Ci incamminiamo in direzione sud-ovest sulla strada che sale al colle del Preit, con una bella visuale sulla testata della valle verso le Tre Punte (2307 m).
Dopo due tornanti abbandoniamo l’asfalto per seguire a destra la sterrata che si infila tra i larici verso il vallone appartato posto sulla sinistra orografica della valle del Preit.

Nel primo tratto tra i larici © Elio Dutto
Dopo alcune giravolte iniziali che ci portano in quota, percorriamo un lungo traverso per raggiungere le case Gerbino (.1890 m) e poco dopo, in leggera flessione, la borgata Soleglio Bue (1.883 m).
Poco prima delle case, appena dopo aver superato un rio, tagliamo sui prati e, senza sentiero, andiamo a ricongiungerci con la strada che prosegue verso la costa della Crocetta.
Più avanti raggiungere un bivio (palina segnaletica). Abbandonata la strada che verso sinistra sale a una malga del vallone Inchiaus, seguiamo il sentiero, ottimamente segnalato, che porta in direzione del colle Soleglio Bue (2338 m).

Sul sentiero in direzione del colle © Giuseppe Basso

Rocca la Meja al fondo © Elio Dutto
Ci innalziamo così verso l’alto tra macchie di verde e molte genzianelle che stanno spuntando. Alla nostra sinistra abbiamo l’ardita cima del monte Piutas (2433 m) e a destra la Rocca delle Sommette (2487 m).

Il monte Piutas © Elio Dutto

Rocca delle Sommette a destra © Elio Dutto
Il sentiero prosegue a zig-zag, raggiunge alcuni abbeveratoi per mucche, poi piega a destra e, in costante salita, taglia i numerosi prati erbosi che si susseguono fino a raggiungere il colle Soleglio Bue (2338 m), che divide il vallone del Preit da quello di Unerzio.

Salendo sul sentiero © Elio Dutto

Verso il colle Soleglio Bue © Elio Dutto

Genzianelle sul cammino © Elio Dutto
Dal colle si apre lo sguardo verso le cime innevate dell’alta valle Maira.
Girando a destra (nord-est) sul filo di cresta iniziamo la salita verso la Rocca delle Sommette imbattendoci, poco sopra, in un primo ostacolo: un grande piramide rocciosa che sembra sbarrare la strada.

Anemone pulsatilla vulgaris © Elio Dutto

Dal colle Soleglio Bue salendo verso la Rocca delle Sommette © Elio Dutto
La sorpassiamo salendo il suo fianco destro (tratto un po’ delicato per il terreno sdrucciolevole) proseguendo la marcia (qualche ometto) verso quella che sembra già la cima. Poco prima si riappiana su una selletta dalla quale ora è possibile scorgere la vera punta.

La Rocca delle Sommette © Elio Dutto
Un breve traverso su terreno sdrucciolevole ci avvicina alla cresta finale.

Traverso © Elio Dutto
Da lì, mantenendoci sul lato sinistro per evitare il risalto della cresta, percorriamo l’ultimo tratto evitando nel tratto finale un nevaio indurito dal gelo e, in salita verso destra, raggiungiamo la piccola croce di vetta.

Verso la croce di vetta © Giuseppe Basso

L’arrivo di Beppe in cima © Elio Dutto
Lo spettacolo delle decine di vette attorno a noi è sublime. Da una parte vediamo tutto il cerchio di montagne, da Rocca la Meja (2840 m) al monte Cassorso (2776 m), dall’Oronaye (3100 m) alla Tête de l’Homme (3202 m) fino a raggiungere il lontano Monviso. A sud-est il monte Giobert (2439 m), il monte La Bianca (2744 m), il monte Bert (2394 m) e tante altre.

In secondo piano cima La Bianca, Becco Grande e Rocca la Meja © Elio Dutto

Preit visto dalla cima © Elio Dutto

Guardando in direzione del monte Bodoira © Elio Dutto

Sguardo verso il monte Cassorso © Elio Dutto
Qualche minuto dopo iniziamo la discesa al colle per poi proseguire, dopo la pausa pranzo, fino al parcheggio presso la grangia Selvest.

In discesa dalla Rocca © Elio Dutto
Nel finale non ci facciamo mancare una puntata alla cascata del Pis del Passet che raggiungiamo, all’ultimo tornante, con una breve deviazione. È sempre un incanto passare da qui, specialmente ora che è in piena attività.

La cascata del Pis del Passet © Elio Dutto
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