Imbocchiamo la stradina cementata che sale sul fianco destro della chiesa. Poco più in alto questa confluisce su un’altra stradina asfaltata che seguiamo ancora verso destra. Al termine delle ultime case diventa sterrata e prosegue a zig-zag nel fitto del bosco, poco più in alto del torrente Regioso, raggiungendo una baita in pietra situata in posizione incantevole.

Sulla sterrata appena sopra Viozene © Elio Dutto
La sterrata termina e un sentiero prende il suo posto. Con alcuni tratti incassati va a raggiungere, più in alto, una seconda baita denominata cabana de Cian Ruscet (fontana). Il sentiero prosegue ancora con uno zig-zag fino all’incantevole pian Rosso (1.550 m). Qui si sdoppia con una traccia che, a destra, prosegue verso il pian dell’Olio e il Mongioie.

Veduta verso il Bric Conoia © Elio Dutto
Svoltando a sinistra raggiungiamo una grande vasca con fontana e, superato un viale tra i pini, il rifugio Mongioie (1.555 m), situato ai piedi della spettacolare catena montuosa del monte Mongioie che oggi abbiamo la fortuna di ammirare innevata.

La vasca con fontana prima del rifugio Mongioie © Elio Dutto

Mongioie, gola delle Scaglie e Rocca Garba © Elio Dutto
Dopo una pausa imbocchiamo dalla parte opposta il sentiero Ignazio Abbo (indicazione) sulla sterrata che scende dolcemente verso ovest.

Indicazioni del sentiero Ignazio Abbo © Elio Dutto

Sulla sterrata © Elio Dutto
Al primo bivio teniamo la sinistra e a quello successivo inforchiamo il sentiero a destra. Proseguiamo con andatura altalenante su comodo sentiero balcone che si tiene a mezzacosta tra ginestre, ginepri e pini.

Sentiero sentiero balcone a mezzacosta © Elio Dutto

Passaggio in pineta © Elio Dutto
Durante il cammino possiamo ammirare il lontano torrione del Ferà, a sinistra della gola della Chiusetta.

Il torrione del Ferà © Elio Dutto
Verso il fondo la vegetazione si infittisce e il sentiero scende con maggior decisione arrivando a un bivio. Lasciato a sinistra il percorso per Viozene (sarà la nostra via del ritorno) proseguiamo a destra addentrandoci in una pineta. Superato un impluvio roccioso (tratto attrezzato con corda) raggiungiamo più avanti il bivio per la grotta delle Vene (deviazione riservata a escursionisti esperti).

Attraversamento di una gola rocciosa © Elio Dutto
Svoltiamo a destra rimontando un breve ma ripido canalino (corda in aiuto) tra la parete rocciosa e un torrione.

La gola di salita per la grotta delle Vene © Elio Dutto
Risalitolo completamente perdiamo qualche metro arrivando in breve alla cavità della grotta delle Vene, luogo spettacolare ubicato sotto la parete verticale della Rocca del Manco.

L’ingresso della grotta delle Vene © Elio Dutto
Con un po’ di attenzione è possibile visitarne l’imbocco (attenzione alle pietre umide e scivolose) risalendo una scala in ferro per poi percorrere una stretta passerella che conduce a una prima stanza più ampia e poi a una seconda. La grotta prosegue sviluppandosi per diversi chilometri in un reticolo di gallerie, laghetti e sifoni visitabili solo con le dovute attrezzature e competenze speleologiche.

Fulvio all’interno della grotta delle Vene © Elio Dutto
Ridiscesi al bivio proseguiamo per un breve tratto verso destra per andare a vedere un suggestivo ponte sospeso che supera un rio.

In discesa nel canalino di accesso alla grotta delle Vene © Elio Dutto
Nota: il ponte non è sempre presente perché ogni autunno viene smantellato per essere riposizionato solo dopo la tarda primavera.

Sul ponte tibetano © Elio Dutto
Ritornati sui nostri passi fino al bivio toccato all’andata scendiamo questa volta sul comodo sentiero che taglia pendici boscose in direzione sud-est.
Superata una baita il sentiero si allarga a sterrata che alterna brevi tratti cementati. Trecento metri dopo la deviazione per Montenegro, a un tornante, svoltiamo a sinistra su un sentierino che si mantiene al di sopra della provinciale. Diventato stradina asfaltata poco dopo confluisce su di essa. Non ci resta che seguirla verso sinistra per trecento metri tornando al punto di partenza dove chiudiamo questo splendido anello.
Myriam
20/06/2020 alle 15:24
Buongiorno volevo chiedere all incirca quali sono i tempi di percorrenza, vorrei andare domani ma non riusciremo a partire prestissimo. Grazie
Elio Dutto
21/06/2020 alle 07:46
Ciao Myriam. A grandi linee a fare tutto il giro non dovresti impiegare più di 4/5 ore. Ciao
Anna
13/05/2021 alle 08:48
Ciao,
vorrei sapere se ad oggi il ponte tibetano è agibile.
grazie
Elio Dutto
13/05/2021 alle 13:40
Non siamo più stati da quelle parti, ti consiglio di telefonare al rifugio Mongioie. Ciao
Anna
15/05/2021 alle 12:01
Dal rifugio Mongioie mi hanno rifetito che il ponte tibetano è ancora inagibile, causa pietre pericolanti. La colla del Carnino è comunque raggiungibile da un sentiero a monte del ponte.
Elio Dutto
15/05/2021 alle 21:17
Grazie Anna per l’informazione. Ciao e buona gita.