Lunedì 13 ottobre avevo già provato ad affrontare questa escursione. Mano a mano che percorrevo la Valle Stura notavo che il cielo diventava sempre meno promettente. Sperando in un miglioramento, avevo ugualmente raggiunto in macchina il Rifugio Talarico e iniziato la salita. Quando oramai mi trovavo in vista del Rifugio della Lausa, incominciò a venire giù una pioggerellina insistente che mi costrinse a rinunciare.
Quattro giorni dopo, venerdì 17 ottobre 2008, eccomi di nuovo qui. Finalmente oggi la giornata sembra nettamente migliore. Posata l’auto nei pressi del Rifugio Talarico inizio l’escursione alle 8:00 precise. Non c’è nessun altro nei paraggi. Muovo i primi passi verso il vallone centrale seguendo la strada che, dalla piana erbosa, sale verso il Colle di Stau (2500 m, percorso GTA). Dopo alcuni tornanti abbandono la carrareccia per prendere, a sinistra, il sentiero (segnalato) che va in direzione del Rifugio Lausa. Con piacevole percorso a zig-zag , non faticoso, in mezzo a larici con marcati colori autunnali, risalgo questa parte di vallone che porta in una prima conca pietrosa. A sinistra (ometto), lascio il sentiero che, scavalcato un rio, si inoltra nel canalone detritico verso il Passo di Vallone (2780 m). Più sopra, alla mia destra e sotto una parete di roccia, compare, abbarbicato su un ripiano, il Rifugio della Lausa (2404 m).

Verso il Rifugio della Lausa (2404 m, quasi mimetizzato verso il centro della foto) © Cuneotrekking
Per raggiungerlo, il sentiero si inerpica e supera, sulla sinistra orografica del Vallone, alcuni pendii erbosi alternati. Lo raggiungo alle 9:10. (Il rifugio è privato; per le chiavi occorre rivolgersi all’albergo Barricate di Pontebernardo). Non è il classico bel rifugio alpino, ma una semplice ex casermetta, come se ne vedono molte sui nostri valichi, riadattata.
Il sentiero continua (qualche tratto in frana) verso il centro della bastionata rocciosa e si porta a ridosso del vallone superiore. Poche decine di metri prima devo arrestare la mia marcia per qualche minuto poiché due stambecchi maschi sono in mezzo al sentiero e non hanno nessuna voglia di spostarsi. Alla fine mi devo cercare un percorso alternativo e, per non disturbarli, risalgo alla meglio un tratto abbastanza ripido.
Giunto sulla bastionata, il paesaggio cambia decisamente aspetto e diventa più severo. Ora sono i massi che la fanno da padrone. Qualche centinaio di metri più avanti, la mulattiera passa nelle vicinanze di una torretta di pietre (2514 m) eretta a ricordo dell’alpinista Cesarino Giusta, mentre con la coda dell’occhio intravedo, oltre, il canalone che dovrò affrontare e che conduce dritto al colle della Lausa. Poco più avanti lascio sulla mia destra un sentiero che sale al Colle di Vens (palina).

Passo e Cima sud di Vens © Cuneotrekking
Ora bisogna prestare un po’ di attenzione perché in mezzo a questa pietraia la mulattiera, a tratti, scompare ed occorre seguire gli ometti di pietra. La direzione, comunque, è abbastanza evidente. Nel canalone poi le tracce tornano ad essere visibili.

Il canalone che conduce al Colle della Lausa © Cuneotrekking
Oggi è più semplice proseguire perché il terreno è gelato, perciò sono più stabili i sassi che di solito tendono a franare.
Poco più su trovo anche un po’ di neve ghiacciata su cui lo scarpone non fa presa. Arrivo comunque in vista del bivacco Vigna (costruzione addossata ad una parete di roccia), e poi, pochi metri dopo, al Colle della Lausa (2875 m) che mi saluta con un bel sole (il primo da questa mattina).

Dal Colle della Lausa si intravede il tetto del Bivacco Gino Vigna © Cuneotrekking
Sono ora le 10:15. Il mio sguardo ora abbraccia la vallée de la Tinée e, in fondo a sinistra e più lontana, intravedo la meta di questa escursione.

Come appare la Testa dell’Ubac dal Colle della Lausa © Cuneotrekking
Non mi rimane che scendere, su tracce, una cinquantina di metri e poi seguire un itinerario che taglia, con percorso a semicerchio (ometti), la base rocciosa delle Cime della Lausa portandomi, con salita leggera e costante, ai piedi della Testa dell’Ubac. Aggirate ora le prime rocce sulla sinistra, non mi resta che salire nella direzione di un grosso cippo di pietre che fa compagnia a due croci di vetta. Sono le 10:44.

