Dal colle del Mortè (708 m) prendiamo la mulattiera che sale di fianco alla trattoria dei Cacciatori. Dopo poche decine di metri tralasciamo il ramo di destra e prendiamo a sinistra la pista forestale che sale nel bosco.

La pista forestale che sale nel bosco © Valerio Dutto

Sempre sulla sterrata © Valerio Dutto
Più su raggiungiamo una biforcazione in cui la cappella dell’Olocco è indicata su entrambi i rami. Prendiamo quello di destra, leggermente più lungo ma anche più agevole. Ignorando alcune deviazioni secondarie arriviamo sulla dorsale dove le strade si ricongiungono. La sterrata si stringe e diventa un bellissimo percorso in falso piano, proprio sopra allo stabilimento delle acque minerali Lurisia, invisibile ai nostri piedi.

Il bellissimo sentiero in falso piano © Valerio Dutto
Tra gli alberi appare il monte Pigna, che chiude la corta valle di Lurisia incuneata tra la valle Pesio e la valle Ellero vera e propria.

Sempre sul sentiero © Valerio Dutto
Con piacevole percorso raggiungiamo la cappella dell’Olocco (988 m), posta proprio sullo spartiacque. Nell’Ottocento ha sostituito un pilone, motivo per cui ancora oggi è conosciuta dai chiusani come “pilone dell’Olocco”. Ai nostri piedi appaiono Roccaforte, Villanova, Mondovì e lo sguardo spazia fino all’Alta Langa.

La cappella dell’Olocco © Valerio Dutto
Dopo una breve pausa iniziamo l’anello vero e proprio. Dal versante che dà sulla valle Pesio imbocchiamo un bel sentiero che in leggera discesa ci conduce ai tetti Fuggin. Appena prima della piccola borgata troviamo a destra una fresca fontana.

Il sentiero in leggera discesa © Valerio Dutto

Un tratto piacevole © Valerio Dutto

La fontana di tetti Fuggin © Valerio Dutto
Attraversiamo le case tenendoci sulla sinistra e poi scendiamo sulla sterrata che prosegue verso valle. Dopo circa duecento metri la abbandoniamo per imboccare il sentiero che sale sulla sinistra (indicazioni).

Il sentiero che sale sulla sinistra © Valerio Dutto
In breve raggiungiamo la borgata Nonetta, ormai in rovina.

In vista di borgata Nonetta © Valerio Dutto
Passiamo ai piedi dei casolari e poi scendiamo fino a superare due ponticelli in legno. Oltrepassato il secondo ci immettiamo sulla strada sterrata che scende dal vallone Porcherot.
La seguiamo a destra per un centinaio di metri, poi la abbandoniamo per svoltare a sinistra (palina) verso la borgata Castello. Il sentiero si addentra in un bosco, attraversa i ruderi di tetti Biroe, supera uno stretto valloncello e ci fa tornare verso nord-ovest fino a raggiungere tetti Castello.
Qui trascuriamo la via diretta per tetti Baudinet (che ritroveremo più avanti) e prendiamo la sterrata per poche decine di metri. Al primo bivio teniamo la sinistra e raggiungiamo rapidamente tetti Rumanin.
Superiamo una radura e arriviamo a un bivio, dove svoltiamo a sinistra in direzione dei tetti Baudinet.

Il bivio dopo la radura © Valerio Dutto

Indicazioni sul percorso © Valerio Dutto
Il sentiero sale e in breve raggiungiamo la borgata Barril, dove si ricongiunge la via diretta in arrivo da tetti Castello. Teniamo la destra e saliamo lungo un sentiero facilmente individuabile (tutti i bivi che incontriamo sono ben segnalati) fino a che non raggiungiamo il poggio dove sono situati i tetti Baudinet. Le case sono sparse in una splendida radura che offre una magnifica visuale che abbraccia l’intera Bisalta, spaziando dalla pianura fino alle imponenti pareti rocciose della punta Labaia Mirauda.

La radura dei tetti Baudinet © Valerio Dutto
Dopo una pausa rilassante seguiamo la sterrata di recente costruzione che sale a sinistra fino a raggiungere un costone dove sono in corso i lavori di ristrutturazione del nuovo rifugio Baudinet, alcuni splendidi edifici completamente in pietra.

Il nuovo rifugio Baudinet © Valerio Dutto
Seguendo le indicazioni “Marguareis bike” ci teniamo a sinistra di un lungo muretto a secco. Superiamo un casolare isolato e continuiamo a salire più ripidamente fino a che il sentiero piega a sinistra. Siamo nel punto più alto dell’intero itinerario.
Il sentiero si restringe e, passando tra i faggi praticamente in piano, taglia a mezza costa il ripido versante.

Il sentiero © Valerio Dutto

Tra i faggi © Valerio Dutto
In breve arriviamo alla suggestiva strada asfaltata che sale verso il monte Pigna. La seguiamo in discesa dalla parte opposta (sinistra), facendo qualche breve tratto sul sentiero per MTB a lato, con salti e sponde.

