Ci svegliamo un po’ prima del solito perché il trasferimento in Valle Roya è lungo, tanto più che nel traforo del Tenda la circolazione è a senso alternato. Arriviamo comunque di buon’ora ad Olivetta San Michele (292 m). Lasciata la macchina nel parcheggio vicino alla chiesa siamo pronti verso le 8:40.
Il primo tratto da affrontare è in discesa. Da via Torre bisogna raggiungere il ponte Ronconi sul torrente Bevera che ci trasborda sul versante settentrionale delle valle ancora in ombra. Essendo nelle immediate vicinanze del mare non l’avremmo mai immaginato, ma anche qui dobbiamo infilarci guanti e abiti caldi perché la temperatura è rigida. Il primo tratto, dopo il ponte, risale a zig-zag un viottolo lastricato che si intrufola nella tipica macchia mediterranea offrendoci la possibilità di controllare la progressione di salita, avendo di fronte Olivetta sempre più in basso.

Olivetta San michele sempre più in basso © Cuneotrekking
Finalmente, 370 metri più su, il sentiero si toglie da questo versante ombroso ed esce allo scoperto nei pressi di un ripetitore. Siamo attorno a quota 660 metri; veniamo raggiunti dai raggi del sole che ci regala subito un po’ di calore. Il tratto successivo lo percorriamo con lungo traverso tra innumerevoli piante di lecci, rovere, cespugli di erbe profumatissime e qualche ginepro.
Il sentiero, non proprio in splendida forma, supera in sequenza alcune pietraie di rocce calcaree che digradano dalla scarpata superiore; verso il termine del traverso, riprende la salita con svariati tornantini incuneandosi in un avvallamento. Troviamo anche un po’ di neve nelle zone più a nord e, più avanti, il viottolo diventa, per il disgelo, un lungo canale di scorrimento d’acqua che sgorga copiosa da ogni parte. Superati alcuni terrazzamenti, sotto una grande parete di rocce calcaree, il sentiero si spiana. Raggiungiamo così un bivio che conduce alla sede del rifugio Gambino del CAI di Ventimiglia (1015 m).

Tra lecci e rovere nel lungo traverso © Cuneotrekking

Parete di rocce calcaree nei pressi del rifugio © Cuneotrekking

Il rifugio Gambino © Cuneotrekking
Ripresa poi la salita in direzione sud-ovest ci ritroviamo su un’ampia strada che sale a tornanti una fitta pineta. La neve, divenuta più spessa, in alcuni punti regge bene, in altri cede. Aggirato infine un costone superiamo alcune caserme diroccate per proseguire fino al raggiungimento della cresta.

Durante la salita nella pineta © Cuneotrekking
Ora, con una secca deviazione a destra, ci troviamo a percorrere l’ultimo tratto del crinale, frequentato da pecore e capre selvatiche che pascolano tra i cespugli. Superate poi alcune rocce miste a neve raggiungiamo la croce di vetta del Grammondo. Nelle vicinanze, veramente, altre punte sono sormontate da croci, ma la principale la si individua facilmente perché è fissata su un mastodontico basamento in pietre.
Arriviamo alle 11:30. Per prima cosa indirizziamo lo sguardo al litorale e rimaniamo favorevolmente colpiti dalla inattesa veduta della lontana Corsica che dal mare emerge con le sue montagne. Poi seguiamo con lo sguardo la costa ligure da Bordighera a Cap Martin. Alle nostre spalle, verso nord, i monti nostrani imbiancati spiccano intensamente contro il cielo blu. Riconosciamo le Grand Capelet (2935 m) e, più a destra, il Monte Bego (2872 m) e ci sembra di scorgere anche il Monte Gelas (3143 m). Aggirando il basamento troviamo, sul lato nord, una lapide con scritta commemorativa alla memoria del grande alpinista francese Patrick Berhault.

