Torniamo per poche decine di metri verso valle e svoltiamo a sinistra sul ponte che attraversa il torrente Gesso. Confluiti sulla provinciale la seguiamo verso sinistra fino al semaforo di Andonno.
Giriamo a destra sulla stradina che sale verso il centro del paese e che piega verso nord-est. Arrivati alla chiesa di sant’Eusebio svoltiamo a sinistra sempre su asfalto salendo dolcemente verso ovest.
Nei pressi della cappella della Madonna del Gerbetto ignoriamo una deviazione a destra e proseguiamo in falsopiano. Poco più avanti il fondo diventa sterrato. La strada riprende a salire, quindi teniamo la destra percorrendo una rampa più ripida inizialmente un poco sconnessa.
Poco più in alto la sterrata torna a distendersi.

La sterrata torna a distendersi © Noemi Ravera
Quando piega verso destra la abbandoniamo per tagliare una radura delimitata da paletti con tacche bianco rosse. Superiamo una passerella e svoltiamo verso sinistra su divertente discesa.
Dopo duecento metri giriamo sulla carrareccia che si stacca verso destra con ripidissima salita (pendenza del 20%). Il breve tratto conduce ai piedi delle pareti rocciose gradinate delle ex cave monte Saben, habitat naturale della Papilio alexanor, farfalla striata protetta in via d’estinzione: non a caso poco più avanti inizia il breve Sentiero delle farfalle.

Ai piedi delle pareti rocciose gradinate delle ex cave d’ardesia © Valerio Dutto
Procediamo in leggera discesa verso sinistra.

In leggera discesa ancora ai piedi delle ex cave d’ardesia © Valerio Dutto

Al centro della foto il monte Ray e il Lausetto © Noemi Ravera

Divertente discesa © Noemi Ravera
Più in basso trascuriamo una deviazione a destra e scendiamo fino a lambire la provinciale. Prima di toccarla svoltiamo a destra e, superata una sbarra, riprendiamo a salire sulla stradina che in prossimità della necropoli, dove oggi è presente la ricostruzione di un villaggio neolitico, diventa asfaltata.

Ricostruzione di un edificio dell’Età del bronzo © Valerio Dutto
In quest’area furono riportate alla luce tombe risalenti alle Età del bronzo e del ferro.
Entrati all’interno dell’area archeologica la attraversiamo interamente. A monte delle ultime capanne in legno imbocchiamo una bella mulattiera delimitata da alberi che procede verso ovest sopra Valdieri ai margini della riserva naturale di Rocca san Giovanni e Saben.
Attraversiamo la sterrata che sale nel vallone Scombes e imbocchiamo dalla parte opposta un sentierino dal quale si aprono belle viste dall’alto su Valdieri e che costeggia fedelmente un canale in cemento.

Valdieri dall’alto © Valerio Dutto

Il sentiero costeggia fedelmente un canale in cemento © Noemi Ravera
Riconfluiti su asfalto procediamo fino alla stradina che sale verso la Madonna del colletto. Svoltiamo a destra in salita, poi, dopo pochi metri, all’altezza della casa La Ballerina, seguiamo le indicazioni a sinistra. Qui ha inizio uno dei tratti più piacevoli, un bellissimo single track nel bosco, quasi sempre a fianco dal canale.

Bellissimo single track © Valerio Dutto
Ignorando tutte le deviazioni arriviamo alla freschissima Fontana di corda (827 m), immersa nel bosco, punto più alto dell’itinerario.

Arrivo alla Fontana di corda © Valerio Dutto
Ritorniamo su nostri passi per trecento metri e questa volta svoltiamo a destra sulla mulattiera che scende verso Valdieri.
Riconfluiti su asfalto in via Garibaldi la seguiamo verso sinistra passando a poca distanza dalla cappella della visitazione di Maria, costruita nel seicento al posto di un pilone votivo. Al termine di via Garibaldi scendiamo a destra in piazza regina Elena.
Attraversiamo la provinciale imboccando la stradina asfaltata dalla parte opposta che supera su un lungo ponte il Gesso. Ignorando tutte le deviazioni proseguiamo su di essa. Nei pressi di una fontana il fondo diventa sterrato e la stradina piega verso nord-est mantenendosi, salvo qualche breve risalita, prevalentemente in discesa sotto ai tralicci dell’alta tensione.

La sterrata si mantiene sotto ai tralicci dell’alta tensione © Valerio Dutto
Nei pressi di tetti Cialombard, dove dalla sponda opposta giunge una strada asfaltata, svoltiamo verso destra ancora su sterrata. Superate alcune colate detritiche arriviamo alla zona delle Grotte del bandito, ai piedi di rocce calcaree, utilizzate in tempi remotissimi dagli orsi delle caverne e poi dall’uomo.

Una delle Grotte del bandito © Noemi Ravera
Proseguendo attraversiamo tetti Bandito e il ponte dove chiudiamo l’anello.
Agostino Forneris
23/03/2022 alle 23:22
Volevo portare, se mi è consentito, a questo bellissimo itinerario – (Sentiero delle farfalle e grotte del bandito, Valle Gesso) una precisazione sulla denominazione dei luoghi attraversati.
Dove si fa riferimento alle “ex cave di ardesia”, in realtà non si tratta di ex cave di ardesia ma precisamente “dell’ex Cava Monte Saben”, coltivata sino al 1997 dalla Società Cementir S.p.A.
Valerio Dutto
24/03/2022 alle 09:53
Ciao Agostino, grazie per la precisazione molto gradita! Abbiamo provveduto ad aggiornare la descrizione.
Giovanni
24/03/2022 alle 08:02
Buongiorno, volevo sapere se il percorso si può fare anche a piedi e più o meno il tempo che ci vuole, grazie
Valerio Dutto
24/03/2022 alle 09:50
Ciao Giovanni, sì, certamente, le foto sono state fatte in bici ma il percorso descritto è pensato per chi va a piedi. Come tempo considera circa 3 orette. Buona camminata!
Françoise
23/05/2022 alle 06:32
C’è qualche punto di ristoro nel caso si avesse bisogno di fermarsi?
Valerio Dutto
23/05/2022 alle 13:04
Ciao Françoise, sì, il percorso passa proprio all’interno di Valdieri, dove ci sono alcuni bar.
Bruna
11/04/2022 alle 11:46
È consentito portare i cani?