Alla sinistra del parcheggio parte una sterrata e un sentiero scorciatoia (indicazione) tra i frassini che va a tagliare i lunghi tornanti della strada che pigramente si dirige verso la capanna Ussolo.

In partenza da Vallone © Cuneotrekking
Giunti nei pressi di un grande casolare svoltiamo a sinistra e, seguendo ancora il sentiero alberato, saliamo per incrociare più avanti la sterrata.
Il sentiero, che passa sotto alcune paretine rocciose, prosegue in ripida salita oltre la sterrata (indicazione) ed arriva su un poggio nei pressi di una croce in ferro, dove si apre una splendida visuale oltre Maira e sul vallone di Unerzio.

Sul sentiero scorciatoia © Cuneotrekking
Poco più avanti ci avviciniamo al nutrito gruppo delle grange Podio (1618 m).

All’inizio delle grange Podio © Cuneotrekking
Incrociata nuovamente la strada nei pressi di un pilone votivo la seguiamo risalendo fino alle grange del Passo (1707 m) sotto gli sguardi dell’ardita punta della Lausa (1968 m) fino a raggiungere, dopo alcune curve, il bel pianoro che ospita le grange Chioligiere (1771 m).

La strada che va verso le grange del Passo © Cuneotrekking

La punta della Lausa © Cuneotrekking

Verso le grange del Passo © Cuneotrekking

Sguardo nel vallone di Unerzio © Cuneotrekking

Veduta dalle grange Chioligiere © Cuneotrekking
La strada prosegue passando sotto la località Grangette (1823 m) dove si trova il rifugio Capanna Ussolo, ormai inagibile.

Dalla strada, parziale veduta su Grangette © Cuneotrekking
Seguendo ancora un tratto della strada, quando questa devia verso sinistra (direzione del Colletto Serasin (2040 m) e della Punta Culour (2068 m) proseguiamo diritti nel vallone, svoltando poco dopo con percorso diagonale ascendente a destra del rio.

In salita © Cuneotrekking

Salita a destra del rio © Cuneotrekking
Più sopra troviamo qualche ometto e in seguito il sentiero, resosi nuovamente più visibile, che si mantiene sui fianchi di pietraie e pareti rocciose (solo al nostro ritorno scopriremo che sarebbe stato meglio raggiungere le Grangette e poi seguire il buon sentiero che da lì continua verso il vallone, direzione nord-ovest).

Sempre più su nel vallone © Cuneotrekking
Molto più su, quando il valloncello comincia a restringersi, si scavalca il rio e si passa sulla sponda opposta.
Il sentiero, ben in vista al di là del rio, si allunga ora verso sinistra e dopo uno zig-zag transita sotto un roccione in direzione ovest andando poi a tagliare le ampie praterie di Pianagnelier che in questo periodo sono ancora invase dalla neve.
La salita si fa decisa per poi scemare nei pressi del Monte Cappel, leggermente spostato a sinistra.

Praterie di Pianagnelier © Cuneotrekking
Dalla cima raggiunta ammiriamo il vallone di Traversiera, puntellato al fondo dalle vette del Monte Cervet (2984 m), dell’Albrage (2996 m), del Faraut (3046 m) e di Rocca la Marchisa (3072 m) mentre, alla nostra destra, si prospetta la vicina cima arrotondata del Ruissas (2736 m).

Veduta sulle cime del Cervet, Albrage e Faraut © Cuneotrekking

Il monte Ruissas © Cuneotrekking
Torniamo quindi sui nostri passi iniziando la discesa nel vallone.

Ritorno verso il Monte Cappel (a destra) © Cuneotrekking
Il roccione che abbiamo superato all’andata offre un buon posto al riparo dal vento, e lì ci fermiamo per il pranzo in vista di una dozzina di stambecchi che stazionano per tutto il tempo su alcune rocce a un’ottantina di metri da noi.

Discesa nel vallone © Cuneotrekking

Sguardo verso la Rocca di Ciarm © Cuneotrekking
Ripresa subito dopo la discesa avremo già occasione di vedere molte genzianelle fiorite lungo il percorso che eseguiamo verso Grangette e la capanna Ussolo, per fare infine ritorno a Vallone.

