Ci mettiamo in movimento sulla sterrata che prosegue dalla parte opposta della cappella della madonna del Ronvello (1.117 m).

La cappella della madonna del Ronvello © Elio Dutto
Oltrepassato più avanti il rio Fons, proseguiamo verso tetto Monterosan che dal basso vediamo spiccare su un’altura. Pochi metri prima del gruppo di case ormai abbandonate trascuriamo sulla destra il tronco di strada che conduce alle case di Alberetto inferiore e superiore.

Tetto Monterosan © Elio Dutto
Oltre Monterosan la marcia procede su un tratto rettilineo verso il valloncello del rio Fons. Cambiato versante alcuni tornanti ci fanno acquistare velocemente quota nella faggeta fino a raggiungere il modesto colle Angelino (1.433 m).
Lasciata, a sinistra, la stradina per il colle delle Ferriere ci immergiamo in un boschetto di conifere. Oltrepassato un rudere ci addentriamo in una pineta e poi in un bel viale di faggi che ci accompagnerà per un buon tratto.
Ritornati in pineta, trascuriamo più avanti un bivio per Valloriate. Cammin facendo raggiungiamo un primo spiazzo. Continuando la salita tra pini e larici raggiungiamo una splendida radura dalla quale si prospetta una buona panoramica sulla conca e sull’ancora lontana Rocca Radevil, mentre a sud sono ben visibili le cime delle Marittime.

Al fondo della radura, al centro della foto, spicca la sagoma della Rocca Radevil © Elio Dutto
Superata la radura rientriamo nella pineta e dopo un ultimo strappo in direzione nord-ovest raggiungiamo il colle dell’Ortiga (1.774 m).
Tra il 7 e 8 agosto del 1744 proprio al colle dell’Ortiga si svolse una grande battaglia tra le truppe dell’armata franco-spagnola e quelle piemontesi che dovettero soccombere. Alcuni resti di quella battaglia pare giacciano ancora nel sottosuolo del colle, motivo per cui ancora oggi tanti appassionati salgono da queste parti armati di metal detector per setacciare i prati con lo scopo di recuperare ciò che rimane di quell’antica battaglia.
Dalla parte opposta si aprono ottimi scorci sul vallone di Coumboscouro e, a nord, sul Monviso. Rocca Radevil si staglia sulla sinistra. Calzati i ramponi ci dirigiamo subito nella sua direzione superando una faticosa china arrotondata.

Beppe risale la china arrotondata © Elio Dutto
Proseguiamo quindi dritti sul crinale e, piegando successivamente destra, raggiungiamo in salita un tratto di rocce stratificate.

L’affilata Rocca Radevil © Elio Dutto

La rocca va aggirata da sinistra © Giuseppe Basso
Compiendo un semicerchio ci portiamo sul retro della cresta.

Elio mentre scatta una foto alla rocca © Giuseppe Basso

Ancora sul sentiero © Elio Dutto
Con un taglio obliquo abbandoniamo il sentierino che si dirige verso la Rocca Pergo e il passo della Magnana (2215 m).

Taglio obliquo © Giuseppe Basso

Alle nostre spalle le Alpi Marittime © Elio Dutto
Risalito un ripido tratto verso le rocce finali (potrebbero essere utili i ramponi) raggiungiamo la croce che, preso il posto di un vecchio cippo, è stata eretta sulla cima.

La croce della Rocca Radevil © Elio Dutto
Ci fermiamo sulla cima ammirando il paesaggio per una ventina di minuti. Ottimo panorama verso il Beccas del Mezzogiorno. In lontananza la Bisalta (2404 m). Molto belle sono le vallate sottostanti semiavvolte nella bruma. Dalla parte opposta spicca la Rocca Pergo (2128 m) e, più distanti, il Grum (2367 m) e il Bram (2357 m).

In vetta © Elio Dutto

Panorama verso ovest © Elio Dutto

La borgate del vallone di Coumboscuro © Elio Dutto

La cresta innevata che abbiamo percorso © Elio Dutto
Ritornati tra le rocce cerchiamo un posto riparato dal vento per pranzare prima di effettuare il ritorno sulle orme dell’andata.