Nei pressi della cima © Cuneotrekking

Arrivo sulla cima © Cuneotrekking

Dalla punta, vista sul mar Ligure © Cuneotrekking

Sguardo lontano sulle nostre montagne © Cuneotrekking

In lontananza si intravede la Corsica (al centro della foto) © Cuneotrekking

La Corsica avvicinata con il teleobiettivo © Cuneotrekking

Col teleobiettivo vista sul Grand Capelet (a sinistra) e il Monte Bego (a destra) © Cuneotrekking
A questo punto in genere, per accorciare la discesa, preferiamo ridiscendere un tratto per pranzare; oggi invece ci vogliamo godere interamente questo eccezionale panorama.
Più tardi, quando inizieremo la discesa, ci raggiungerà in punta anche un francese, unica persona incontrata oggi. Ricalcando l’itinerario del mattino ritorneremo in seguito ad Olivetta.
Osvaldo Cavallo
21/03/2010 alle 10:53
Finalmente, su un sito interessante come il vostro non poteva mancare la valle Roya, un luogo ricco di angoli fantastici che però sono nascosti quindi è un bel piacere scoprirli. Un’escursione in quella valle è sempre molto appagante. Sicuramente andrò anch’io presto sul Grammondo. Tralascio i complimenti che ormai sono sottintesi… Ciao. Osvy.
cuneotrekking
21/03/2010 alle 12:16
Ciao Osvy, hai visto che finalmente anche noi siamo approdati in Valle Roya. E’ difficile schiodarci dalle nostre montagne, ma ora che abbiamo rotto il ghiaccio ci ritorneremo presto. Grazie per i complimenti e ciao…
Lorenzo
21/03/2010 alle 14:57
Ciao e complimenti, innanzitutto!
una domanda: secondo voi è migliore (lunghezza, paesaggi, ecc) la via descritta nell’itinerario oppure quella dalla mortola sup., dal mare per intenderci?
cuneotrekking
21/03/2010 alle 20:21
Ciao Lorenzo. Veramente non l’ho mai percorso dalla Mortola, ma ho sentito dire, da chi l’ha provato, che il sentiero si perde e, in alcuni tratti, non è facile trovarlo. Ciao.
Alessia
21/03/2010 alle 21:10
Bella gita,soprattutto per il paesaggio..Qui possiamo vedere la Corsica(che nel filmato si riconosce a stento perchè Gelu non la vede),poi Ventimiglia,Vallecrosia,Bordighera,San Remo e dall’altra Cap Martin…e avanti così per ore ed ore:))..Complimenti comunque per tutte le escursioni!!
Saluti..
cuneotrekking
22/03/2010 alle 14:46
Ciao Alessia, come vedi ho ben documentato la vista sulla Corsica…, anche se Gelu non la vedeva. Ciao e grazie.
Valerio79
23/03/2010 alle 07:59
Che bello trovare descritte le escursioni “di là del Tenda”! Anch’io talvolta mi sposto da quelle parti.
Adoro fare i “Sentier Littoral” sulla Costa Azzurra. Il più famoso è il Mentone-Montecarlo ma anche Cap Ferrat, Cap d’Ail… trovo siano un ottima alternativa per fare escursioni, cammini sempre a pochi metri dal mare osservando i suoi colori e panorami con temperature molto diverse da quelle che si trovano in montagna certe volte! Un Saluto
cuneotrekking
23/03/2010 alle 11:50
Sono sentieri che ho percorso decine e decine di volte, quelli in Costa Azzurra, che non ho mai pensato di descrivere. Mi hai dato una buona idea. Ciao Valerio e grazie.
Klaus
23/03/2010 alle 19:31
Complimenti per la descrizione dell’itinerario. Ho in programma la gita sabato27 marzo…e speriamo nel bel tempo!
cuneotrekking
23/03/2010 alle 20:10
Ciao Klaus, se trovi qualche anomalia nella descrizione, fammelo sapere. Ciao. 😉
enrico
06/07/2010 alle 20:06
Per chi se la sente di allungare un po’ e vuole fare una gita a “impatto zero” consiglio di prendere il treno sulla linea cuneo-ventimiglia e scendere a olivetta. Di li’ uscire dalla stazione e 100 metri a sinistra parte il sentiero per olivetta, in 20 minuti si arriva a olivetta e il sentiero parte piu’ o meno dalla chiesa/municipio.
