Questo itinerario ci è stato suggerito dall’amico Luca, dell’azienda vinicola Morra Stefanino, che conosce molto bene la zona e si è offerto di accompagnarci raccontando interessanti curiosità sui vigneti che ricoprono buona parte della superficie del comune di Castellinaldo d’Alba dove si producono arneis, favorita, roero, nebbiolo e, appunto, barbera che dà il nome a questo percorso.
Partiamo costeggiando a sinistra il cimitero di Castagnito lungo il sentiero S3 del Roero orientale dirigendoci verso nord sulla stradina che nei pressi di un trivio diventa sterrata.

Il Monviso dietro il Torion di Vezza d’Alba © Giuseppe Basso
Lasciato a sinistra un ramo che scende a Castellinaldo d’Alba, da cui faremo ritorno, e a destra quello per le case Tortorino, proseguiamo su quello centrale verso la collina Serra Zoanni che si erge a poca distanza.

Ci allontaniamo da Castagnito © Valerio Dutto
Dopo alcune centinaia di metri la strada torna asfaltata. Poco oltre ignoriamo a destra la deviazione per la cascina Granera alta e imbocchiamo a sinistra una capezzagna che in breve ci porta sul Serra Zoanni (314 m).
Di qua si aprono ottime visuali sulla collina del Castellero dove si erge il Torion di Vezza d’Alba, torre esagonale bombardata durante la Seconda guerra mondiale, sul lontano Monviso, su Castellinaldo d’Alba, Castagnito, Magliano Alfieri e sulle colline ricoperte dal ricamo geometrico dei vigneti intervallati a frutteti.

Ancora il Monviso dietro il Torion di Vezza d’Alba © Valerio Dutto
Ripresa la discesa dal lato opposto attraversiamo un breve tratto di boscaglia per confluire più in basso su un segmento cementato che seguiamo verso destra.

Discesa dal Bric Zoanni © Valerio Dutto

Elio indica la chiesa di san Servasio, una delle ultime tappe di questo itinerario © Valerio Dutto
Scendiamo sulla strada sottostante nei pressi di un’artistica serie di pali in legno che sorreggono lunghe bottiglie rosse stilizzate.

L’artistica serie di pali in legno che sorreggono lunghe bottiglie rosse stilizzate © Elio Dutto
Girando a destra e quasi subito a sinistra facciamo una breve tappa presso la big bench viola, una delle celebri panchine giganti ideate da Chris Bangle, situata nei vigneti dell’azienda agricola Gili Raffaele.
Proseguiamo poi nella capezzagna che termina contro un pescheto. Lo costeggiamo verso sinistra fino a ritrovare poco più in basso l’asfalto. Girando ora a destra raggiungiamo dopo poche centinaia di metri un bivio.
Svoltiamo a sinistra mantenendoci lungo la cresta per poco meno di un chilometro andando a toccare le vigne più significative di Castellinaldo d’Alba.

Castellinaldo d’Alba e i suoi vigneti © Valerio Dutto
L’asfalto, realizzato con una bitumazione ecologica, è di color terra.

Sulla stradina dall’asfalto color terra che si tiene sulla cresta © Valerio Dutto
Lungo questo tratto sono state posate diverse opere d’arte denominate steli d’artista, installazioni in pietre di luserna delle valli cuneesi che rappresentano l’impegno del lavoro nel vigneto e in cantina, ideate e realizzate dalla collaborazione fra i vignaioli di Castellinaldo d’Alba e i minatori di Barge all’interno del progetto Vite ad Oriente.

Una delle steli d’artista che incontriamo lungo il percorso © Valerio Dutto
Più avanti incontriamo un altissimo cono in ferro: si tratta di uno dei tanti cannoni antigrandine distribuiti su queste colline.

Il cannone antigrandine © Valerio Dutto
Raggiunta la provinciale svoltiamo verso destra e la costeggiamo in leggera salita.

A fianco della provinciale © Elio Dutto
Dopo l’azienda agricola Vielmin raggiungiamo un pilone in mattoni in località san Michele, dove abbandoniamo definitivamente il sentiero S3 che lasciamo proseguire verso Magliano Alfieri.
Attraversata la provinciale scendiamo in direzione nord-est su una sterrata che serpeggia tra noccioli, peschi, albicocchi e pruni. Quando il fondo torna asfaltato facciamo una breve deviazione verso la cappella campestre di san Silverio (248 m), seminascosta tra abeti e pini argentati nell’area sud del territorio di Priocca, paese che si fa ben notare per l’alto campanile a poca distanza.