Ritorno verso Grangette e capanna Ussolo © Cuneotrekking
Alberto
06/05/2015 alle 12:09
Ciao
Volevo sapere se il tratto con la neve continua avevate le ciastre.
Alberto
Elio Dutto
13/05/2015 alle 19:50
Ciao Alberto, ti rispondo solo ora perché sono tornato da un viaggio. Le abbiamo lasciate in macchina perché sembrava non ce ne fosse più. Ciao.
Mattia Bertero Supporter
14/04/2016 alle 15:39
Ciao a tutti voi.
In questo pomeriggio sono qui per descrivervi un’escursione che parzialmente si sviluppa per il sentiero proposto da Cuneotrekking per il Monte Cappel, invece di proseguire verso quel monte sono andato al vicino Passo Sarasin, nome curioso derivante forse all’invasione europea dei saraceni del X° secolo in cui sono arrivati anche nelle nostre vallate.
Ho scelto questo passo per verificare la condizione neve, usando la quota 2000 come possibile limite odierno, sinceramente oggi non avevo molta voglia di intraprendere percorsi ancora innevati visto che la primavera è sbocciata in tutta la sua potenza..
Ad ogni modo parto di buon ora di Mondovì ma a causa del traffico arrivo alla frazione Vallone intorno alle 8:30, il tempo si presenta ottimo, sereno senza nuvole però fa ancora un po’ freddo accentuato anche dal vento.
La prima parte del sentiero si svolge come descritto in questa pagina fino alla vecchia Capanna Ussolo, i sentieri scorciatoia della sterrata si presentano un po’ ripidi specialmente nella parte che porta al Grange Podio (tra l’altro in quel punto un bellissimo panorama della piccola piana di Acceglio e delle vette vicine).
Più avanti la sterrata scollina nei pressi di Grange Passo per arrivare nel Vallone del Rio Grange, in lontananza vedo la mia destinazione ed una sorpresa: c’è ancora neve lassù.
Va bene, mi tocca…
Proseguo nella sterrata e qui succede che perdo la diramazione a sinistra del sentiero GTA per il colle, quindi involontariamente proseguo diritto fino ad una postazione dell’acquedotto dove mi accorgo che sono fuori sentiero e “fuori rotta”.
Tra l’altro vengo avvistato da un piccolo branco di camosci che scappa e si nasconde velocemente alla mia vista.
Così decido di orientarmi a vista e taglio i pascoli in linea retta (non senza difficoltà legate alla vegetazione ed alle problematiche del fuori sentiero) verso il sentiero, che ritrovo pochi minuti dopo.
Proseguo.
Il sentiero passa sotto Rocca di Ciarm tagliando trasversalmente il versante Est in mezzo ad un bosco di larici, i cardi stanno incominciando ad uscire attraverso l’erba ancora secca dell’autunno precedente, segno che la neve da li se ne andata via poco tempo fà. La via si presenta agevole finché non vira a destra e punta direttamente verso il colle, li la pendenza si fa decisamente più accentuata.
Più mi avvicino al colle più la neve aumenta, passando da semplici macchie sparse qua e la a un vero e proprio strato continuo, in molti punti sono costretto a lasciare il sentiero per la pericolosità da affrontare con la neve, fortunatamente risulta ben segnato e riesco sempre ad individuarlo.
A poche decine di metri da colle mi lascio alle spalle il bosco ed eccomi nei pascoli in alta quota ancora innevati, decido si puntare il colle direttamente compiendo la salita tramite tornanti improvvisati.
Ed eccomi arrivato al Colle Sarasin ancora innevato (2040 m), mi da il benvenuto con un forte vento freddo che ogni tanto scompare e ricompare.
Ancora pochi metri verso Sud e decido di appostarmi in vetta alla arrotondata Punta Culour (2068 m), trovando un esposizione al Sole migliore e qualche chiazza di terreno libero da neve dove posso riposarmi.
La salita l’ho compiuta in due orette più o meno.
Il panorama è semplicemente MAGNIFICO: la giornata è bella limpida e serena, l’alternanza tra l’inverno delle vette e la primavera delle valli crea una bella atmosfera; sotto di me la Valle Maira si sviluppa fino a poco oltre Acceglio, davanti a me si presenta il Vallone di Unerzio con Gheit e Chialvetta in bella vista, Pratorotondo e Viviere ancora ricoperte di neve.
Le montagne intorno sono bellissime e possenti, svetta su tutte il vicino Monte Ruissas, in lontananza verso Nord-Ovest il Monte Bellino e il Monte Albrage la fanno da padrone, verso Sud ecco il Monte Midia sopra Acceglio e dietro di lui il Monte Freid.
Si sta di un bene lassù, ci resto una mezz’oretta per mangiare e sdraiarmi al Sole.
Poi riprendo la via del ritorno e verso le 13:00 sono dalla macchina.
Qui decido di fare una cosa che mi ero promesso di fare prima di partire: la zona di Ussolo è stato il set principale per il film “E il vento fa il suo giro” (bellissimo film che adoro, lo consiglio vivamente a chi non l’ha ancora visto) e quindi ero intenzionato a fotografare il paese nelle stesse angolazioni del film.
Così scendo ad Ussolo e per un po’ giro il paesello a fare fotografie.
Bella gita, in una giornata magnifica in un bel posto, molto selvaggio a dire il vero, zona molto esposta al Sole.
Il Colle Sarasin è un bel balcone panoramico dell’Alta Valle Maira.
Un saluto da Mattia di Mondovì.
Elio Dutto
14/04/2016 alle 21:13
