Da tetto Pilone seguiamo la strada asfaltata che sale nel bosco.
Quattrocento metri oltre la stradina spiana e il fondo diventa sterrato. Ignoriamo una deviazione a destra che conduce direttamente al vicino monte Croce. Dopo un buon tratto in leggera discesa la sterrata riprende a salire nei pressi di una vasca con fontana.
Superiamo le case dei tetti Bergala e appena oltre abbandoniamo la Via delle Meridiane che procede verso destra (palina).
Svoltando invece a sinistra raggiungiamo in leggera discesa il poco appariscente colle del Firet, dove trascuriamo un ramo che scende a Moiola. Continuiamo percorrendo qualche saliscendi tra faggi, castagni e betulle.

Un tratto nel viale dei faggi © Cuneotrekking
Dopo trecento metri ignoriamo a sinistra la stradina proveniente dalla Via dei tetti. Poco oltre svoltiamo a sinistra in salita e proseguiamo sempre sulla sterrata trascurando tutte le deviazioni secondarie e una scorciatoia che taglia un tornante.
Dopo un lungo tratto interamente in faggeta arriviamo a un bivio dove procediamo dritti in ripida salita trascurando due rami, uno a sinistra e uno a destra. Poco oltre la stradina comincia a stringersi per poi diventare definitivamente sentiero.

La cima Saben imbiancata di neve fresca © Cuneotrekking

Salendo verso la Colla delle Piastre © Cuneotrekking
Fino a questo punto abbiamo percorso circa quattro chilometri. Lasciato alle spalle il tratto più monotono risaliamo un diagonale che taglia la radura che conduce sul colle delle Piastre (1.386 m), dal quale si apre improvvisamente un magnifico panorama sulla bassa valle Stura.

Colla delle Piastre: sguardo verso Demonte e la Valle Stura © Cuneotrekking

Ammirando il panorama dalla Colla delle Piastre © Cuneotrekking
Proseguiamo sul sentiero che piega a sinistra mantenendosi inizialmente sul crinale. È un tratto molto piacevole che poi si sposta sul fianco nord-ovest della cima Roccaston ancora in faggeta.
A un bivio procediamo dritto, poi vi sono due deviazioni a poca distanza che conducono sulla cima Saben: la prima è un poco più facile e lunga, mentre la seconda è quella diretta, un poco più impegnativa. Noi percorriamo quest’ultima.
Rimangono duecentotrenta metri di percorso molto ripido: ci lasceremo guidare da ravvicinate tacche bianco-rosse fin sulla sommità. Questo tratto terminale è coperto da una decina di centimetri di neve fresca caduta ieri che nasconde alla vista tante piccole trappole scivolose: rami di traverso e rocce.

Verso la parte terminale © Cuneotrekking

Quasi in cima © Cuneotrekking
Raggiungiamo la vetta alle 10:30. È incredibile il panorama che si presenta alla nostra vista da questa modesta cima. Anzitutto verso la valle Stura che, da questo punto, possiamo scorrere in tutta la sua lunghezza fino alle vette finali.
Poi verso Valdieri, adagiato 800 metri più in basso, ed Entracque. Lo sguardo raggiunge il Bussaia, il Frisson e la lontana Rocca dell’Abisso. Più a destra, ancora molto innevati, il Monte Rey, l’Argentera e le due Asta. Più a destra, alla nostra altezza, il monte la Piastra e la cima Pissousa un po’ nella nebbia.

