Dal tornante imbocchiamo la sterrata a sinistra seguendo, tra i numerosi cartelli presenti, quelli che ci guidano verso il passo Scaletta. Dopo qualche centinaio di metri ignoriamo la deviazione a destra verso i colli Feuillas e Enchiausa proseguendo sulla sterrata.
A circa ottocento metri dalla partenza altri cartelli ci guidano verso il passo Scaletta. Deviamo sulla destra tra i larici, che nel tardo mese di ottobre si infiammano dei colori autunnali, tenendo ancora la destra al bivio successivo portandoci al di sopra di prato Ciorliero (1.910 m), un ampio pianoro pascolivo dove osserviamo i ruderi di antichi edifici militari.
Proseguendo in salita arriviamo a un panoramico poggio su cui è posto un altarino in legno. Il sentiero piega verso destra nel vallone di Costa Denti, chiuso a destra dal frastagliato costone omonimo.

Nel vallone di Costa Denti © Valerio Dutto
Man mano che saliamo i larici si fanno più radi lasciando il posto a verdi pascoli. A quota 2.180 metri raggiungiamo un bivio (palina) dove proseguiamo a destra su alcuni dossi erbosi. Il paesaggio comincia a cambiare, l’erba lascia il posto a sfasciumi. Trascurata una traccia sulla sinistra che taglia verso sud-ovest proseguiamo in direzione nord verso un ripido intaglio che va a incidere la Costa Denti.
Alcuni zig-zag risalgono un franoso canalone che in breve conduce al soprastante e poco evidente passo dell’Escalon (2.415 m).

Arrivo al passo dell’Escalon © Valerio Dutto
Entriamo nel vallone Roccetta, dove il panorama cambia ancora, diventando quasi lunare.

Nel vallone Roccetta © Valerio Dutto
Il tracciato, con pendenze minori, ci obbliga a percorrere un ampio semicerchio verso sinistra portandoci tra enormi massi erratici nella direzione del passo Scaletta (2.614 m).
Il percorso di qua è riservato a escursionisti esperti. Dal passo svoltiamo a sinistra seguendo il sentiero Roberto Cavallero (tacche blu/rosse), un grandioso itinerario ad anello di più giorni. Attacchiamo in ripida salita il castello sommitale del monte Scaletta superando alcuni faticosi zig-zag su sfasciumi.

Zig-zag sugli sfasciumi del castello sommitale © Valerio Dutto
Il sentiero raggiunge la base di una fascia rocciosa, dove una galleria artificiale entra nelle viscere della montagna. Con l’ausilio di una torcia la percorriamo compiendo una “L” rovesciata che ci porta sul franoso lato opposto (attenzione alla testa in uscita).

L’ingresso della galleria artificiale © Valerio Dutto
Oltrepassiamo un ripido canale su terreno precario e risaliamo lo scosceso costone laterale.

In uscita dalla galleria artificiale oltrepassiamo un ripido canale © Valerio Dutto
Al termine, piegando verso destra, ci innalziamo passando in una inaspettata trincea di muri a secco (qualche punto in cui mettere le mani). Piegando verso sinistra risaliamo la facile china fino a raggiungere la croce di vetta (2.840 m), ottenuta da pezzi di mitragliatrice.

Sulla facile china prima della croce di vetta © Valerio Dutto

La croce di vetta ottenuta da pezzi di mitragliatrice © Valerio Dutto
Il panorama è superbo verso i vicinissimi Oronaye e Vanclava, su tutti i laghi Roburent, il passo della Gardetta con al fondo Rocca la Meja, che di qua ricorda un’affilata pinna, e il sottostante vallone di Unerzio.

Il lago superiore di Roburent © Valerio Dutto
Ora occorre pensare al tratto più impegnativo dell’escursione. In caso di problemi o cattivo tempo è possibile, a circa metà tragitto, ripiegare sul sentiero che riporta nel vallone Costa Denti (valle Maira) oppure su quello che scende in direzione del lago mediano di Roburent (valle Stura).
Scendiamo verso il lato opposto della cima tenendoci a qualche decina di metri a destra della grossa ruota dentata in acciaio che servì da montacarichi per la costruzione dei bunker. Risaliamo di qualche metro la testa rocciosa di fronte per poi scendere dalla parte opposta.

Immagini della traversata © Valerio Dutto
La descrizione di questo tratto non è facile perché si sviluppa tra guglie, torrioni, strapiombi e salti rocciosi, sconfinando di continuo tra i versanti valle Maira e valle Stura.