Ciao Mattia. Ma guarda un po’! Stavo pensando per domani proprio una escursione da quelle parti e la mia idea era quella di andare sul Monte Chirlé. Però non avendo tanto tempo a disposizione potrei ripiegare alla Punta Culour, più vicina. La tua descrizione ci ha convinti. Ti farò sapere come è andata. Ciao.
Mattia Bertero Supporter
18/04/2016 alle 08:53
Ciao Elio.
Alla fine Venerdì siete andati alla Punta Culour o avete optato per altri posti?
Valerio Dutto
18/04/2016 alle 14:20
Ciao Mattia, sì sì, ci siamo stati. A breve la descrizione 😉 E grazie per il suggerimento!
Mattia Bertero Supporter
18/04/2016 alle 22:31
Ciao Valerio.
Mi fa piacere, la leggero come sempre volentieri.
Un saluto 🙂
Mattia Bertero Supporter
23/03/2019 alle 15:55
Ciao a tutti voi.
L’escursione di oggi mi ha portato finalmente al Cappel, era da tempo che avevo questo monte in mente e non c’è mai stata l’occasione di salirci. Volevo salirci con le ciaspole da Lausetto ma quest’inverno la poca neve mi ha costretto a ripiegare su altri percorsi.
E ho deciso di seguire questo itinerario per la sua esposizione totale a Sud, per scongiurare la presenza della neve.
Ed eccomi alle 8:20 partire dalla borgata Vallone in direzione della Capanna Ussolo.
Non seguo la sterrata e approfitto dei numerosi tagli per arrivare nel giro di quaranta minuti alle Grange Chioligliera dove la mia destinazione appare alla mia vista.
E vedo che il vallone è totalmente sgombro da neve, solo sulla cresta sommatile vedo sporadiche traccie, in ogni caso avevo con me i ramponcini ed i ramponi nel caso di nevai da attraversare.
Avevo anche un “piano di riserva”: se avessi trovato neve nel vallone, sarei passato dal Colle Serasin e poi proseguire sulla cresta fino al Cappel.
Tralasciando la Capanna Ussolo, che si presenta in alto alla mia destra, proseguo dritto verso il vallone, arrivando ad una presa dell’acqua dove la via sparisce.
Non mi sono ricordato che il sentiero che s’innoltra nel vallone partiva da Capanna Ussolo (cosa che scoprirò anch’io al ritorno), però mi sono ricordato che bisognava tenere la destra del rio.
E così faccio, continuando a salire fuori sentiero.
Lo ritrovo più avanti all’altezza delle pareti rocciose, numerosi ometti di pietra.
Si sale abbastanza ripidi ma la traccia è stata disegnata abbastanza furbamente, salendo a tornanti senza grossi strappi, la ripidezza del vallone invece è notevole, la traccia a volte non è così visibile.
Mi sento di sconsigliare questo percorso in caso di nebbia o terreno scivoloso, non è segnato e si rischia un po’ di perdersi perchè ogni tanto si congiungono ad esso altre traccie poco marcate create dal bestiame.
All’altezza della girata secca a sinistra del sentiero mi imbatto in un branco di stambecchi posizionato più in alto, che mi osserva allarmato dalla mia presenza, ci saranno stati 30 esemplari.
Finalmente la via punta verso il Cappel.
Poco prima di arrivare ai pascoli sovrastanti devo abbandonare il sentiero per una lingua di neve insinuata nell’insenatura d’ingresso ai pascoli.
Arrivo alle praterie di Pianagnelier dove incontro altra neve che però si può aggirare fino a 30 metri dalla vetta del Cappel, dove gioco forza la si deve calpestare, è molle ma non sfondosa e gli scarponi bastano e avanzano.
Alle 10:20 sono sulla vetta arrotondata ed il panorama è semplicemente stupendo: la giornata è bella limpida e si vedono chiaramente tutte le vette della zona attorno ad Acceglio (Rocca la Marchisa, Bellino, Albrage, Cevert, nell’altro versante l’Oronaye, la Rocca la Meja).
E’ bellissimo…
Li ho avuto una tentazione fortissima di salire sul Monte Riussas perchè il versante di salita è quasi totalmente sgombro dalla neve però decido di non farlo per non affaticare troppo le gambe che domani ho un po’ di lavori in casa da fare.
Sarà per un’altra volta.
Si sta davvero bene in vetta, sono in maniche corte, ogni tanto qualche folata di vento gelido mi fa ricordare di non essere proprio in stagione per questo abbigliamento e mi costringe a coprirmi con la giacca.
Ma c’è un silenzio…
Sarò da solo per tutta la durata dell’escursione, si sta tanto bene che mi fermo sulla vetta per un’ora e dieci minuti, schiacciando anche un pisolino ristoratore.
Non scendei più da li…
Inizio la discesa alle 11:30 dopo aver mangiato pranzo.
La discesa si svolge velocemente tanto che alle 13:00 sono già dalla macchina a Vallone, mi ha stupito un po’ non trovare nessuno anche solamente lungo la sterrata, una giornata così bella con temperature gradevoli, è strano.
Una bella gita con un percorso insolito nel vallone che non avevo mai provato in precedenza, quando scalerò il Riussas non so se passare ancora da li oppure partendo da Lausetto.
Panorami eccellenti e un silenzio che solo la montagna può offrire.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
25/03/2019 alle 21:05
Ciao Mattia, non ho capito bene se sei sceso da dove sei arrivato o no. In questo caso potevi scendere il costone fino al passo Saresin e alla Punta Coulour e poi rientrare da dove eri già passato una volta. In ogni caso hai fatto una bella e impegnativa escursione. Ciao