Valerio sulla cima © Cuneotrekking

Ogni tubicino inquadra una vetta © Cuneotrekking

Valle Gesso © Cuneotrekking

In basso si vede Valdieri © Cuneotrekking

La valle Stura © Cuneotrekking
Dopo una mezz’oretta trascorsa sulla cima riprendiamo la strada del ritorno per arrivare a casa ancora in tempo per il pranzo.
enrico
15/05/2011 alle 13:06
Grazie per aver descritto questa bella escursione. La prossima settimana mi trovero’ qualche giorno dalle vostre (pure mie una volta) parti per visitare la famiglia e pensavo di infilarci due escursioni. Questa mi pare ottima per un’inizio “dolce”, poi neve permettendo mi orientero’ per la seconda su qualcosa di piu’ “alpino” (bisalta?). Pensavo di salire dalla parte di Andonno o di Valdieri, che leggevo è piu’ ripida, ma a vedere dalle vostre foto la neve è solo piu’ in cima quindi immagino nn ci dovrebbero essere particolare problemi (ho cmq un paio di ghette ma non ciastre).
cuneotrekking
16/05/2011 alle 20:53
Ciao Enrico. Ottima scelta per il Saben: è una cima semplice ma di grande soddisfazione e splendidi panorami. Lo scorso autunno l’abbiamo fatta anche noi dalla parte di Valdieri: è più ripida perché c’è un dislivello maggiore su un percorso più breve. Trovi la descrizione qua. Se sali adesso non troverai più neve.
Ciao!
francesco
11/08/2011 alle 18:42
ciao oggi ho fatto il tuo stesso percorso,io non sono un grande esperto,sono andato una volta sul Valasco,una volta nel lago di san bernolfo e ho fatto anche il giro dei laghi a sant’anna.
comunque volevo dire che questa escursione non mi è sembrata abbastanza dolce ma molto pesante,soprattutto nella parte finale nella fitta boscaglia.
ma penso che arrivato sulla cima mi sono passate tutte le stanchezze e sono rimasto stupefatto da quel bellissimo panorama.
cuneotrekking
11/08/2011 alle 20:16
Ciao Francesco. E’ vero che la parte finale è un pò più impegnativa, ma se la cima viene guadagnata con qualche piccolo sforzo dà molta più soddisfazione e, alla fine ti senti più appagato.
Ciao e buone gite!!!
Luca
01/03/2020 alle 18:05
Bellissima gita, grazie per i consigli
Elio Dutto
01/03/2020 alle 20:54
Grazie a te, Luca.
m.pia giorgi
09/04/2012 alle 20:13
ciao,siamo saliti oggi. Bellissima gita, splendido panorama, un pò scivolosa nella parte finale. m.pia
Christian Gianti
26/03/2013 alle 21:38
Ciao, data la neve e dato che non ero in auto sono arrivato soltanto fino a Monte Croce ma da Cuneo di corsa passando per il parco fluviale.
Circa 25 km tra andata e ritorno…mi piacerebbe tentare il Saben almeno da Borgo San Dalmazzo come provai già a novembre, ma anche questa volta, a causa della pioggia e della nebbia, mi fermai a ridosso del bivio per Moiola…
Mattia Bertero Supporter
20/01/2019 alle 14:09
Ciao a tutti.
Oggi non avevo voglia di fare un qualcosa d’impegnativo e non avevo voglia di calpestare la neve (anche se quella poca rimasta ormai è perlopiù ghiaccio).
Così il mio pensiero vola subito verso Cima Saben.
Le previsioni davano sereno ma arrivando verso Borgo San Dalmazzo mi accorgo che il tempo è tutt’altro che sereno: nebbia bassa e nuvole poco più in alto.
Però il mio istinto mi dice di provare lo stesso nonostante la mia mente mi dice di tonarmene a casa, troppa esperienza in situazioni come queste, penso che magari queste condizioni sfavorevoli sono solo a valle.
Così alle 8:30 sono a Tetti Pilone ed inizio la mia escursione verso il Saben.
Fa molto freddo (6 gradi sottozero) ed sono immerso nella nebbia, l’umidità amplifica il freddo, fortunatamente non c’è vento.
Una targhetta ad inizio sentiero mi dice che le palline segnavia sono stare rifatte nel 2016 e sono stati messi cartelli d’indicazione nuovi, infatti per tutta l’escursione le tacche sono ben visibili e le indicazioni sono molto chiare, impossibile perdersi.
Si segue l’asfaltata che diventa sterrata senza fare deviazioni.
Il silenzio è pressochè totale in mezzo ai boschi ormai spogli dalle foglie.
Me la prendo con calma oggi, vado tranquillo nel camminare e mi fermo un po’ di volte per fare foto ed osservare la zona.
Con il passare del tempo noto che la nebbia si sta diradando, il cielo assume piano-piano la tonalità del celeste.
