Si possono scegliere quattro percorsi, contraddistinti da un colore: marrone (1,1 km), per raggiungere l’arboreto Prandi, verde (7,5 km), su strade asfaltate, azzurro (9,8 km), su strade sterrate e asfalto, arancione (9 km), più impegnativo su sterrate, sentieri e strade asfaltate.
Purtroppo arriviamo a Sale San Giovanni ignorando che la sera precedente un violento nubifragio ha creato seri danni ai campi di lavanda, a quelli delle erbe officinali e ad alcune strutture posizionate lungo il percorso. Considerata la ridotta praticabilità dei sentieri preferiamo seguire il percorso verde che si svolge totalmente su strada asfaltata.

La pieve di san Giovanni Battista, davanti alla quale parte l’itinerario © Elio Dutto
Dal parcheggio seguiamo per un buon tratto la provinciale che sale verso nord. Giunti nei pressi della borgata Vadda (702 m, punto più alto dell’escursione) svoltiamo a sinistra.

Presso la località Vadda © Elio Dutto
Superato il nucleo di case Boglio, proseguiamo su strada pianeggiante verso ovest raggiungendo più avanti le prime coltivazioni nei pressi di un appezzamento di terreno (fontana).
Sul lato sinistro si estende una splendida piantagione di elicriso, pianta comune in tutto il bacino del Mediterraneo dal fiore giallo dall’intenso profumo, molto utilizzata in profumeria e apprezzata per le proprietà terapeutiche, antiallergiche e antinfiammatorie.

Distesa di elicriso © Elio Dutto

Filari di elicriso © Elio Dutto
Nelle immediate vicinanze di un casolare spicca la coltivazione della lavanda. Chi non la conosce? È un pianta molto popolare diffusa nei terreni sassosi delle nostre vallate utilizzata un tempo dalle nostre massaie per profumare la biancheria mentre oggi viene coltivata per estrarne l’essenza. La lavanda è una delle essenze più importanti e polivalenti dell’aromaterapia e viene impiegata da migliaia di anni: fresca, essiccata o in forma di olio per scopi curativi.

Cuore nella lavanda © Elio Dutto

Estensione di lavanda © Elio Dutto
Il nostro stupore aumenta quando ci avviciniamo ai filari della salvia officinalis. Grazie alla sua azione dermopurificante, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante e deodorante, trova impiego in creme e prodotti per la cura della pelle e dei capelli. Viene utilizzata anche in una soluzione idroalcolica per sciacqui e gargarismi per l’igiene del cavo orale in caso di afte, gengiviti, alito cattivo e faringiti.

Tra le piantine di salvia officinalis © Elio Dutto
Superati altri filari di lavanda ci avviciniamo a una stele in marmo “verzino” di Frabosa, dal titolo “Durchlässigkeit” (permeabilità), opera della scultrice svizzera Daniela Madeleine Guggisberg.

Tra la lavanda spicca l’opera dell’artista svizzera Daniela Madeleine Guggisberg © Elio Dutto
Mentre inizia una lenta discesa ci avviciniamo a un campo colonizzato da filari di issopo, pianta poco conosciuta da noi che viene utilizzata per uso farmaceutico e per aromatizzare liquori, aperitivi, aceti. Dai suoi fiori si può ricavare anche un ottimo miele dal gusto delicato e profumato.

Coltivazioni di issopo © Elio Dutto
La strada prosegue il suo corso lasciando a destra alcuni filari di melissa officinalis dal gradevole profumo di limone. Un lungo filare di pini ci porta a raggiungere le case della località Perontoni, preceduta da una bancarella che offre prodotti della lavanda.

Bancarella in località Perontoni © Elio Dutto
In leggera discesa raggiungiamo le vicine case Caretto, quindi proseguiamo verso altre coltivazioni di lavanda e thymus vulgaris di cui vengono utilizzati i fiori.

Proseguendo sul crinale © Elio Dutto
Per uso esterno si utilizza principalmente l’olio essenziale per le sue proprietà antisettiche, antibatteriche, disinfettanti e deodoranti. Viene impiegato per la realizzazione di creme, detergenti, collutori, dentifrici, shampi e lozioni.
Seguono altre coltivazioni di rosmarino officinalis, ingrediente essenziale in cucina, pianta aromatica molto utilizzata per aromatizzare. Il rosmarino agisce sul sistema nervoso: stimola gli astenici, migliora la memoria e viene utilizzato contro la depressione.

Coltivazioni di rosmarino © Elio Dutto
Poco dopo, a un bivio, teniamo la sinistra scendendo alcuni tornanti, quindi ancora la sinistra poco prima delle case Frati. Anche qui in una caratteristica botteguccia si possono acquistare miele, lavanda, patate.

Antico forno presso le case Frati © Elio Dutto
Proseguendo in discesa, dopo un tornante giungiamo nei pressi di un casolare sul cui retro si trova la coltivazione della pianta ombrellifera del finocchio selvatico, ricca di un’essenza costituita specialmente di anetolo, stimolante e digestivo i cui semi si usano per aromatizzare pesci, castagne, olive. Si può anche degustare sotto forma di infuso per godere delle sue proprietà benefiche, in caso di disturbi gastro-intestinali.

Finocchio selvatico © Elio Dutto
Un’ulteriore discesa ci porta a scavalcare un ponte (551 m, punto più basso dell’escursione). Durante la risalita passiamo nei pressi di campi coltivati ad enkir, antichissimo cereale, con la caratteristica di contenere pochissimo glutine, che ha segnato l’inizio dell’agricoltura nel mondo.

Spiga del cereale enkir © Elio Dutto
In risalita affianchiamo in nucleo di case Giovellotto (580 m) prima di tornare all’auto.

Tornando verso l’auto © Elio Dutto

Fiori multicolore © Elio Dutto
Giunti sullo stradone, per concludere al meglio il giro vale la pena fare ancora una deviazione a destra di cinquecento metri su strada quasi pianeggiante in direzione della località Costa. Anche qui i campi di lavanda la fanno da padrone ed anche qui una botteguccia offre altri prodotti, tra i quali il cereale Enkir.

Finestra sulla lavanda © Elio Dutto

Turiste spagnole a passeggio tra i filari di lavanda © Elio Dutto
Tornati al parcheggio non ci lasciamo naturalmente mancare una visita all’imperdibile e antichissima pieve di san Giovanni (XI secolo). La guida escursionistica ambientale Mailing Pisano ci fornisce utili informazioni facendoci apprezzare la struttura e gli antichi e ancora ben conservati affreschi.

L’interno della Pieve © Elio Dutto
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