Ci portiamo verso l’angolo sud-est della piazza Armando Diaz. Attraversato corso Trento imbocchiamo l’affascinante viale Mellano, un percorso interamente pedonale di circa 800 metri, un vero e proprio balcone panoramico intorno alla città vecchia che si affaccia sulle Langhe.

Il percorso pedonale di viale Mellano © Valerio Dutto
Nelle giornate terse lo sguardo spazia fino alle Alpi Liguri.
Arriviamo all’inizio di piazza Vittorio Veneto, chiusa al fondo dalla chiesa barocca della Santissima Trinità, detta dei Battuti Rossi, dalla caratteristica facciata concava e il campanile slanciato.

La chiesa barocca della Santissima Trinità © Valerio Dutto
Senza attraversare la piazza scendiamo subito sulla scalinata a sinistra (palina), alla base della quale svoltiamo nuovamente a sinistra infilandoci in un boschetto. Scesi su via Palocca la attraversiamo e la percorriamo in discesa sul marciapiede ai fianchi dell’area residenziale.
Attraversiamo via Salmour e dopo meno di un centinaio di metri svoltiamo a destra in via Priaggio.
In alternativa esiste una variante del percorso che prosegue verso la cartiera e si ricongiunge sotto al ponte ferroviario.
Superiamo la Bongioanni Stampi e più avanti passiamo sotto al raccordo autostradale. La strada piega a sinistra e poi affianca un grande cascinale dopo cui diventa sterrata.

Via Priaggio nel tratto diventato sterrato © Valerio Dutto
Passiamo accanto a una inaspettata torretta con tanto di merlatura.

L’inaspettata torretta © Valerio Dutto
Voltandoci possiamo godere di ottimi scorci panorami verso la città vecchia di Fossano.

L’ormai lontana città vecchia di Fossano da cui siamo partiti © Valerio Dutto
Grazie a un sottopassaggio superiamo la linea ferroviaria e poi entriamo nell’area industriale. Tenendoci sulla parallela alla statale aggiriamo il deposito di Gunetto Autolinee arrivando a una grande area picnic con tanto di panchina rossa gigante.

Queseta panchina è davvero gigante! © Valerio Dutto
Entriamo nell’area verde e facciamo una breve deviazione verso un punto panoramico dove possiamo osservare l’immenso ponte ferroviario sotto cui passeremo tra poco.
Tornati all’area picnic ci infiliamo in un “tunnel” tra gli alberi e seguiamo il ripido sentiero, reso più agevole da numerosi gradini realizzati con tronchi di legno, che scende verso lo Stura.

L’imbocco del “tunnel” tra gli alberi © Valerio Dutto

Qualcuno ci osserva… © Valerio Dutto
Siamo proprio ai piedi delle impressionanti arcate del ponte ferroviario, iniziato a costruire intorno alla metà dell’Ottocento e fortemente danneggiato nel 1943 da un bombardamento.

Le impressionanti arcate del ponte ferroviario © Valerio Dutto
Aggirate un paio di immense pile in mattoni rossi risaliamo la curiosa scala a chiocciola metallica e iniziamo il tratto più affascinante del percorso: duecento metri di passerella che ci permettono di sorpassare lo Stura.

La curiosa scala a chiocciola metallica © Valerio Dutto

L’affascinante passerella © Valerio Dutto

Immancabile foto all’indietro © Valerio Dutto
Raggiunta la sponda opposta scendiamo ancora da una scala a chiocciola e riprendiamo subito a salire decisi nel fittissimo bosco.

Si scende verso la sponda opposta © Valerio Dutto

Nel fittissimo bosco © Valerio Dutto
Arrivati sulla stradina asfaltata giriamo a sinistra per poi abbandonarla cento metri oltre svoltando sulla sterrata che si stacca a sinistra.

Tra i campi prima di costeggiare il bosco © Valerio Dutto
Dopo un centinaio di metri abbandoniamo anche questa (attenzione: poco evidente) per costeggiare il bosco. Poco oltre, a una palina, scendiamo al suo interno.
Scesi nuovamente sulla sponda dello Stura seguiamo il sentierino lungo un caratteristico tratto fluviale.

Sulle sponde dello Stura © Valerio Dutto

Il tratto fluviale è ricco di sorprese! © Valerio Dutto
Dopo oltre un chilometro, arrivati su una sterrata, svoltiamo a sinistra e la seguiamo passando nuovamente sotto al raccordo autostradale.
Giunti su asfalto svoltiamo a destra (palina mancante) per poi abbandonarla quasi subito svoltando sulla sterrata a sinistra. Alle successive due diramazioni teniamo ancora la sinistra, poi la strada diventa asfaltata e scende sulla provinciale.
Svoltiamo a sinistra e attraversiamo lo Stura sul ponte della provinciale. È un tratto in cui fare molta attenzione perché le auto sfrecciano ad alta velocità. Immediatamente al termine del guardrail (attenzione: poco evidente) torniamo indietro di qualche metro sulla stretta traccia che ci fa scendere sulla sterrata sottostante che seguiamo verso destra.

La sterrata che ci porta verso la cappella di san Lazzaro © Valerio Dutto
Dopo una curva affianchiamo la cappella di san Lazzaro. Appena sopra attraversiamo la provinciale per seguire una sterrata che parte esattamente dalla parte opposta. Poco oltre attraversiamo anche via Narzole per continuare su via san Lazzaro. La strada ha bel fondo acciottolato poi, superata una splendida villa ristrutturata, diventa asfaltata e dopo un tornante ci riporta su via Narzole.
Non ci resta che percorrerla verso sinistra per tornare in breve al punto di partenza dove chiudiamo questo interessante anello.
umberto
17/04/2021 alle 12:06
bello, chiaro, semplice e stimolante
Mariapia Supporter
17/05/2021 alle 21:37
Itinerario molto ben spiegato, bello e sorprendente il passaggio nella passerella!
Andrea Cortese
06/06/2021 alle 21:18
Ho fatto questo percorso oggi per la prima volta e questa descrizione dell’itinerario è scritta in modo così preciso che mi é stata indispensabile per orientarmi. Grazie!
Valerio Dutto
06/06/2021 alle 21:42
Grazie Andrea, mi fa piacere!