Le previsioni meteo per oggi sono discrete fin verso le ore 13, ma già quando partiamo da casa, se guardiamo verso la Bisalta, saltano fuori le prime nuvole grigie. Ci fidiamo sperando di trovare almeno in mattinata qualche lieve sprazzo di azzurro. Oggi sono in compagnia di Valerio e dell’amico Beppe.
Proseguendo qualche decina di metri oltre i rifugi Balma e Merlo ci rechiamo al bivio con l’indicazione per la colletta Seirasso e colla Rossa (sentiero E10).

Dalla partenza, veduta sulla cima Seirasso (quella più a destra) © Cuneotrekking
Seguendo verso sinistra la sterrata in leggera discesa, con ampie giravolte lambiamo i fianchi meridionali delle rocche Giardina costellate da migliaia di fiori. Più avanti, un cartello indicante Magliano Alpi ci comunica che stiamo per entrare in quel comune e la cosa, come ogni volta che ci troviamo a passare da queste parti, ci fa sorridere, ben sapendo che il capoluogo si trova ad una quarantina di chilometri di distanza da qui.
Il motivo è dovuto al fatto che nel XVII secolo Magliano faceva parte del Distretto di Mondovì. Nel 1698 diventa comunità autonoma nell’ambito dello Stato sabaudo. Dopo lunghe vicende amministrative col Comune di Frabosa Soprana, all’atto della divisione del Distretto, avvenuta nel 1875, una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara definitivamente che le Alpi Seirasso, Raschera e Brignola fanno parte integrante del territorio di Magliano Alpi.
Dopo aver perso sul tragitto iniziale circa 45 metri di dislivello, verso quota 1848 m ricominciamo la salita svoltando a destra (sbarra) in direzione di un primo gias con baita e di un torrione isolato detto dente di Seirasso (2000 m), lasciando a sinistra la strada che prosegue verso i laghi della Brignola e Raschera. Sul lato sinistro, al di là del rio, compaiono vistose macchie di rododendri ormai prossimi alla fioritura.
Più avanti perveniamo ad un secondo gias, che andiamo a superare sul lato destro.

Verso il secondo gias © Cuneotrekking
Poche decine di metri dopo abbandoniamo il sentiero diretto alla colletta Seirasso (2092 m) per deviare sulla china erbosa con un diagonale ascendente verso sinistra. La deviazione non è segnalata e non c’è un vero e proprio sentiero da seguire.
Raggiungiamo poco sopra una zona prativa che percorriamo con un semicerchio seguendo alcune tracce, per evitare le soprastanti ciapere di Seirasso, fino a raggiungere un basso rilievo roccioso che ci trasporta ai margini di una conca e ad una trentina di metri da un primo laghetto (senza nome).

Nella zona prativa © Cuneotrekking

Nella conca dei due laghetti © Cuneotrekking
Proseguendo verso sud su lingue di neve cerchiamo un varco tra le rocce soprastanti per approdare al pianoro successivo.

Passaggio nel varco © Cuneotrekking
Qui lasciamo a sinistra un altro grazioso laghetto allungato nella neve. Ora per salire alla sella superiore il percorso si sposta leggermente sulla destra, sotto le pendici della cima di Seirasso.
Tra cespugli di rododendri e nevai residui saliamo diagonalmente fino all’ampia sella superiore (2346 m).

Arrivo alla sella superiore © Cuneotrekking

Veduta della cima delle Saline e del più lontano Marguareis © Cuneotrekking
Volgendo sulla china a destra raggiungiamo in breve la sommità della cima Seirasso, su cui trova posto un piccolo altarino dedicato alla Madonna.

In salita sul tratto finale © Cuneotrekking

Ultimi metri per Beppe © Cuneotrekking

Arrivo sulla cima Seirasso © Cuneotrekking

Dalla punta, veduta sui laghetti © Cuneotrekking

Sosta presso la cima © Cuneotrekking
È un vero peccato non aver trovato una giornata con un po’ di sole; sicuramente avremmo apprezzato molto di più il meraviglioso panorama che è davvero notevole e a sud-est guarda verso il pizzo d’Ormea (2476 m), il bric Conoia (2521 m) e il monte Mongioie (2630 m), mentre sul lato sud-ovest ci troviamo a due passi dalla cima delle Saline (2612 m) dalla cima pian Ballaur (2603 m), dalle cime di Serpentera (2358 m) e dal più distante Marguareis (2651 m). Spostandoci di qualche decina di metri possiamo anche scorgere in basso il bel rifugio Mondovì (1761 m).
Dopo qualche minuto di permanenza sulla cima iniziano purtroppo a scendere alcune gocce di pioggia. Con grande dispiacere cominciamo la discesa ripercorrendo le tracce dell’andata verso la sella con successiva discesa sul pianoro.

Inizio della discesa con vista sul Mongioie © Cuneotrekking

In discesa verso la sella © Cuneotrekking

Costeggiando il laghetto superiore © Cuneotrekking

Ancora una veduta del laghetto superiore © Cuneotrekking
Il tempo non fa che peggiorare per cui ridiscendiamo ancora per fermarci nella conca che racchiude due graziosi laghetti.

Discesa verso i laghetti alla ricerca di un posto per pranzare © Cuneotrekking
Ci fermiamo sui bordi di uno per pranzare, fino quando le gocce di pioggia non si intensificano.

La pioggia battente inizia ad increspare il laghetto © Cuneotrekking
Torniamo quindi sui nostri passi con percorso a ritroso, mentre si sta scatenando un temporale con lampi e tuoni in direzione del Mongioie. Nonostante qualche goccia di pioggia raggiungiamo ancora in tempo l’auto prima che si scateni il temporale.

Il gias superiore © Cuneotrekking
Peccato perché sulla strada del ritorno avremmo ancora voluto fotografare lo spettacolo floreale fatto in prevalenza da migliaia di crocus, viole e genzianelle.
claudia mattiauda
29/05/2016 alle 15:10
Ciao, non pensavo ci fosse ancora così tanta neve sulle Alpi Liguri perchè viste dal versante ligure (zona albenganese da cui si vede un’ ampia parte della catena delle Alpi Liguri) non ce n’ è quasi più … Se le condizioni del tempo lo permettono farò questa escursione il 2 giugno; la cima Seirasso non l’ho mai salita, con il vostro racconto mi avete dato l’ idea per farla.
Certo che una bella giornata di sole avrebbe reso il paesaggio completamente diverso. Le vostre foto sono comunque come sempre molto belle. Ciao a presto.
Claudia Mattiauda
Elio Dutto
29/05/2016 alle 18:38
Ciao Claudia. Da quando abbiamo fatto noi l’escursione ad oggi penso che la neve sarà andata via parecchio. Se avrai la fortuna di trovare bel tempo ti piacerà.
DARIO
08/07/2021 alle 11:55
ieri abbiamo provato questa gita, bei posti, da vedere, belle fioriture, peccato che da ‘ste parti non si usino cartelli segnaletici e vernice per realizzare tacche segnavia in numero adeguato, da rifare in autunno inoltrato o primavera come avete fatto voi 🙂
p.s.: la val Maudagna è anche bella in basso ma purtroppo è stata rovinata in modo incredibile da una selva di palazzoni alcuni proprio obbrobriosi in qualunque contesto)