Sulla cima © Cuneotrekking
Da questo privilegiato punto panoramico ammiro la vicina vetta del Tenibres e tutto il vallone sottostante con il lago Mongioia.

In basso, il vallone superiore del Piz visto dalla Cima © Cuneotrekking
A sinistra, imponente sul Vallone superiore del Piz, domina la Testa del Vallone (2970 m); ad est e sud/est svettano la Rocca Rossa, le cime di Schiantalà (sud 2905 m, centrale 2926 m, nord 2931 m), il Becco Alto dell’Ischiator (2996 m) ed il Corborant (3010 m). Nell’anfiteatro sottostante (ovest) sono ben visibili i lacs de Tenibre e, poco sopra, il Colle della Lausa da cui sono arrivato.

La vicina “Testa del Vallone” (2970 m) © Cuneotrekking

I lacs de Tenibre (2572 e 2583 m) © Cuneotrekking

Colle (o Passo) della Lausa dalla Testa dell’Ubac © Cuneotrekking
Più lontano sono imponenti le Cime di Vens. Qualche passo più avanti (direzione nord) mi offre lo scorcio su ciò che rimane del ghiacciaio dell’Ubac.
Il panorama è superbo; peccato che il sole in questo periodo passi basso e, verso est, mi riesce difficile fotografare. Ad ogni modo rimango per 35/40 minuti in punta ad ammirare queste meravigliosi paesaggi e poi mi appresto a scendere. Mi soffermerò ancora qualche minuto ad osservare, da fuori, il Bivacco Gino Vigna (sempre aperto) per poi intraprendere la discesa del canalone. La pausa per il pranzo la farò al Rifugio Lausa e poi giù al Vallone di Pontebernardo. In tutto questo percorso non ho visto una sola persona, ma solamente stambecchi e camosci.