Immagini della traversata © Valerio Dutto

Immagini della traversata © Valerio Dutto
In ogni caso seguiamo costantemente le tacche blu/rosse del sentiero Cavallero che sono sempre presenti nei punti importanti. Gli scorci e le vedute su entrambi i versanti sono da cartolina. Il percorso non è da sottovalutare perché estremamente aereo su scivolosi sfasciumi.

Immagini della traversata © Valerio Dutto

Immagini della traversata © Valerio Dutto

Immagini della traversata © Valerio Dutto

Immagini della traversata © Valerio Dutto
A un certo punto del percorso divalliamo nella sottostante valle Stura, perdendo quota, per passare tra due grandi torrioni.

Passaggio tra due grandi torrioni © Valerio Dutto
Risaliamo, infine, la china di terra gialla che porta al passo Peroni (2.578 m).

Risalita al passo Peroni © Valerio Dutto
Svoltando verso sinistra seguiamo il sentiero che taglia un costone e conduce al vicino passo la Croce Occidentale (2.620 m). Da qui proseguiamo verso lo spartano bivacco Due Valli (2.620 m).

Dal passo Peroni aguzzando lo sguardo possiamo già notare il bivacco Due Valli (verso il centro/sinistra della foto) © Valerio Dutto
Sempre aperto, ha una capienza di 3/4 posti letto, ma non vi è acqua e non è provvisto di coperte o stoviglie.
Il sentiero riprende quota superando la collinetta portandoci al vicino passo la Croce Orientale (2.645 m).
Lasciando sulla destra un tracciato che arriva dal colle Oserot, proseguiamo sempre vicino al filo di cresta ammirando i grandiosi panorami su Rocca Brancia, colle e monte Oserot.

Lorenzo davanti a Rocca Brancia © Valerio Dutto
In breve raggiungiamo il colle Vittorio (2.525 m). Proseguendo ancora per un tratto di cresta ci portiamo sull’imbocco di un ripido canalino roccioso attrezzato di catena approdando a un colletto.

Il ripido canalino roccioso attrezzato © Valerio Dutto
Qui terminano le difficoltà.
Girando a sinistra (nord-ovest) ritroviamo un comodo sentiero che scende dolcemente in direzione di un avvallamento erboso. Lo superiamo sulla destra, entriamo nella valletta opposta e scendiamo verso il ricovero Escalon (2.270 m), ormai destinato alla rovina, che intravediamo su un’altura non troppo distante.