Il sentiero è in pessimo stato, praticamente piu’ un torrente a secco che un vero sentiero. Assolutamente da sconsigliare se è piovuto perche’ le pietre del letto sono scivolosissime. Curiosa la presenza di una mercedes tedesca degli anni 70 incidentata in mezzo agli alberi nn molto lontani dalla cima, probabilmente finita li’ quando ai tempi la mulattiera in quota era ancora percorribile in macchina.
Riccardo
20/08/2010 alle 12:09
Cari amici, ho fatto il Grammondo ad agosto 2010, partendo da Mortola Superiore. Il monte è visibile dal paese e appare piuttosto lontano in linea d’aria ed è in parte coperto da una anticima in primo piano e nei cui pressi passa un elettrodotto. Il Grammondo è piuttosto piatto e si caratterizza per le due cime praticamente di stessa altezza con una leggerissima depressione im messo. Il percorso è intuibile e le indicazioni sono frequenti e abbastanza ben distribuite.
Dopo un traverso a sinsitra, senza variazioni di quota, negli orti di Mortola, con bella vista su Mentone e Montecarlo, si prende una strada sterrata che termina nei pressi di un evidente vigneto cintato, di qui il percorso è su sentiero che si inerpica sul culmine di un costone che punta a nord est. Al termine si devia a sinistra e vi è il congiugimento con altro sentiero che parebbe essere il principale che va in direzione di Mentone. Quindi di nuovoverso nord est e quindi, si attraverso un bosco di lecci con alcuni tornanti, da qui si esce per traversare verso il passo cornà. Da qui o poco dopo il percorso è tutto a vista con un lungo traverso che si svolge a semicerchio con poco dislivello. Sotto le due cime il sentiero segue un percorso curioso e con modesta salita passa sotto le due cime (con croci) per poi prendere il costone rivolto ad est del Grammnodo. Risaliti per tracce di sentieri si guadagna la vetta. Non vista la Corsica (3 ore veloci a salire, un po più di 2 ore a scendere causa lo significativo spostamento )
cuneotrekking
20/08/2010 alle 12:21
Grazie Riccardo per l’accurata descrizione di questa gita. Ogni tanto qualcuno ci chiede la salita da Mortola Superiore, e con la tua descrizione sarà finalmente accontentato. Ciao e buone gite!!!
UMBY-LUPO GRIGIO
13/02/2011 alle 18:12
da tempo cercavo chiarimenti sul Grammondo: adesso li ho , grazie e complimenti. faremo nostra la cima. ciao
cuneotrekking
13/02/2011 alle 20:21
Ciao, speriamo di esserti stati di aiuto. Buona gita!!!
enrico
15/05/2011 alle 17:29
A Pasqua sono risalito sul Grammondo, questa volta pero’ ho approfittato di un passaggio in macchina per fare una “traversata” nord – sud con chiusura tramite treno Menton-Garavan – Ventimiglia.
Il percorso è identico a quello descritto con partenza da olivetta (o san michele in treno), ma arrivati in cima adocchiate il sentiero (100 metri piu’ in basso) che si dirige a sud dal lato versante italiano, e raggiungetelo con percorso libero. Di li’ seguitelo fino ad arrivare al punto dove scavallerete verso il lato francese, e seguire tra GR52. Di li’ salirete ancora un po’ per arrivare al primo balcone sul mare, veramente uno spettacolo. Di li’ inizia la discesa a Mentone, che è molto ripida visto che bisogna coprire un dislivello di circa 1000 metri per scendere al mare che è in linea d’aria a un paio di km. L’ultimo pezzo segue stradine e sentieri asfaltati tra le frazioni a monte di Mentone. Necessari i bastoni per risparmiare le articolazioni.
Elsa pepino
10/05/2017 alle 03:11
Ciao….segnalate il percorso come EE….qualI sono le difficoltà. Grazie mille siete sempre una minera di idee.
Elio Dutto
10/05/2017 alle 09:44
Ciao Elsa, solamente perché sulla via del ritorno a Mortola Superiore puoi trovare dei sentieri alternativi senza indicazioni che possono trarre in inganno e anche le indicazioni presenti non sono sufficienti. Ciao e buona escursione.