Imbocchiamo la sterrata che scende verso sinistra (arrivando da valle) subito dopo la recinzione con la scritta Elva (palina per il colle san Giovanni).

La recinzione con la scritta Elva © Valerio Dutto
La stradina, vietata ai mezzi motorizzati, scende dolcemente verso sud-ovest in uno stupendo lariceto.

Nel lariceto © Valerio Dutto
Sbucati più in basso su una radura puntiamo verso la vicina cappella circolare posta sul colle san Giovanni (1.875 m, fontana e tavolo da picnic), crocevia di sentieri.

Arrivo al colle san Giovanni con l’omonima cappella circolare © Valerio Dutto
Continuiamo a scendere dritti (ovest) tenendoci ai margini del lariceto del bosco Paulasso. Alla nostra sinistra si aprovo ottime viste sul monte Bettone, dalla caratteristica forma a becco.

Il monte Bettone, dalla caratteristica forma a becco © Valerio Dutto
Dopo poche decine di metri raggiungiamo uno stupendo punto panoramico. Un grande pannello indica i nomi delle principali cime visibili, con in primissimo piano la triade di tremila Chersogno, Rocca la Marchisa e Pelvo d’Elva. Poco più in basso vediamo la croce in legno posta in ricordo di Giulio Cavallo, che nel 2021 precipitò di qua con l’auto.

Dal punto panoramico. Il vallone dirimpettaio è quello di Marmora. © Valerio Dutto
Scendiamo verso destra ancora a fianco di larici e con un breve semicerchio sul bordo del dirupo raggiungiamo la famosa Fremo cuncunà, che in occitano significa “donna accovacciata”, circondata da qualche pino silvestre che rende l’ambiente ancora più interessante.

Elio sulla Fremo cuncunà © Valerio Dutto

Ancora la Fremo cuncunà fotografata in autunno © Valerio Dutto
Dalla roccia è impressionante la vista sul vallone di Elva, non a caso chiamato “orrido”.

L’orrido di Elva sotto ai nostri piedi © Valerio Dutto
Molto più in basso sulle sue pendici scorre una strada costruita nel 1959 e chiusa nel 2014, quando le continue frane ne hanno compromesso la viabilità.
Dopo aver scattato le foto di rito iniziamo il rientro verso l’auto sulle orme dell’andata.

Rientro verso l’auto. Sullo sfondo il monte Chersogno. © Valerio Dutto
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