Dal fondo del parcheggio svoltiamo a sinistra sulla sterrata che oltrepassa il torrente Corborant. Dopo alcune centinaia di metri in discesa trascuriamo la diramazione che scende verso Callieri, da cui faremo ritorno, e proseguiamo a destra sulla bella sterrata che si inoltra nella pineta.
Una mezz’oretta di cammino ci porta al rifugio De Alexandris-Foches (1910 m), dove facciamo il pieno d’acqua fresca alla fontana. Proseguiamo poi verso il vicino colletto del Laus (1950 m) trascurando poco prima a destra il sentiero che sale alla Rocca di San Bernolfo. Dal colletto scendiamo alle sponde del bel laghetto del Laus (1913 m), che troviamo ancora in ombra. Proseguiamo un tratto sulla sterrata nell’ampio e lungo vallone di Collalunga.

Laghetto del Laus © Elio Dutto
Nei pressi di un grande masso seguiamo l’indicazione per il vallone della Guercia (sentiero P21). Superando una passerella fatta di due tronchi passiamo sulla destra orografica del vallone. Di lì a poco il sentiero inizia la salita in direzione sud con una serie di piccoli tornanti, dapprima tra arbusti, larici e rododendri poi, più in alto, su terreno pietroso. Alle nostre spalle, in basso, rimangono sempre ben visibili il lago di San Bernolfo e, più distanti, i monti Laroussa e Saletta divisi dal passo Laroussa.
Dopo aver superato un tratto in pietraia entriamo con decisione nel vallone della Guercia.

Salendo al colle della Guercia © Elio Dutto
Il sentiero ci trasferisce sulla destra orografica tagliando i fianchi occidentali, in alcuni tratti un po’ franati, della Serriera di Pignal per poi distendersi centralmente. Al fondo del vallone è visibile la casermetta militare posta pochi metri sotto il colle della Guercia. Proseguiamo ancora per un buon tratto nel vallone pietroso e, solamente quando ci troviamo nei suoi pressi, veniamo raggiunti dai primi raggi di sole.
La casermetta, semidiroccata, è situata in un posto magnifico e dominante. Risalite le ultime asperità arriviamo sul colle della Guercia (2457 m) che comunica con l’opposto transalpino vallon de Chastillon. Da qui abbiamo l’opportunità di esaminare un tratto del sentiero che ci porterà al passo del Bue.

La paretina che porta al passo del Bue © Elio Dutto
Ridiscesi alla casermetta svoltiamo sulla mulattiera che inizia la salita verso est. Alcuni punti esposti fanno sì che questo percorso sia riservato a escursionisti esperti. Il primo tratto è su pietraia poi, poco oltre, stretti zig-zag risalgono una ripida paretina esposta (tratto con catena solo negli ultimi metri) che porta, infine, all’intaglio roccioso del passo del Bue (2603 m).

Tratto attrezzato verso il passo del Bue © Elio Dutto

Zoom su Rocca la Meja esattamente davanti al Monviso © Giuseppe Basso
Si estende ora a nord-est l’ampio e splendido vallone denominato Gorgia dei laghi, mentre alla nostra destra spicca l’ammasso roccioso della Testa Rognosa della Guercia, la nostra meta. Svoltando dal passo a destra, risaliamo alcune rocce e poi per cresta ci dirigiamo verso la punta visibile che è l’anticima della Testa Rognosa.

Salendo dal passo del Bue © Elio Dutto
Proseguendo un altro tratto verso est saliamo l’ultima asperità che termina sulla Testa Rognosa della Guercia (2693 m). Il panorama è bellissimo e abbraccia in territorio francese anche i laghi Lausfer (quelli del giro dei laghi di Sant’Anna), la Testa dell’Autaret (2763 m), il vallon de la Cabane e numerosissime altre cime delle Marittime.

In cima alla Testa Rognosa della Guercia © Elio Dutto

Veduta sui laghi Lausfer (in basso nella foto) © Elio Dutto

Dalla Testa Rognosa verso Rocca la Meja e Monviso © Elio Dutto

Dalla Testa Rognosa della Guercia veduta sul colle della Guercia © Elio Dutto

Beppe sulla cima © Elio Dutto
Più tardi torniamo al passo del Bue. Seguiamo il primo tratto di mulattiera in discesa nella Gorgia Laghi e poco dopo, presso un rudere, la abbandoniamo seguendo a sinistra una traccia (ometti) che si dirige verso la parte bassa del vallone.
Dopo un primo tratto su pietraia approdiamo nei pressi di un lago (2450 m), in questo periodo in secca, situato sotto la Serriera di Pignal. Sempre seguendo gli ometti riprendiamo la discesa su terreno di rocce misto a erba verso il lago di Gorgia (2306 m), visibile al fondo della valle. Situato in posizione incantevole ai piedi di uno sbarramento roccioso è circondato da rocce e piante di mirtillo. Se si è nel momento giusto può diventare un ottimo punto per la sosta del pranzo.

Lago di Gorgia © Elio Dutto
Risalito lo sbarramento, riprendiamo la discesa sul sentiero che compare sulla parte sinistra del lago. Alcuni tornantini ci portano verso il basso sotto lo sbarramento.

Attraversamento verso il passo della Sometta © Elio Dutto

Verso il passo della Sometta © Elio Dutto
Dopo un breve tratto di discesa, abbandoniamo il sentiero che scende nel vallone di Roccias Lion e la capanna di Tesina (1947 m) e senza perdere dislivello tagliamo con un diagonale a sinistra ritrovando il sentiero presso il passo della Sometta (2209 m).
Oltre il passo il sentiero prosegue in discesa nel vallone della Sauma. Nei pressi della confluenza con il rio (quota 2044 m circa), troviamo su un masso l’indicazione (poco visibile perché messa al contrario) per il lago della Sauma (2132 m): un sentiero a sinistra porta, circa trecento metri dopo, presso un gias.

Mirtilli sul sentiero verso il lago della Sauma © Elio Dutto
Scavalcato il rio proseguiamo in diagonale verso destra (ometti) tra larici, mirtilli e rododendri fino a trovare in una conca sperduta il grazioso lago della Sauma (2132 m) .

Lago della Sauma © Elio Dutto
La deviazione richiede per la sola andata mezz’oretta di cammino e completa degnamente l’anello.

Il lago della Sauma © Elio Dutto
Fatto tutto il periplo ritorniamo sui nostri passi fino al bivio. Affiancato per un breve tratto il torrente, passiamo sulla sinistra orografica proseguendo sul sentiero lungo ma marcato che scende in direzione di Callieri.
Molto più in basso, a un bivio (ponte, quota 1620 m circa), lasciamo a destra la strada di Callieri e proseguiamo concludendo l’anello con una leggera salita verso il parcheggio di San Bernolfo.

Nell’ultimo tratto verso San Bernolfo © Elio Dutto
Puoi essere il primo a scrivere un commento.