La suggestiva strada asfaltata © Valerio Dutto

Tornante prima della cappella dell’Olocco © Valerio Dutto
Tornati alla cappella dell’Olocco non ci resta che ripetere il percorso fatto all’andata per chiudere questo piacevole anello sulla dorsale tra Chiusa Pesio e Lurisia.
Lodovico Supporter
01/05/2012 alle 09:51
Ho replicato l’escursione domenica 29 aprile. Come sempre le descrizioni sono perfette. Segnalo solo che i primi trecento metri sono praticamente impraticabili per il fango e bisognerebbe trovare qualche traccia alternativa.
Tetti Baudinet è un posto fantastico: mi piacerebbe essere il proprietario dello chalet con l’orticello!
Nel bosco dopo il pilone dell’Oloccco ho visto per la prima volta due salamandre pezzate. Sono uno spettacolo del creato!
Grazie. Lodovico
cuneotrekking
01/05/2012 alle 11:00
Ciao Lodovico, grazie per i complimenti!
In effetti immagino che con le piogge degli ultimi giorni il primo tratto sia davvero fangoso. Aggiorno la descrizione segnalandolo. Anche a noi tetti Baudinet è piaciuto molto. Un posto che gli somiglia è tetti Ronchi in val Colla. Se non ci sei ancora stato facci un salto!
A presto,
Valerio.
Mattia Bertero Supporter
10/01/2016 alle 22:36
Ciao a tutti voi.
L’escursione di oggi, la 52° e prima del nuovo anno con Silvia, viene fuori dalla memoria di quest’ultima, essendo Chiusana di nascita e di vita fino a poco tempo fà in cui si è trasferita a Mondovì per vivere insieme, per cui conosce molto bene la Valle Pesio.
A causa delle recenti nevicate in montagna non ero sicuro su dove andare, ricercavo qualcosa di basso in cui la neve non era ancora arrivata osservando le varie Webcam sparse per i borghi di montagna della provincia, poi a Silvia gli viene l’idea di fare questo giro denominato “Via delle Borgate” che io non avevo mai fatto.
Presto fatto, questa mattina alle 8:00 abbiamo parcheggiato la macchina dalla Trattoria dei Cacciatori e c’incamminiamo verso il sentiero con Silvia a guidarmi, seguendo fedelmente il percorso che avete fatto voi e quindi l’anello prestabilito.
Il tempo è sereno anche se il freddo è pungente.
La via si presenta come una pista forestale molto ben tenuta, dopo i primi trecento metri il Sole illumina il nostro cammino.
Il percorso verso la Cappella dell’Olocco si presenta molto agevole, si alterna tra la Valle Ellero e Pesio attraverso il loro spartiacque, numerose palline di segnalazione ci permettono di non sbagliare, decidiamo di prendere il percorso a destra nella biforcazione.
L’aria e piena dei profumi del bosco e dell’umidità, sotto gli arbusti il terreno è ancora coperto da una coltre di foglie secche dei castagni, un paesaggio tipicamente autunnale.
Alla Cappella dell’Olocco attraversiamo la strada asfaltata che porta al Monte Pigna per proseguire sulla pista forestale verso Borgata Fuggin, in questo tratto in costante discesa troviamo l’ombra ed il freddo, inoltre il terreno è bagnato per via della pioggia di due giorni fa e ci da un po’ di fastidio il fango.
Alla nostra destra la Bisalta e la bassa Valle Pesio ci regala un bel panorama che spiazza alle nostre spalle verso la pianura coperta di nebbia.
Arriviamo alla Borgata Fuggin e proseguiamo oltre verso Borgata Nonetta.
Lungo questo tratto troviamo diverse fioriture di primule!!!
In successione, tra vari sali e scendi e tra varie zone di sole e di ombra, passiamo per le Borgate di Biroe, Castel e Rumanin.
Arriviamo al bivio per la Borgata Baudinet e decidiamo di salire subito verso essa senza andare alla vicinissima Borgata Mauri, qui ci raggiungono 5 ragazzi in mountain bike che stanno andando verso la Borgata Castello, fuori dall’anello che intendiamo fare.
Qui la via si trasforma in un sentiero non troppo visibile per via del fogliame sul terreno che entra in un bosco di faggi, dopo una leggera salita arriviamo alla Borgata Barril.
Da qui il sentiero si fa decisamente più ripido e troviamo l’unico punto dell’anello in cui non esistono indicazioni o palline: un incrocio con un sentiero più marcato che va dritto ed un altro meno marcato che va a sinistra, bisogna intraprendere quest’ultimo.
Inoltre il fogliame non ci permette di visionare gli ostacoli a terra ed infatti siamo incampati diverse volte.
Dopo pochi istanti si apre davanti ai nostri occhi la radura della Borgata Baudinet, dopo 2 ore e 20 minuti dalla partenza dal Colle del Mortè, qui decidiamo di sostare per il pranzo e per riposarci. Troviamo un tavolo di legno per il pic-nic.
