Il trasferimento in valle Roya per noi cuneesi è sempre fastidioso a causa del lungo tempo di attesa al semaforo del tunnel di Tenda, ai vari dossi stradali anti-velocità posti in abbondanza nei vari paesini francesi e a occasionali semafori per lavori.
Arriviamo comunque dopo circa due ore di macchina a Olivetta San Michele (292 m) e parcheggiamo un centinaio di metri oltre. I primi passi (ore 9:15) li affrontiamo rientrando all’interno del paese e passando davanti al municipio.
Il primo tratto da affrontare è la discesa di via Torre che inizia al fondo del piazzale/parcheggio riservato ai residenti, verso il ponte Ronconi che attraversa il torrente Bevera. Tenendo la destra al primo bivio, ed al secondo la sinistra, ci trasbordiamo sul versante settentrionale delle valle ancora in ombra.
Appena oltre il ponte si risale a zig-zag un viottolo lastricato che si intrufola nella tipica macchia mediterranea. Lungo questo tratto abbiamo la possibilità di controllare la progressione della salita, avendo Olivetta di fronte che scivola sempre più distante e in basso.

Olivetta San Michele sempre più in basso © Cuneotrekking
Finalmente, 370 metri più su nei pressi di un ripetitore, il sentiero esce allo scoperto dal versante ombroso. Siamo attorno a quota 660 metri e i raggi del sole ci raggiungono regalandoci subito un po’ di calore.
Il tratto successivo lo percorriamo con lungo traverso nella macchia, poi in una lecceta e tra innumerevoli piante di rovere, cespugli di erbe profumatissime e qualche ginepro.

Nel tratto oltre il ripetitore… © Cuneotrekking

…tra la macchia mediterranea © Cuneotrekking
Il sentiero, non proprio in splendida forma, supera in sequenza alcune pietraie di rocce calcaree che digradano dalla scarpata superiore. Verso il termine del traverso riprende a risalire con svariati tornantini incuneandosi in un avvallamento.
Più avanti, il viottolo diventa un lungo canale di scorrimento d’acqua che sgorga copiosa da ogni parte. Superati alcuni terrazzamenti, il sentiero si spiana sotto una grande parete di rocce calcaree. Raggiungiamo così un bivio che conduce alla sede del rifugio Gambino del CAI di Ventimiglia (1015 m).
Ripresa poi la salita in direzione sud-ovest ci ritroviamo su un’ampia strada che sale a tornanti una fitta pineta lasciando poco sopra, a destra, il bivio per il passo Treittore. Aggirato infine un costone superiamo alcune caserme diroccate e proseguiamo fino al raggiungimento della cresta.

Le caserme diroccate © Cuneotrekking
Ora, con una secca deviazione a destra, percorriamo l’ultimo tratto accidentato del crinale.

Veduta dalla cresta verso cima Longoira e Roc d’Ormea © Cuneotrekking

Percorso in cresta © Cuneotrekking

La prima croce che si incontra © Cuneotrekking
Superata una zona rocciosa raggiungiamo una prima croce e più in là quella di vetta del Grammondo (Grand Mont per gli amici francesi) che si individua facilmente perché fissata su un mastodontico basamento in pietre.

Salendo, sguardo all’indietro © Cuneotrekking

Ingrandendo la foto si può notare la vera croce di vetta al fondo © Cuneotrekking
Arriviamo alle 12:15, tre ore dalla partenza. Per prima cosa indirizziamo lo sguardo al litorale e rimaniamo anche questa volta favorevolmente colpiti dalla veduta della lontana Corsica che dal mare emerge con le sue montagne innevate.

La cima del Grammondo © Cuneotrekking

Dal cippo, sguardo sul Roc d’Ormea e sulla baia di Mentone © Cuneotrekking
Poi seguiamo con lo sguardo lo sviluppo della costa ligure da Bordighera a Cap Martin. Alle nostre spalle, verso nord, i monti nostrani imbiancati spiccano intensamente contro il cielo blu. Riconosciamo la Cime du Diable (2685 m) le Grand Capelet (2935 m) e, più a destra, il Monte Bego (2872 m) e ci sembra di scorgere anche il monte Gelas (3143 m).

Cime du Diable (2685 m), Grand Capelet (2935 m) e Monte Bego (2872 m) © Cuneotrekking

Altra veduta del cippo © Cuneotrekking

Ultimo sguardo verso il mare prima di iniziare la discesa © Cuneotrekking
Sul lato nord del basamento è stata affissa una lapide con scritta commemorativa alla memoria del grande alpinista francese Patrick Berhault.
Dopo aver pranzato nei pressi del punto più alto del monte, e fatte le foto ricordo, iniziamo la discesa verso Mortola scendendo inizialmente, con percorso semicircolare, verso la mulattiera che taglia trasversalmente le pendici del Grammondo (consigliamo invece di ridiscendere l’ultimo tratto del percorso di cresta fatto all’andata fino alla confluenza con la mulattiera).
La mulattiera, cosparsa principalmente di ciottoli di roccia calcarea, discende in direzione sud costeggiando per un lungo tratto la cresta frontiera del versante italiano fino al bivio per il passo del Cornà (indicazioni) che conduce nel versante francese.

