La giornata è fredda con qualche grado sottozero.
Pochi metri a valle dell’area attrezzata una stradina scende verso il torrente Grana attraversando un ponte in cemento. Seguendo poi il percorso che a serpentina si innalza dolcemente tra i prati poco dopo trascuriamo una diramazione a destra. Proseguendo sulla sterrata ci addentriamo nella parte più incassata del vallone abbellito da due copiose cascatelle alimentate dal rio Lombarda e da un secondo rio proveniente dalla punta dell’Omo.

La chiesa della borgata Chiotti © Cuneotrekking

Allontanandoci dalla borgata © Cuneotrekking
Superato il vallone incassato la strada svolta in direzione nord accentuando maggiormente la pendenza. Durante la salita, con il tempo bello, si hanno magnifiche visuali sul resto della valle Grana, dal santuario di Castelmagno al monte Tibert.
Oltre una curva che piega a sinistra lasciamo in basso alcuni casolari. Più avanti raggiungiamo la grangia Cucuja e subito dopo la grangia di Pinet (1735 m).

Verso la grangia Pinet © Cuneotrekking
La strada termina qui. Appena prima della grangia di Pinet un’indicazione ci fa svoltare a destra e risalire i prati erbosi sovrastanti (qualche paletto e bollo rosso).
Più su il sentiero piega verso destra e, in diagonale ascendente, risale una ripida china tra arbusti vari per approdare, più sopra, a un varco panoramico.

Sguardo verso il monte Viribianc © Cuneotrekking
L’erta Rocca Cucuja ora è lì davanti a noi e, per raggiungerla, seguiamo alcuni tratturi verso destra che ne tagliano le pendici più ripide.

La Rocca Cucuja vista dal varco © Cuneotrekking

Rocca Cucuja si nasconde nella nebbia © Cuneotrekking
Raggiunta la costa svoltiamo a sinistra salendo liberamente la lunga e ripida rampa erbosa fino alle rocce finali. I bolli tendono a perdersi, ma la destinazione è sempre evidente.

La ripida salita verso la Rocca Cucuja © Cuneotrekking
La Rocca Cucuja è personalizzata da una croce in metallo messa recentemente. Cucuja sta per “cima rocciosa isolata e appuntita”. Il significato lo abbiamo ricavato, come sempre, dai libri di Michelangelo Bruno, scomparso di recente, valente alpinista e appassionato di storia e cultura del territorio alpino.

Croce di vetta sulla Rocca Cucuja © Cuneotrekking
Dalla cima è bellissimo il panorama che dal vicino monte Bram (2357 m) prosegue al Viribianc (2470 m), al Viridio (2478 m) fino a raggiungere il monte Tibert (2648 m).

Panorama verso il Becco Grande e Rocca la Meja © Cuneotrekking
A est la parete precipita ripidamente verso il vallone di rio Grande, mentre a nord lo sguardo si spinge alla cima Cernauda, alla lontana borgata Colletto e, tra le pieghe dei valloni, alle piccole frazioni di Valliera e Batuira.
Anche se oggi il tempo, tra nebbia e basse nuvole, non è dei migliori, vogliamo salire ancora alla punta dell’Omo, posta a sud di Rocca Cucuja. Seguendo il filo di cresta attraversiamo il prato erboso e senza perdere quota, verso destra, superiamo su traccia una protuberanza rocciosa.

Dalla Rocca puntiamo verso la Punta dell’Omo © Cuneotrekking
Appena dopo, ci innalziamo diagonalmente a sinistra in direzione di un varco tra le rocce che superiamo svoltando subito dopo ancora a sinistra.

Punta dell’Omo © Cuneotrekking
Con un traverso diagonale raggiungiamo l’erbosa cresta e da lì, in salita, non ci rimane che affrontare liberamente il tratto terminale arrivando alla croce di vetta della punta dell’Omo (2299 m).

Alle nostre spalle si intravede la Rocca Cucuja, ultima cima al fondo © Cuneotrekking
Il panorama si allarga verso il grande catino-anfiteatro del vallone di San Giacomo con le cime leggermente spolverate di neve del Grum (2367 m ) e del Bram (2357 m), alla cui base è chiaramente visibile il bel bivacco Roberta Bernardi (2200 m) e, verso destra, il monte Borel (2287 m), la Pera Puntua (2082 m) e il monte Gorfi (2203 m).

Arrivo © Cuneotrekking

Panorama dalla croce di vetta © Cuneotrekking

In basso si può vedere il bivacco Roberta Bernardi © Cuneotrekking

Curnis auta: le cime dei monti Bram e Grum © Cuneotrekking
Vedendo salire rapidamente la nebbia ricominciamo quasi subito la discesa tornando fin nei pressi della Cucuja. Da lì, tra la nebbia, ma sulle orme dell’andata, raggiungiamo la grangia sottostante.
Infine la discesa ci riporta al ponte del torrente Grana (1470 m), quindi verso l’ultimo breve tratto di salita per recuperare l’auto dall’area attrezzata di Chiotti e infine, per scaldarci, un salto al rifugio Maraman per un ottimo caffè.

Tornando al parcheggio © Cuneotrekking
Diego Supporter
07/06/2020 alle 16:49
Percorso molto bello, con splendido colpo d’occhio sull’alta Valle Grana e spettacolare panorama da Punta dell’Omo. Arrivato lì, data la bella giornata e l’assenza di neve, ho scelto di non tornare indietro per la via dell’andata, proseguendo invece verso Monte Borel e Colle del Viribianc, per poi scendere a Borgata Chiappi e, infine, Chiotti. Se la giornata è serena e limpida, il panorama che si gode percorrendo quel tratto della “Curnis Auta” è davvero magnifico! Il tratto finale da Borgata Chiappi a Chiotti è un po’ noioso perché si svolge su strada asfaltata, tuttavia è breve e si percorre in poco tempo. Escursione fatta il 6 giugno 2020.
Elio Dutto
07/06/2020 alle 17:06
Si, può essere un bell’anello. Ciao e grazie!