Scendiamo verso valle e un centinaio di metri dopo la tettoia dell’ecomuseo imbocchiamo una rampa cementata che sale a sinistra tra due case. La stradina torna quasi subito asfaltata e risale verso il piccolo cimitero della frazione.

Sulla stradina asfaltata © Valerio Dutto
Appena prima di raggiungerlo svoltiamo su un sentiero a sinistra e quasi subito abbandoniamo anche questo per una mulattiera che si stacca a destra.

Tratti acciottolati © Valerio Dutto
Entriamo in un bosco misto e poi in una bella faggeta, con le foglie dall’intenso colore verde.

Nel bosco misto © Valerio Dutto
Superiamo grazie a una passerella il rio che solca il vallone della Sauma, poi dopo un semicerchio arriviamo in una zona terrazzata. Saliamo sul fianco dei muretti a secco di sostegno, poi pieghiamo verso nord-est nei pressi di una truna in pietra con la caratteristica volta a botte.

Nella truna in pietra © Valerio Dutto
Superiamo ancora un rio su passerella e in breve arriviamo ai tetti Bartola (1.103 m), ridotti perlopiù a ruderi, salvo una baita in pietra parzialmente recuperata che presenta ancora il caratteristico tetto in paglia di segale. Incredibile pensare che la borgata a inizio Novecento accoglieva oltre sessanta persone.

I ruderi di tetti Bartola © Valerio Dutto
Saliamo verso monte arrivando nei pressi del forno in pietra. Svoltiamo a sinistra compiendo un traverso a mezzacosta che ci porta a superare nuovamente il rio oltrepassato poco più in basso. Aggiriamo dal basso una cascina, poi il sentiero perde un po’ di quota tornando a salire con un tornante dopo una terza passerella.
Il sentiero prosegue a mezzacosta pianeggiante. Affianchiamo una barma, ossia uno spazio sotto a una enorme roccia utilizzato anticamente come riparo naturale, poi guadagniamo rapidamente quota con alcuni tornantini. Superato un breve tratto in pietraia sbuchiamo su Lo Gorgàs, inaspettato eccellente punto panoramico verso la valle Gesso della Valletta e Sant’Anna, a picco sotto di noi.

Zoom su Sant’Anna di Valdieri © Valerio Dutto
Il toponimo deriva delle rocce montonate che danno origine a ristagni d’acqua. Il panorama è eccellente sia verso valle in direzione del monte Corno, sia verso monte in direzione del Lausetto, Oriol, Asta, cima del Dragonet e la lunga cresta che conduce verso il monte Matto.

Noemi guarda verso valle in direzione del monte Corno © Valerio Dutto

Dietro di me l’Asta e la cima del Dragonet avvolte tra le nuvole © Noemi Ravera

Giochi di diagonali sull’impervia cresta che conduce alla cima del Dragonet © Valerio Dutto
Dopo una pausa riprendiamo il cammino dalla parte opposta superando inizialmente facili roccette e poi risalendo ancora alcuni metri. Poi scendiamo velocemente verso i diroccati tetti Bariau, immersi tra la vegetazione.

Scendendo verso tetti Bariau © Noemi Ravera

Scendendo verso tetti Bariau © Valerio Dutto
Con una breve deviazione a destra raggiungiamo il forno, in buono stato di conservazione. Più in basso è presente una casa con il tetto in paglia coperto da un telo protettivo.

Particolare del tetto in paglia di segale © Valerio Dutto

Al centro della foto l’Asta, a sinistra, avvolto tra le nebbie, l’Oriol, a destra la cima del Dragonet © Valerio Dutto
Proseguiamo in discesa su comodo sentiero confluendo sulla mulattiera che risale il vallone della Meris verso il rifugio Livio Bianco. Noi scendiamo invece a sinistra lungo tratti ottimamente lastricati.

Sulla mulattiera del vallone della Meris © Valerio Dutto
All’altezza delle prime case di Sant’Anna (fontana) la mulattiera si allarga a stradina asfaltata. Ridisceso ancora un doppio tornante la abbandoniamo per svoltare a sinistra su una stradina che si restringe a sentiero dal fondo asfaltato e che poco sotto torna ad allargarsi (fontana).

La strada torna ad allargarsi © Valerio Dutto
Superata la locanda alpina Balma Meris, dalla parte opposta campeggia su un muro la curiosa scritta a caratteri cubitali W la regina, dedicata a Elena del Montenegro, moglie di re Vittorio Emanuele III.

La scritta dedicata alla regina Elena del Montenegro © Valerio Dutto
Tornati sulla strada centrale di Sant’Anna svoltiamo a sinistra per chiudere l’anello, facendo ancora tappa all’osteria Casaregina per un’ottima fetta di torta.
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