Discesa verso il ricovero Escalon © Valerio Dutto
Dal ricovero riprendiamo la discesa per chiudere l’anello poco più in basso. Svoltando a destra torniamo a prato Ciorliero andando poi a terminare questa spettacolare traversata.
Osvy
07/08/2011 alle 14:20
Il tour che avete fatto è molto interessante per quanto riguarda le opere del vallo alpino oltre naturalmente ai panorami offerti dalla quota elevata. Dal commento finale, deduco che non avete visitato l’interno del ricovero Escalon; veramente sarebbe un peccato la rovina di quella casermetta perchè all’interno ci sono (o c’erano) due dipinti di propaganda bellica perfettamente conservati che non dovrebbero andare persi. Se volete vi mando le foto.
Ciao Osvy.
cuneotrekking
07/08/2011 alle 16:46
Ciao Osvy. Ti ringrazio se ci mandi le foto dei due dipinti di propaganda bellica. Sì, li abbiamo visti e anche fotografati ma le mie sono state leggermente mosse e le ho dovute scartare. Ciao e grazie, Elio
Marco Billo’
23/08/2011 alle 10:08
Due o tre anni fa ho fatto lo stesso giro con partenza da Frere, alla base del vallone di Unerzio, percorrendo tutto il sentiero detto “La scurcio” per salire sino a Viviere e poi al puto di partenza “standard” dove anche voi avete lasciato le macchine. Lo consiglio caldamente, perche’ in questo modo si viene a fare una ita che percorre integralmente tutto il vallone, dal suo sbocco ad una delle sue cime principali, passando per tutte le delizione frazioni (gheit, chialvetta, pratorotondo, viviere) e godendosi via via il cambiamento di ambiente.
cuneotrekking
23/08/2011 alle 19:10
Ciao Marco, il giro ci è talmente piaciuto che vogliamo ripeterlo presto. Grazie per averci suggerito questa variante: speriamo di avere il tempo di farla! A presto!
Guido ‘ sensafren’
24/06/2012 alle 14:44
Mi immergo e percorro il nostro ‘Piccolo Tibet’ rallentato dagli autocarri che trasportano le mucche ai pascoli alpini e approfitto così per godermi il cielo azzurro e il Chersogno che mi da il benvenuto . Deviazione per Chialvetta e poi proseguo in auto fino a Prato Ciorliero, fondo un pò dissestato , doveroso procedere con lentezza. Accompagnato dalle numerose capre salgo alla volta del passo Escalon ,lungo il vallone Costa Denti. Arrivo velocemente al passo Scaletta e di qui in cima. Esclusa la neve che quasi ostruisce lo sbocco della famosa galleria ,ove occorre attraversare il canalino nevoso con prudenza , non ci sono difficolta di sorta e senza faticare si arriva alla croce. Leggendo le relazioni tutte riportano che il meglio del percorso si ha proseguendo il tour . E così subito constato la cosa trovandomi circondato da splendide guglie che ricordano certe cattedrali gotiche. Ora sul lato Maira , ora Stura, lo scenario e i panorami sono da brivido. Paesaggio dolomitico-lunare, pietraie multicolore , vorrei non finisse mai ! Passo Peroni, la fame si fa sentire , ma resisto fino al bivacco Due Valli.Curiosi pozzetti ,ad una distanza di 15 – 20 metri uno dall’altro ,sono presenti lungo tutto questo tratto . A cosa saranno serviti ? Curiosa , la cosa . Le numerosissime tacche rosso-blu del sentiero R.C. ti impediscono di sbagliare percorso. Utili le catene alla Repaietta – colletto Vittorio , il fondo è un pò scivoloso. Mi appare la caserma Escalon e come sopra descritto da Osvy trovo e fotografo due dipinti della propaganda bellica. E’ un peccato vedere lo stato di rovina e abbandono di certe opere. Ora si scende velocemente a Prato Ciorliero andando a riprendere il sentiero percorso all’andata , poco sopra di esso. Giro spettacolare , consigliatissimo , per nulla faticoso, circondati da scenari meravigliosi. Grazie Valle Maira , a presto !!
cuneotrekking
24/06/2012 alle 16:29
Ciao Guido, le sensazioni che hai provato tu le abbiamo avute anche noi compiendo quel tour. Mi sa che lo rifaremo molto presto.
Ciao, Elio
Marco Chierici
26/06/2019 alle 19:06
Sapevo che prima o poi avrei incontrato la curiosità di qualcuno che si domanda cosa saranno mai i pozzetti presenti nel tratto che va dal Passo Peroni al Bivacco due valli e oltre.
Bene quei pozzetti, per altro non terminati, mancano le chiusure, fanno parte della linea telefonica di comunicazione che collegava le opere presenti in zona Colletto Oserot, Passo di Rocca Brancia, con l’opera in caverna ormai distrutta situata nei pressi del Passo Peroni. L’opera è una linea telefonica protetta, in quanto probabilmente il rischio di distruzione costruendola esternamente su pali come in altre occasioni, era troppo alto. Ecco il motivo per cui è stata interrata a una profondità di circa 2 metri, attraverso un tubo che collega tutti i pozzetti. Nella parte vicina al bivacco Due Valli, risulta affiorante il calcestruzzo di copertura della tubazione che per qualche motivo non è stato collocato in profndità.
Se si prosegue il percorso scendendo dal Due Valli verso il colletto Oserot, ecco che si possono vede una linea di pali telefonici in legno che portavano la linea al colle.
Spero di essere stato utile al chiarimento de post.