In discesa dal vallone superiore © Cuneotrekking
massimo 66
03/11/2008 alle 22:38
Anche io sono stato sull’Ubac ,ma c’era un po’ piu’ di neve prima del colle della Lausa;e’ stata davvero una splendida gita,Complimenti.Ciao Massimo.
cuneotrekking
03/11/2008 alle 23:52
Ciao Massimo, ho scoperto le tue gite andando a curiosare su “Gulliver” (anche quella sulla Testa dell’Ubac). Complimenti, sei veramente bravo a fare le innumerevoli cime che hai descritto, tipo il Roc della Niera, o la Tour Real che non credo siano tanto facili (ma quante ne hai salite solamente nel 2008!!!). Ora, quando avrò bisogno di consigli so a chi potrò rivolgermi.
Ciao, Elio.
massimo 66
09/11/2008 alle 17:51
Non credo che hai bisogno dei miei consigli per le tue gite, che sono sempre ben descritte e interessanti.Quest’anno e’ andata bene,saro’ andato per monti circa 60 volte e moglie e figlio cominciano a brontolare.A parte gli scherzi,puo’ essere che ci incontriamo una volta tra le vallate della nostra provincia.Ciao,
cuneotrekking
10/11/2008 alle 20:04
Anch’io ho qualche volta (quasi sempre) da fare i conti con moglie e famiglia. Se dipendesse solo da me passerei almeno il 50% delle mie giornate in montagna, però capisco anche che è giusto ogni tanto fare qualche piccola rinuncia per le cose importanti. Sono anche convinto che così la gita agognata verrà ancor più apprezzata e goduta.
Se continui con questo ritmo, è facile che prima o poi ci troveremo su qualche cima. Metti qualche tua foto su un’ escursione, almeno così ti potrò riconoscere.
Ciao, Elio.
massimo 66
12/11/2008 alle 19:49
Ciao Elio,non mi piace inserire foto mie sui siti,preferisco le montagne;comunque se vuoi possiamo organizzare qualche gita insieme visto che abitiamo vicino. Il mio mail lo conosci ciao Massimo.
Marco Alessandria
27/07/2009 alle 15:48
Ciao, sai dirmi qualcosa sulle condizioni del bivacco Vigna? Coperte, materassi, punti acqua nelle vicinanze?
Grazie
cuneotrekking
27/07/2009 alle 21:09
Ciao Marco, sono stato al Bivacco Vigna quell’unica volta. L’ho ispezionato dal di fuori ma non ci sono entrato, quindi non ti so dire di più. Proprio oggi sono stato nel Vallone di Pontebernardo e ti posso dire che lassù c’è ancora tanta neve. Non ricordo comunque si trovi acqua da bere nelle vicinanze del bivacco.
Ciao, Elio.
Marco Alessandria
29/07/2009 alle 08:52
per tanta neve vuol dire che per la testa dell’ubac potrebbero servire ramponi e piccozza?
cuneotrekking
29/07/2009 alle 21:46
Troverai sicuramene neve nella parte alta del Vallone, specialmente sull’ultima rampa che porta verso il Colle della Lausa. Oltre non dovrebbero esserci problemi. Secondo me è sempre meglio portarsi dietro qualcosa in più che in meno (vedi ramponi e piccozza) anche perchè potresti rischiare di non poter salire senza questi attrezzi.
Ciao.
Marco Alessandria
30/07/2009 alle 10:28
grazie mille per i consigli
Mattia Bertero Supporter
18/07/2021 alle 16:15
Ciao a tutti.
Spulciando nel sito per trovare qualcosa da fare per oggi in solitaria, tra le gite più vecchie inserite mi spunta questa Testa dell’Ubac è ho esclamato “E’ vei, Mi e mai fara!”. per chi non è avvezzo al piemontese ho detto “E’ verò, non l’ho mai fatta!”. E scusate, non so scriverlo bene.
Non mi resta che compiere questa escursione, così alle 7:15 sono già ai Prati del Vallone, danno un graduale peggioramento del tempo lungo la tarda mattinata ed il primo pomeriggio.
Ci sono 12 gradi e sono all’ombra, niente vento.
La salita procede inizialmente su mulattiera fino al bivio con il Colle di Stau, poi diventa un sentiero ben visibile.
Devo risalire per intero il Vallone di Pontebernardo.
Al Rifugio della Lausa spunta il Sole.
Se devo muovere una critica a questo percorso è che non ci sono tacche per segnarlo, non ci si perde comunque visto il sentiero ben tracciato.
Dopo il rifugio il panorama cambia totalmente, da quel punto i prati ed il verde in generale lasciano definitivamente il posto alla roccia.
Arrivo al bivio a destra con il Colle di Vens che lascio perdere per procedere a sinistra, in alto a sinistra compare il canalino di risalita verso il Colle della Lausa.
Uno dei miei timori era che ci fosse ancora neve per via della sua esposizione a Nord e per la poca luce che riceve, invece trovo la via sgombra con solo i lati ancora innevati in maniera irregolare. Ma i problemi non sono finiti.
La pendenza è davvero sostenuta e si cammina su sfasciumi e ghiaia per niente stabile, infatti per arrivare al colle faccio una fatica boia, in compenso qui ci sono evidenti tacche rosse a differenza che a valle.
Al colle trovo il vicino Bivacco Vigna dove due francesi si apprestano a lasciarlo dopo la notte passata li dentro, il valico è posto sul confine Italia/Francia.
Qui compare la finalmente la mia destinazione, ora devo scendere in Francia.
Qui inizia un altro problema: la via si vede poco per la natura del percorso su pietraia ed inoltre non è segnata benissimo, pochi ometti di pietra, è facile perdersi.
Ed infatti decido di puntare a vista verso la Bassa dell’Ubac, da li l’ultimo strappo verso la vetta.
Alle 10 in punto sono dalla croce a 2991 m.
Il panorama è grandioso: spazia fino al Monviso ed all’Alta Valle Maira, in Francia ottima vista sulla Val de la Tinèe, in più le vicine cime sono tutte impervie e rendono il posto davvero selvaggio.
Il tempo inizia a guastarsi un po’ ed inoltre c’è un forte vento freddo che rende la mia permanenza sulla cima molto breve, infatti dopo 20 minuti inizio la discesa, non si riesce a stare oltre.
Incontro subito un signore che sta arrivando in cima.
La mia idea era quella di entrare nel bivacco Vigna per mangiare pranzo al riparo dal vento, arrivato al bivacco appena aperto vengo investito da un forte odore di kerosene.
Non riesco a stare li dentro…
Così decido di scendere più in basso, la discesa sul canalino detritico si rivela difficoltosa, un paio di volte mi sono lasciato scivolare dalla ghiaia che muovevo e che scivolava a valle.
Ad ogni modo nel vallone il vento non c’è e quindi posso trovarmi un posto per sostare, lo trovo vicino al bivio con il Colle di Vens.
Il resto della discesa niente da segnalare, a fine percorso incontro qualche merenderos a passeggio e qualche escursionista ritardatario.
Al rifugio incontro un mio collega di lavoro in Valeo e mi fermo un po’ a parlare con lui.
Alle 13:30 sono dalla macchina e ritornando presto verso casa non ho trovato il traffico classico di fine giornata della Valle Stura, con camper, moto ed auto che scendono dalla Francia.
Una bellissima gita lontano dalle mete più famose in cui si può gustare un ambiente estremamente selvaggio, e la zona è davvero bella di suo, senza contare il panorama dalla vetta.
Da fare assolutamente ma con le condizioni perfette, mi sento di sconsigliarlo in caso di nebbia o di terreno bagnato per i motivi che ho descritto in precedenza.
Un saluto da Mattia da Mondovì.