Seguendo la stradina che sale verso il vallone del Maurin, al bivio che precede la grangia Rabet (2014 m) teniamo la destra. Poco dopo scendiamo alcune decine di metri su prato per trovare una passerella. Scavalcato il rio, iniziamo a risalire il pendio erboso passando nei pressi di alcune grange in posizione sopraelevata.
Il sentiero si impenna tra arbusti e rododendri portandosi su un bel pianoro erboso dove permangono alcuni ruderi. È stupenda la visuale che si gode in direzione del colle Greguri e delle cascate di Stroppia, sovrastate dall’imponente mole della Rocca Bianca (3012 m).

Le cascate di Stroppia salendo al colle Greguri © Elio Dutto
Il sentiero prosegue dolcemente per poi impennarsi fino a raggiungere il colle Greguri (2309 m), interposto fra l’impressionante Rocca Castello (2452 m) e il monte Eighier (2576 m). Proprio sul colle si trova un bunker del Vallo Alpino, il sistema di fortificazioni voluto da Mussolini per proteggere il confine italiano in previsione della seconda guerra mondiale.

Il colle Greguri © Elio Dutto
Dal colle Greguri ignoriamo il sentiero che scende a Chiappera. Proseguendo invece verso sinistra, saliamo le ripide pendici che conducono verso la cima del panoramico monte Eighier (2576 m). Senza raggiungerla arriviamo a una ex caserma (2477 m), poi da lì il sentiero riprende a salire in direzione nord-est raggiungendo più avanti la Colletta (2556 m).
Costeggiando ampi prati e lasciato in basso a destra il verde e profondo avvallamento della Funsa Lunga con un laghetto, proseguiamo la salita sul lunghissimo traverso, in mezzo a una moltitudine di fiori, che va a raggiungere il colle di Rui (2709 m).

Sul lungo traverso © Elio Dutto

Verso il colle di Rui © Elio Dutto
Qui abbandoniamo definitivamente il sentiero che procede in discesa nella val Fissela prendendo a salire, subito alla sinistra del colle, la costa omonima. I segnavia bianco/rossi e ometti ne indicano chiaramente il percorso.

Salendo la costa Fissela © Elio Dutto

Sui vari dossi © Elio Dutto
Mentre alle nostre spalle lasciamo allontanare la svettante cima del monte Cervet (2984 m), la salita su pietrisco tende a superare alcuni facili dossi, con sublimi vedute all’indietro sulla val Fissela e sulle cime che la contornano.

Il monte Cervet alle spalle di Beppe © Elio Dutto
Avanzando sempre più, verso quota 2900 metri ci imbattiamo nel tratto più impegnativo ma anche più interessante del percorso.

Poco prima di aggirare il torrione © Elio Dutto
In leggera discesa scendiamo alcuni gradini rocciosi seguendo più avanti la traccia che si abbassa sul lato della val Fissela, per aggirare un grande torrione roccioso.

Breve discesa lato val Fissela © Elio Dutto
Con svolta finale verso sinistra risaliamo nuovamente portandoci alla base del torrione quindi, proseguendo sul filo di cresta, superiamo in sequenza altri tratti rocciosi che si dilungano verso la cima del monte Freide (2951 m).

Il torrione alle nostre spalle © Elio Dutto

Nel tratto roccioso © Giuseppe Basso

Poco più avanti © Giuseppe Basso

Il tratto superato © Elio Dutto

Pochi metri sotto il monte Freide © Giuseppe Basso

Veduta dalla cima Freide © Elio Dutto
La cima del Freide è costituita da pietrisco molto friabile e offre un’impagabile visuale sull’arco alpino dell’alta val Maira: Aiguille e Brec de Chambeyron, Tête de l’Homme (3202 m), Tête de la Frema (3142 m), il monte Maniglia (3177 m), l’Albrage (2999 m), il Faraut (3046 m).
Poco dopo iniziamo la discesa che ci porta al passo di Lauset (2889 m), non prima di aver richiesto il permesso di transito a un folto gruppo di stambecchi che oziosamente ne ostacola il passaggio, presso cui troviamo un bunker e alcuni resti di caserme.

Assembramento di stambecchi su sentiero © Elio Dutto
Il tratto successivo, quasi in piano, porta al colle della Val Fissela (2872 m), con una stupenda visuale sul monte Albrage (2999 m).

Verso il colle della val Fissela. A sinistra il monte Albrage. © Elio Dutto
Dal colle inizia una lunghissima discesa nella valle di Marin, dapprima su terreno erboso, poi tra pietrame e, sul finire, su sentiero delimitato da cordoli di pietre. Il tutto ottimamente segnato da paletti in legno nel primo tratto, da tacche bianco/rosse in pietraia.

Nel primo tratto di discesa a valle © Elio Dutto

Aggirando un tratto roccioso © Elio Dutto
Giunti alle grange Collet chiudiamo questo spettacolare anello.
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