Dopo circa un’ora e mezza sono al Colle delle Piastre dove posso osservare meglio la situazione meteorologica: mi sembra di essere seguito dalla nuvola di Fantozzi visto che l’unica zona con la nebbia è la mia, andando verso il Monviso il tempo è sereno, la sottostante Valle Stura si vede invece nitidamente.
Il Saben è troncato da questa cappa nuvolosa.
Qui la salita si fa più decisa, decisamente più decisa con l’avvicinarsi dell’obbiettivo.
Negli ultimi 250 metri inizia a comparire del ghiaccio sulla via, avevo previsto questa evenienza e così ho portato dietro i ramponcini che indosso prontamente.
Ora non mi ferma più nessuno.
Con il diradarsi della vegetazione gli ultimi arbusti hanno assunto un colore bianco dovuto alla brina sui rami, così come l’erba alta che comprare sul castello sommitale.
In molti punti la salita è davvero ripida, fortunatamente ho i ramponcini sugli scarponi perchè in caso contrario il rischio di scivolamento è molto alto, il ghiaccio è presente sia sul sentiero e sia fuori da esso.
Poi negli ultimi 20 metri dalla vetta la nebbia scompare ed un bellissimo cielo azzurro ed un sole che scalda le mie ossa compaiono alla mia vista, ho bucato le nuvole.
Al cippo di pietra della vetta arrivo alle 10:10 ed il panorama che si presenta è incantevole: non posso godere della vista della pianura e della Valle Gesso, al loro posto c’è una cappa bianca di nuvole.
La Valle Stura e le sue vette sono ben visibili, così come le vette dell’Alta Valle Gesso che sbucano come isole in questo mare bianco.
Si sta bene, il vento è poco ed il sole scalda bene per essere a Gennaio.
Dopo circa venti minuti arrivano 5 giovani che salgono Running sulla cima, scendono pochi minuti dopo per non raffreddarsi.
Rimango lassù fino alle 11:00 quando inizio la discesa per lo stesso percorso dell’andata.
Incontro diversi altri escursionisti intenti a salire verso la cima prima di giungere dalla macchina, li avviso tutti quanti di fare attenzione al ghiaccio del castello sommitale.
Arrivo alla macchina alle 12.15 dove mangio il mio pranzo.
Una bella gita nonostante la visibilità non ottimale, rilassante e remunerativa. Ci tornerò al Saben quando il tempo sarà perfetto magari partendo da Andonno o Valdieri per variare il percorso.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
20/01/2019 alle 20:35
Ciao Mattia. La cima Saben è sempre un bel belvedere. E’ da un po’ di tempo che non ci salgo più. Mi hai di nuovo fatto venire la voglia di tornarci. Ciao
sergio Supporter
10/05/2021 alle 15:28
Sabato 08.05.2021io e mia moglie volevamo fare qualcosa di tranquillo e non avendolo mai fatto abbiamo optato per il Saben. Partiamo da Tetto Pilone e mano a mano che si macina la lunga strada in falso piano (che invidia quelli che transitano con le mtb) la sagoma del Saben si avvicina. Tralasciamo le deviazioni per Monte Croce e le meridiane (le faremo al ritorno) ed arriviamo al bivio “Saben sentiero ripido” oppure “Saben sentiero facile”. Naturalmente prendiamo per il sentiero ripido. Ad un certo punto vediamo un sentiero che prosegue ed un’indicazione (foglio in formato A4 dentro una busta in plastica) che indica cima Pissousa. In testa mi frulla il nome: alcuni amici erano saliti da Valdieri. Consultiamo la mitica cartina Fraternali, vediamo dov’è e decidiamo di andare prima sulla Pissousa e poi sul Saben. Ottima scelta perchè il sentiero è di nuova inaugurazione (si deve ancora assestare in alcuni punti) e non è praticato da nessuno, mentre sul Saben si capisce che c’è parecchia gente. Arriviamo in cima alla Pissousa e siamo soli io e mia moglie. Veramente bello. L’Argentera sembra lì a due passi, ci godiamo il panorama un po’ e poi iniziamo la discesa. Incontriamo un paio di trail runner e ci dicono che il sentiero è stato fatto da poco. Ancora in pochi lo conoscono. Merita veramente.
Giunti al bivio per il Saben cominciamo a salire ed incontriamo diverse persone che già scendono, tra cui una copia di ragazzi con i quali si fanno 2 parole. Gli parliamo della Pissousa e anche loro decidono di andarci.
Tornando concludiamo il giro con le meridiane e monte Croce. Bellissima giornata.
Elio Dutto
10/05/2021 alle 18:17
Bravo Sergio, dovrò farla sicuramente