ed un’altra, non ne ho avuto di tempo per compierla.
    Inoltre la strada da fare per arrivare fin li è abbastanza lunga ed è piena zeppa di curve, la Valle Tanaro e la sua particolare conformazione non agevola le vie di comunicazione.
    Oggi, Vigilia di Natale, ho rimediato.
    Prima di iniziare il mio consueto racconto do subito un’informazione di servizio.
    Qualcuno di voi può darsi che lo sappia ma quest’inverno la strada che collega Upega con Piaggia è APERTA AL TRAFFICO (quando solitamente la tengono chiusa) perchè la “strada invernale” che parte da San Bernardo di Mendatica, in territorio ligure, che collega Monesi e Piaggia è interrotta da una frana, la situazione dovrebbe risolversi nella primavera del 2020.
    Quindi, se volete seguire in inverno sulla neve l’itinerario di Cuneotrekking per questa cima si può arrivare in macchina fino al Ponte Giarietto e poi intraprendere il percorso su sterrata a destra verso il Missun.
    Io invece avevo deciso fin dalla partenza da casa d’intraprendere un’altra via.
    Alle 8:00 sono a Upega pronto per partire.
    La mia decisione è di immergermi nel Bosco delle Navette e per farlo intraprendo il sentiero A45 che parte dopo 200/300 metri da percorrere di strada asfaltata dal parcheggio verso Piaggia e l’incrocio con il sentiero lo si ritrova sulla destra (cartelli d’indicazione con Cima Missun)
    Percorre per via diretta una cresta divisoria tra il Torrente Corvo e il Rio Ferla.
    Appunto via diretta: la prima ora è tutta salita abbastanza ripida, tra l’altro affrontata con le ciaspole attaccate allo zaino per la totale assenza di neve.
    Però salire attraverso gli abeti del bosco è molto suggestivo anche in questa stagione.
    Solo dopo un’ora a circa 1700 m di quota inizia la neve e non mi abbandonerà mai più.
    Arrivo dal Poggio Del Logone dove la mia destinazione alla mia sinistra smette di fare la timida e compare alla mia vista, qui incontro la Monesi-Limone, la devo intraprendere in direzione di Monesi, lasciando il sentiero A45 che invece prosegue verso Colla Rossa.
    Dopo due curve cieche devo abbandonare anche la Monesi-Limone e giro a destra.
    Qui seguo delle esigue traccie di ciaspole, in pratica seguo una via invernale indicata sulla mia carta Fraternali che s’immette nuovamente nel bosco.
    Improvviso molto con il Missun come riferimento, o la direzione da prendere quando non si vede.
    La neve è molto varia e va interpretata: negli ultimi giorni c’è stato un fortissimo vento che ha imperversato tutto l’Arco Alpino, questo ha portato molta neve da vento sullo strato compattato da giorni.
    Questa situazione sarà maggiore sulla cresta di confine dove si aggiungerà anche una crosta superficiale di 2 cm circa con sotto la neve mossa.
    Ho dovuto prestare attenzione in molti punti.
    In seguito mi ricongiungo con la traccia di Cuneotrekking ed arrivo alla cresta di confine, non resta che intraprendere le ultime salite verso il Missun.
    Inizio ad accusare un po’ di stanchezza, praticamente ho dovuto tracciare una via personale con della neve non ottimale e con molti punti ripidi.
    Ma ormai la meta è sempre più vicina.
    Sull’ultimo pendio del Missun incontro uno sciatore che si sta mettendo i ramponi laterali.
    In effetti la neve qui è un blocco di marmo, sono indeciso se togliermi le ciaspole e mettere i ramponi da ghiaccio o meno.
    Decido di non farlo e tento la salita, ho le lame per il ghiaccio montate sulle ciaspole ma devo ammettere che un po’ di timore l’ho avuto perchè era davvero dura la neve.
    Ma ormai sono arrivato.
    Alle 11:00, tre ore dopo la partenza da Upega, sono arrivato in cima.
    Il panorama che si apre è decisamente STUPENDO: si vede perfettamente il Mar Ligure e più lontano la Corsica, con il Sole che si rifletteva sull’acqua…
    Il mare si vede fino al Golfo di Genova e, dove la Ligura fa il giro verso la Riviera di Levante, s’intravedevano le montagne innevate di quella zona.
    MAGNIFICO.
    Poi tutte le Alpi Liguri in bella vista, le Alpi della Valle Roya, sotto di me il Bosco delle Navette.
    E’ IL PARADISO.
    Vengo raggiunto da tre sciatori partiti dal Ponte Giairetto.
    Tra una chiacchiera e l’altra, mangiando nel mezzo il pranzo, alle 12:00 intraprendiamo la via del ritorno tutti insieme.
    Decido di seguire lo stesso percorso che ho fatto all’andata nonostante avessi la possibilità dei eseguire un paio di anelli ma ero un po’ stanco e non volevo rischiare di passare in posti che non riconoscevo.
    Scendo in fretta approfittando della neve molle scaldata dal sole e così alle 14:00 sono già ad Upega dalla macchina.
    Mi è piaciuta molto questa gita nonostante abbia dovuto faticare non poco con la prima ora di ripida salita e poi con una neve non ottimale.
    Ma che panorama da lassù, merita la fatica fatta!
    Un saluto da Mattia da Mondovì.