La cappella campestre di san Silverio © Valerio Dutto
La cappella è citata in un documento del 1242 con la denominazione “de Curmurio”. Secondo la tradizione, nelle sue vicinanze venne ricavato nel 1600 un lazzaretto per i colerosi. Oggi si presenta nelle forme della ricostruzione del 1922.
Ritornati sui nostri passi, proseguiamo in leggera discesa su via san Silvestro. Ignorando ogni deviazione scendiamo fino a incrociare la provinciale, punto più basso dell’itinerario. Svoltando a sinistra la attraversiamo per prendere quasi subito dalla parte opposta una ripida capezzagna che ci conduce, dopo un dislivello di una cinquantina di metri, su una sterrata inerbita.
Svoltando a sinistra, ignorando ogni deviazione, raggiungiamo dopo un lungo percorso a mezzacosta le case di Mongalletto (243 m). Svoltando a destra su ripida rampa perveniamo su un panoramico bricco, sede di un traliccio dell’alta tensione, ottimo punto panoramico verso Castellinaldo d’Alba.
Proseguendo lungo la cresta ignoriamo una prima capezzagna in discesa verso sinistra per prendere la seconda che scende nel fondovalle. Raggiunta la sterrata svoltiamo a sinistra in direzione della zona industriale e superiamo un capannone Sermafrut, dopo il quale deviamo a destra verso il cimitero di Castellinaldo d’Alba. Lo aggiriamo da monte e imbocchiamo un viottolo asfaltato che in ripida salita va a raggiungere il nucleo antico di Castellinaldo d’Alba.
Giunti sulla provinciale la seguiamo verso destra per poche decine di metri, per poi imboccare a sinistra una stradina che passa sotto a un’arcata e ci conduce ai piedi dell’imponente castello degli Aynaldi.

Salendo al castello degli Aynaldi © Valerio Dutto
L’edificio, privato, appartenne ai Damiano e fu costruito all’inizio del Cinquecento attorno alla preesistente torre, mozzata dopo il grande terremoto del 1887. Vicino si trovava un secondo castello, quello dei Malabaila, abbattuto a fine Ottocento. Da notare verso l’uscita della piazza del Castello il mosaico dei viticoltori che rappresenta la grande unione e collaborazione delle aziende agricole di questo Paese.

L’imponente castello degli Aynaldi © Elio Dutto
Dal punto panoramico della piazzetta possiamo osservare buona parte del percorso fatto per arrivare fin qua.
Dopo una breve pausa procediamo lungo il crinale su via duca degli Abruzzi superando il pilone di san Salvario e l’azienda agricola Teo Costa.

Il nucleo arroccato di Castellinaldo d’Alba © Valerio Dutto
Poco dopo facciamo una breve deviazione a sinistra sullo stupendo e panoramicissimo bric (328 m), su cui si trova la Torre dell’acqua, ormai in disuso, dipinta dall’artista Saverio Todaro che ha scelto il verde come colore di sfondo, un rimando al paesaggio, e vi ha disegnato sopra a più riprese tre cerchi collegati, il simbolo della condivisione.

La Torre dell’acqua © Valerio Dutto
Nelle giornate terse il panorama è semplicemente mozzafiato e si estende verso nord fino ai quattromila Gran Paradiso, Cervino e Monte Rosa.

Al fondo al centro il Cervino, a destra il Monte Rosa © Valerio Dutto

Panorami verso il Monviso © Valerio Dutto
Tornati sui nostri passi proseguiamo per ulteriori duecento metri fino al bivio per l’ormai vicina chiesa di san Servasio, nota a partire dalla fine del Trecento. Restaurata di recente sorge su un incantevole bricco panoramico a sud-est dell’abitato, punto più alto della camminata.

La cappella di san Servasio © Giuseppe Basso
Nel 1581 venne ornata di affreschi di santi, purtroppo compromessi dalle intemperie, tra le figure di san Pietro, la Madonna con il bambino e san Servasio. Grazie a Luca e a alla gentilezza dei custodi che ci hanno fornito le chiavi riusciamo a visitarla.

L’interno della cappella di san Servasio © Valerio Dutto
Tornando sulla strada principale procediamo in discesa a destra. Per evitare una curva cieca imbocchiamo poco oltre una sterrata e poi scendiamo verso sinistra tra vigne e albicocchi che ci riconducono sulla strada asfaltata.

Tra gli albicocchi in fiore spunta ancora il Torion di Vezza d’Alba © Valerio Dutto
La seguiamo verso sud fino a quando non confluisce in zona San Pietro sull’incrocio tra Castellinaldo d’Alba e Castagnito. La affianchiamo per duecento metri in direzione di quest’ultimo, per poi abbandonarla per una stradina interpoderale che si stacca a sinistra e attraversa i vitigni dove vengono prodotti i Blangè di Ceretto.

L’ormai lontana cappella di san Servasio © Valerio Dutto
In lieve salita torniamo alla stradina già percorsa al mattino dove chiudiamo l’anello. Non ci resta che svoltare a destra per tornare in breve al cimitero di Castagnito.
Al termine del giro Luca ci ha gentilmente invitati a degustare un eccellente Castellinaldo Barbera d’Alba, nuova sottozona del Barbera d’Alba DOC, degna conclusione di un percorso che porta questo nome.

Il Castellinaldo Barbera d’Alba © Valerio Dutto
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