Sopralluogo effettuato nel 2018 con esperto di Vallo Alpino Diego V.
Valerio Dutto
26/06/2019 alle 21:29
Ciao Marco, grazie per le preziose informazioni. Finalmente diventa chiaro il motivo di quell’opera!
Albino
29/07/2013 alle 20:54
Mi aggrego ai commenti che mi hanno preceduto. Ho effettuato l’escursione ieri, 28 luglio 2013. Giornata spettacolare con assenza di nuvole. Variante dal Colle Vittorio: mia moglie quando ha visto la discesa nel canaletto con le catene, dopo aver effettuato tutto il precedente percorso e messo a dura prova il suo senso di equilibrio, si è rifiutata e dopo aver ripiegato per i 200 metri fino al colle Vittorio siamo scesi con la strada militare e deviato per Comba Emanuel, fino a ricongiungerci con l’S11, che va al colle Rocca Brancia. Escursione per noi un pò faticosa ma…impareggiabile, per la vista, la giornata splendida e le …sensazioni!
Cuneotrekking
29/07/2013 alle 21:25
Ciao Albino, mi spiace non abbiate percorso anche quell’ultimo tratto. Non era così difficile, specialmente con l’aiuto della catena e poi… visto che aveva fatto trenta poteva far trentuno. Però se non se l’è sentita ha fatto tanto bene a rinunciare. Comunque tutto quel percorso è veramente magnifico. Elio
Giovan Battista Merlo
15/06/2017 alle 18:45
Ho incontrato gli Amici di “Cuneotrekking” qualche volta tra le montagne. In particolere ricordo l’escursione ai “Laghi d’Aver” nell’ormai lontano 12 ottobre 2011. Da allora per ogni gita nelle Alpi Marittime e Cozie abbiamo consultato sempre gli itinerari del “Cuneotrekking” e ci siamo trovati non bene, ma benissimo. Il nostro compianto amico, Ernesto Bianchi, scompsrso il 25 aprile 2016 sul canalino del Viso Mozzo, era molto in contatto con voi. Forse qualcuno di voi lo ricorda. Lui, leggendovi, diceva sempre di essere sicuro del sentiero perchè aveva consultato il siti di “Cuneotrekking”.
Grazie per le vostre indispensabili e preziose indicazioni, che ci hanno permesso ulteriori conoscenza dele vostre insostituibili Alpi.
Io sono del 1943 e ormai non posso più seguirvi come una volta. Devo fare gite un po più brevi. Mi accontento di everne fatte parecchie. Grazie
Elio Dutto
15/06/2017 alle 21:57
Ciao Giovanni! Che piacere per noi leggere questo bel commento. Lo terremo prezioso perché scritto col cuore. Questo per noi significa aver fatto sempre un buon lavoro che è servito a qualcuno. Mi era spiaciuto molto aver appreso la notizia della morte del tuo amico Ernesto Bianchi, morto, se ricordo bene, mentre saliva al Viso Mozzo. Era sicuramente il suo destino, ed è morto facendo quello che più gli piaceva.
Anche se sei del 1943 hai ancora tempo per fare tante escursioni, magari rallentando un po’ il ritmo. L’importante è arrivare.
Noi dal canto nostro continueremo a inserire nuovi percorsi anche per far conoscere a tutti quelli che ci seguono le bellezze che ci circondano.
Grazie Giovanni per le tue belle parole che hanno apportato nuova linfa per noi.
Ti saluto io insieme a tutti i miei compagni di cuneotrekking.
Ciao e mi raccomando… non mollare mai.
Ezio
30/08/2018 alle 09:51
Con l’amico Paolo fatto martedì 28/8 lo splendido giro da voi consigliato, completandolo con il rientro a Prato Ciorliero attraverso il colle dell’Oserot, il passo di Roccia Brancia ed il colle della Gardetta (prendendo spunto dall’altro splendido itinerario da voi proposto , e già fatto per intero lo scorso anno, del giro dei sette passi).
Giornata bellissima e tersa, percorso e panorami spettacolari.
Da consigliare
Complimenti per il lavoro che fate a vantaggio di tutti gli escursionisti amanti delle valli cuneesi.
Ezio
Elio Dutto
30/08/2018 alle 20:35
Ciao Ezio. Avete trovato una bellissima giornata e questo è quello che ci vuole per questo bel giro. Grazie ancora per i complimenti, ci fanno davvero piacere! Ciao
Fabio
13/10/2020 alle 10:48
Ciao a tutti, secondo voi è un’escursione fattibile anche a fine ottobre?
Grazie mille!
Elio Dutto
13/10/2020 alle 11:23
Tutto dipende dalla neve. Ora ce n’è poca ma è insidiosa e bisognerà ancora vedere quello che succede nei prossimi giorni.
marco craveri
23/09/2018 alle 22:34
A proposito del sentiero che a metà percorso della cresta scende nel Vallone Costa Denti, ne sconsiglio l’utilizzo per le pessime condizioni in cui si trova a causa del terreno molto franoso che ne ha cancellato in molte parti la traccia. L’abbiamo percorso oggi , salendo, solo la parte alta si è salvata. Comunque, giornata stupenda.
Elio Dutto
24/09/2018 alle 21:03
Grazie Marco per avercelo comunicato! Ciao
francesco
15/09/2020 alle 18:23
Ciao
Questo percorso per me è stato fantastico!
Passaggi aerei e panorami splendidi!
Forse quello che mi colpito maggiormente in tutte quelle che sto facendo seguendo questo splendido sito.
Potresti consigliarmene un paio diciamo “ simili”?
Grazie mille
Elio Dutto
15/09/2020 alle 21:38
Altro bel giro che ti consiglio, sempre da quelle parti, è questo:
https://cuneotrekking.com/escursione/il-giro-dei-sette-passi-da-viviere-valle-maira/
oppure anche questo:
https://cuneotrekking.com/escursione/monte-viraysse/