Discesa verso il colle dell’Ortiga © Elio Dutto

Suggestivi giochi di luce in pineta © Elio Dutto

Discesa verso l’auto © Elio Dutto
Mattia Bertero Supporter
20/04/2016 alle 17:00
Ciao a tutti voi.
Questa mattina ho affrontato la Rocca Radevil compiendo lo stesso percorso proposto in questa pagina di Cuneotrekking.
Purtroppo a causa di un impegno nella primissima mattinata riesco ad essere alla partenza solamente per le 10:15, un po’ tardi per un’escursione.
Tra l’altro arrivare a Case Ronvello (dove ho lasciato la macchina a poche decine di metri dopo i caseggiati) si è dimostrato un po’ problematico al punto da dover mettere il navigatore a causa dei numerosi incroci che si incontrano a Demonte salendo verso il gruppo di case.
Ad ogni modo fortunatamente il tempo è un po’ nuvoloso e riesce un po’ a mitigare il calore del Sole che a quell’ora picchia già prepotente in questo periodo, un venticello fresco ogni tanto fa capolino.
Pochi minuti prima di partire vengo superato da tre ciclisti in mountain bike.
Proseguo nella strada inizialmente asfaltata, dopo qualche tornante diventa definitamente sterrata.
Procedo di buona lena anche per non arrivare lassù troppo tardi, il cartello alla partenza mi segna 2 ore e mezza per il Colle dell’Ortiga, un po’ troppo pessimista secondo me.
Da prima si passa diversi faggi, più avanti iniziano a comparire le conifere.
In prossimità del Passo Angelino raggiungo, con mia grande sorpresa, i tre ciclisti che avevo incontrato in partenza.
Ma quanto sto andando veloce?….
Erano in sosta e mi hanno risuperato pochi minuti dopo
Effettivamente continuo ad avere un’andatura decisamente veloce.
Più avanti li rincontro al bivio con un sentiero che riscende verso il Colle di Valloriate, a circa 35 minuti di cartello dal Colle dell’Ortiga.
Si sono fermati perchè la via per il Colle è ricoperta da un discreto strato di neve non sciolta per via della posizione coperta al Sole.
Consultandosi anche con me, visto che mi hanno chiesto informazioni sulla via e al Ortiga ci ero già andato qualche anno fa e ricordavo che praticamente la via proseguiva nei boschi fino al colle, hanno deciso di intraprendere la via per il Colle di Valloriate.
Io proseguo in solitudine verso la mia destinazione, i ciclisti hanno fatto davvero bene: praticamente la via e totalmente ricoperta di neve (abbastanza molle per la temperatura di questo periodo), in molti punti anche con uno spesso strato.
Arrivo alla radura e vedo la mia destinazione, inconfondibile con quella forma, mi accorgo che ci sono delle persone in cima.
Ed ecco che arrivo al Colle dell’Ortiga dopo 1 ora e mezza dalla partenza.
Ma quanto sto andando veloce?…
Il Monviso in lontananza mi da il benvenuto.
Sono davvero in splendida forma e proseguo verso Rocca Radevil senza fare una sosta.
Oltre la piccola salita incontro 4 signori che tornano verso il colle, forse erano quelli in cima alla rocca.
Ancora presenza di neve a macchie su tutto il percorso spartiacque Stura-Grana.
Più mi avvicino e più mi incuriosisce la sua particolare forma, domandandomi su come l’avrei intrapresa non vedendo praticamente sentieri, domandandomi ad essere completamente sincero il perché voi di Cuneotrekking l’avevate classificata con una semplice E come difficoltà, mi sembrava davvero difficile la salita verso la cima a prima vista.
Almeno è totalmente sgombra di neve.
Pochi minuti dopo scopro che un sentierino si stacca da quello principale e permette una salita agevole ed in sicurezza.
Ecco il perchè del semplice E, questa cima è più facile di quanto appaia…
Solamente gli ultimissimi metri sono i più ripidi.
Eccomi in cima alla Rocca Radevil (dopo 2 ore di marcia dalla partenza), il panorama è bello anche se una foschia generale compre la pianura e rende un po’ nascoste le cime: le innevate vette delle Alpi Marittime, la vicina Rocca Pergo Piccola ed in lontananza il Grum, verso Est ecco il Beccas del Mezzodì.
Il precipizio verticale verso la Valle Grana fa davvero impressione.
Sto li una mezz’oretta per mangiare e godermi il tutto, ogni tanto un vento freddo fa capolino ma ad ogni modo sto magnificamente in maglietta e pantaloncini corti.
Inizio la discesa senza sosta (ma questa volta con un’andatura decisamente più tranquilla) verso la macchina e arrivo li verso le 15.
Bella gita in una vetta che non avevo ancora mai fatto, andatoci per la sua forma curiosa, bei posti esposti al Sole ed il panorama che non finisce mai di stupire nonostante i tanti anni di escursioni nelle nostre valli.