Il panorama è stupendo: la Bisalta, sgombra di neve, domina su tutto, sotto di essa osserviamo la Borgata Ciccioni (luogo di nascita del Papà di Silvia, in cui ha vissuto per i primi 10 anni della sua vita) e la Bassa Valle Pesio, proseguendo verso la pianura osserviamo la Truna, nei pressi di Pradeboni. Ed infine il nostro sguardo si posa sulla pianura cuneese con la nebbia verso Torino.
All’improvviso compare un fortissimo vento freddo, così decidiamo di procedere.
Il sentiero continua a salire seguendo un lunghissimo muretto di pietra fino alle Stalle Baudinet, poi prosegue in una faggeta.
Dopo un’ulteriore salita finalmente il sentiero svolta verso Nord in direzione della Cappella dell’Olocco, trasformandosi un un esile sentierino sempre segnato.
Qui il fogliamo depositato a terra crea uno spesso strato da far scomparire i nostri piedi affondati in esso.
Dopo una quindicina di minuti troviamo l’intersezione con la strada asfaltata del Monte Pigna, non ci resta che scendere seguendo essa verso valle, qui troviamo tre escursionisti che scendevano dal Pigna ed avevano parcheggiato alla Cappella.
Arrivati li non ci resta che tornare verso il Mortè, all’intersezione decidiamo di prendere l’altro ramo della via, che risulta peggio tenuto e non molto chiaro nel sentiero.
Infine, dopo 2 ore dalla Borgata Baudinet eccoci di nuovo al Colle del Mortè dove avevamo lasciato la macchina.
Interessante escursione di bassa valle, che percorre bellissimi boschi (sarebbe da rifare in primavera) e che permette di scoprire antiche borgate un tempo abituate ed ora abbandonate in favore del progresso. Molto agevole nonostante la lunghezza ed adatta a tutti.
Sinceramente non abbiamo trovato grosse difficoltà a trovare la via, secondo noi il sentiero è ben segnato su tutto l’anello.
Un saluto da Mattia e Silvia da Mondovì.
Elio Dutto
11/01/2016 alle 20:43
Ciao Mattia, è sempre un bell’itinerario di ripiego quando da altre parti può esserci neve. Davvero Silvia è proveniente, da parte del padre, dalla borgata Ciccioni? Ne avevamo parlato nell’escursione fatta con le ciastre alla Sella Morteis da San Bartolomeo di Chiusa Pesio.
Grazie e un saluto a Silvia.
Mattia Bertero Supporter
12/01/2016 alle 08:49
Ciao Elio.
Si, tutto vero.
Suo padre è nato proprio li ai Ciccioni all’inizio degli anni 50 e ci ha vissuto per i suoi primi 10 anni di vita, assieme ad altre due sorelle. Poi si sono trasferiti a Combe, una frazione di Chiusa di Pesio in pianura.
Ogni tanto mi racconta della vita tipicamente montana che conduceva sui pendii della Bisalta, tra il fare la legna per il freddo inverno a portare le bestie in alpeggio.
Inoltre il bisnonno di Silvia era sempre dei Ciccioni mentre sua bisnonna (tutti e due sempre da parte di padre) era di Celle Macra.
Silvia ha la montagna nel sangue 🙂
Pensa che suo padre andava a scuola nella frazione più in basso di Paglietta dove c’erano le elementari.
Una delle sorelle (zia di Silvia) ha comprato diversi anni fa una casa ai Ciccioni (tra l’altro di fronte a quella di famiglia) e l’ha ristrutturata per usarla per l’estate, ogni tanto io e Silvia quando vogliamo isolarci dal mondo andiamo li nei weekend che non siamo in giro per i monti o con gli amici in giro.
Ogni anno i nati della frazione o i parenti di quelli che ci vivevano fanno una festa in Agosto lassù, da quando sto con Silvia ci vado ogni anno assieme a lei ed ai suoi famigliari nati lassù.
E’ una bellissima borgata che sta riprendendo vita, gli eredi di quelle persone che vivevano lassù hanno o stanno ristrutturando la maggior parte delle case esistenti li.
Un saluto.
Elio Dutto
12/01/2016 alle 13:33
Interessante quello che hai scritto. Bravi che non perdete le tradizioni locali. Dovete continuarle e trasmetterle ai vostri futuri figli ed è un bene che vengano anche recuperate le vecchie case. Ciao
Gastaldi Daniela
27/01/2022 alle 22:47
Ciao Elio Ciao Silvia!! Confermo sono bellissime e Borgate ,anche mio papà era nativo dei Ciccioni , anche mio fratello è andato a scuola frazione Paglietta.
Io tutt’ora ho una casa San Bartolomeo ma non abito più lì.. Buone passeggiate a tutti. Meravigliosa la Valle Pesio
Elio Dutto
28/01/2022 alle 19:53
Ciao Daniela, sono bei posti che bisogna conservare e non lasciarli andare in rovina. Posti veramente meravigliosi come tutta la valle Pesio. Ciao