Sul sentiero di ciottoli © Cuneotrekking
Lasciatolo a destra, proseguiamo la marcia sul sentiero balcone fino al bivio per Villatella, che lasciamo a sinistra, per proseguire in direzione del passo sette Cammini – Mortola.
Poco più avanti, nei pressi della cima Longoira, lasciamo a destra un accenno di sentiero che conduce verso il confine francese e raggiungiamo in discesa il monte Fuga (798 m).
Nella discesa seguente perveniamo ad un altro bivio lasciando a sinistra il sentiero per Villatella. Il percorso ci porta in discesa verso un crinale trasversale che termina presso alcune case (località Vigne) e alla confluenza con la strada sterrata e subito dopo ad un bivio.
Scendendo verso destra (indicazione Mortola superiore) dopo un po’, presso un tornante, abbandoniamo la strada per seguire il sentiero a sinistra che conduce direttamente nel centro di Mortola superiore dove termina l’escursione.

Scendendo verso Mortola Superiore © Cuneotrekking
Per il ritorno a Olivetta abbiamo la fortuna di avere, a Ventimiglia, l’amico Armando che è venuto fin qui ad aspettarci e ci ricondurrà alla nostra auto. Grazie ancora Armando per la tua squisita disponibilità!
ugo
21/04/2017 alle 13:46
Che vista,bella idea X prossima gita.grazie.
Elio Dutto
21/04/2017 alle 16:01
Il paesaggio che si gusta dalla cima è grandioso se il tempo si mantiene limpido.
Lodovico
21/04/2017 alle 14:59
Il Grammondo è anche noto per la fioritura delle peonie selvatiche. Direi che la prima quindicina di maggio è il periodo giusto per questo straordinario spettacolo .
Elio Dutto
21/04/2017 alle 16:00
Ciao Lodovico, hai idea del luogo preciso dove si possono vedere? Non le ho mai viste ma immagino sia uno spettacolo. Grazie!
Lodovico
21/04/2017 alle 17:00
Le prime peonie si vedono a partire dal rifugio Gambino. Poi sempre di più, anche lungo il sentiero. Il massimo è quando si esce allo scoperto in vista del mare. Una volta sono salito ad aprile e i boccioli non si erano ancora schiusi. La seconda volta, a fine maggio, erano ormai sfiorite. Quest’anno provo all’inizio di maggio!
Elio Dutto
21/04/2017 alle 21:35
Grazie Lodovico per l’informazione, che potrà essere utile a chi si accingerà a ripercorrere l’itinerario. Ciao.
ELEONORA
24/04/2017 alle 18:31
bello l intinerario e grazie dell informazione sulle peonie non sapevo il periodo giusto
FABRIZIO
27/04/2017 alle 11:46
sembra essere un bellissimo itinerario, ma chiedo scusa A/R sono 16 km totali o 32 km, perchè se cosi fosse sarebbe quasi indispensabile avere un mezzo all’ arrivo a mortola superiore
Valerio Dutto
27/04/2017 alle 12:08
Ciao Fabrizio, i 16 km sono per la traversata da Olivetta a Mortola superiore. In questo caso non c’è il ritorno perché, come abbiamo indicato, “per il ritorno a Olivetta da Mortola superiore occorre una seconda auto oppure, come nel nostro caso, la fortuna di avere un amico che ci riconduca alla partenza”. Ciao.
FABRIZIO
27/04/2017 alle 13:35
Ho capito, allora è proprio indispensabile il mezzo all’ arrivo, ci si deve organizzare bene.
niente, grazie per la pazienza!
Marco Fraire
11/01/2018 alle 17:02
Bell’itinerario e anche impegnativo a livello di tempo richiesto. Però mi e sfuggito un particolare: è considerato EE, per escursionisti esperti. Qual’e’ il motivo? E in quali tratti del percorso? È molto esposto? È un sentiero attrezzato? Grazie delle info!
Elio Dutto
11/01/2018 alle 17:16
Ciao Marco.Non ci sono tratti esposti e neanche attrezzati. EE solamente per il fatto che non ci sono tante indicazioni lungo il percorso e occorre avere un po’ di spirito d’orientamento, specialmente nella discesa a Mortola superiore.
Paolo
02/09/2021 alle 08:22
Grazie per le preziose descrizioni del percorso. L’abbiamo fatto ieri con mia moglie, ritornando però a Olivetta dopo aver raggiunto la vetta del Grammondo (7 ore e 30 complessive). Magari la prossima volta facciamo a/e da Mortola: vale la pena?
Elio Dutto
02/09/2021 alle 20:52
Ciao Paolo, vale sempre la pena percorrere un’escursione al contrario. Rivedi le cose con occhi diversi, magari scoprendo cose nuove. Ciao e buona escursione.