Un saluto da Mattia di Mondovì.
Elio Dutto
22/04/2016 alle 17:56
Ciao Mattia! Come sempre grazie per la bella descrizione. Già al colle dell’Ortiga vale la pena andare, ma rocca Radevil ha davvero il suo fascino. A presto e buone gite!
Mattia Bertero Supporter
17/06/2018 alle 15:39
Ciao a tutti voi.
Finalmente riesco ad andare in montagna con Silvia e quindi oggi si va (nel mio caso si torna) alla Rocca Radevil, da tempo paventata dalla mia ragazza.
Così, dando ascolto alle previsioni del tempo sereno, siamo in Valle Stura, a frazione Ronvello sopra Demonte, alle 7.50.
Notiamo fin da subito che il tempo non è poi così sereno, alcune nuvole si stanno già addensando sulle vette circostanti a noi, inoltre il tasso di umidità è molto alto.
Non ci scoraggiamo e prendiamo la strada sterrata in direzione del Colle dell’Ortiga.
La sterrata diventa nuovamente asfaltata e prosegue così fin quasi alla località Monrusà dove diventa di nuovo sterrata e lo rimarrà sempre fino al colle.
La salita tra i boschi di faggi è agevole, una salita costante ma senza avere grossi strappi di pendenza.
Due mezzi fuori strada stanno scendendo verso valle.
La strada sterrata è piena di fango, a volte sprofondiamo letteralmente ad ogni passo.
Al Colle Angelino il paesaggio cambia e si entra un bel bosco di conifere, poco oltre un ragazzo che ci saluta sta facendo legna.
Osserviamo il cielo e continua ad essere un po’ nuvoloso, non possiamo vedere oltre che piccole isole tra un continuo tetto di rami.
Un passo alla volta arriviamo alla radura prima del colle dove si scorge la nostra destinazione, il cielo dietro Radevil è bello scuro ma almeno lei e sgombra, Silvia di blocca per la difficoltà che sembra presagire la salita sulla punta, la conforto dicendo che pure io nel 2016 quando salii per la prima volta rimasi un po’ di sasso,ma in questo caso la vista inganna.
La radura è una grande pozzanghera di acqua e fango insieme, si fa davvero fatica a trovare un percorso decente (che non troviamo quindi s’affonda nel fango), poco distante da noi un cerbiatto ci nota e scappa verso il bosco, sparendo dalla nostra vista.
Ancora qualche minuto ed eccoci al Colle dell’Ortiga, come presumevamo il cielo è nuvoloso un po’ dappertutto, le montagne verso Nord sono tutte coperte, c’è una leggera nebbiolina d’umidità, il Sole va e viene.
La Radevil rimane libera.
Svoltiamo verso sinistra intraprendendo il sentiero della Curnis Auta, dove in ripido pendio ci separa dallo spartiacque Stura/Grana.
Qui la Rocca Radevil si staglia in tutta la sua forma curiosa, Silvia rimane un po’ li a gustarsela, gli sta piacendo.
Le nuvole non hanno ancora intaccato la Rocca Pergo Piccola e il Monte Prat Pian ma sono sempre li minacciose, lungo il crinale i prati sono cosparsi di genzianelle e rododendri in piena fioritura.
Tre ragazzi scesi dalla Radevil stanno già tornando indietro, ci avviciniamo sempre di più e noto una cosa nuova rispetto all’escursione del 2016: sulla vetta, vicino al cippo di pietre, ci hanno aggiunto una croce metallica.
Arrivato a quota 1902 m sulla destra parte una labile traccia di sentiero verso la vetta, abbandoniamo il sentiero principale.
Tra le rocce la salita è dura e resa scivolosa dall’umidità.
Durante il passaggio sulla cresta prima della salita finale le nuvole risalite dalla Valle Grana stanno coprendo la Rocca Pergo Piccola.
Gli ultimi duri metri s’improvvisano ed eccoci che arriviamo in vetta alle 10:10 circa: una bella e nuova croce (installata nel 2017 secondo l’incisione su di essa) si staglia tra le nuvole, alla sua base c’è un libro di vetta.
Silvia si prende paura dello strapiombo della parete Nord-Est quindi si siede sotto il cippo di pietra.
Rimaniamo lassù fino alle 10:55, mangiando pranzo e riposandoci un po’, la nebbia va e viene e il tempo non accenna a migliorare quindi non ci resta che scendere seguendo la strada dell’andata.
Durante il ritorno ritroviamo il Sole solamente poco prima del Colle Angelino, assieme a due escursioniste e diversi ciclisti in Mountain Bike tutti intenti a salire verso l’Ortiga.
Siamo dalla macchina alle 12:35.
Una bella gita, nonostante il tempo ci è piaciuta, ci consola che il panorama non visto dalla vetta non ci è nuovo però un bel tempo sereno non avrebbe guastato.
Un saluto da Mattia e Silvia da Mondovì.