Dal rifugio Meira Paula (1318 m, vedi tappa 2) torniamo indietro sul tracciato del giorno precedente fino al pilone della panoramica borgata Colletto (1400 m), punto più alto che toccheremo oggi.

Verso la borgata Colletto © Cuneotrekking
Qui inizia il percorso nuovo: imbocchiamo la sterrata in leggera discesa dalla parte opposta (est) fino alle vicine case di Culet d’Lai.

Le case di Culet d’Lai © Cuneotrekking
Seguiamo alla loro sinistra un sentiero marcato con tacche bianco/rosse (indicazioni per Pasquìe) che si infila a mezza costa nel bosco di noccioli, faggi e betulle andando a superare più avanti due rii. Siamo sul dirupato versante sud-ovest del monte Ricordone, un tratto poco frequentato che consigliamo di evitare quando la vegetazione è troppo rigogliosa per la presenza di felci infestanti.

Sul sentiero a mezza costa © Cuneotrekking
Il percorso prosegue tra grandi massi erratici per arrivare al casolare di Pasquìe (1350 m), letteralmente “zona di pascolo”, abbandonato tra le felci. Sotto di noi vediamo alcuni camosci che qui regnano indisturbati insieme a cinghiali e caprioli.
Appena oltre raggiungiamo uno spettacolare punto panoramico al di sopra della borgata Chiaronto, frazione di Frassino, e del suo percorso avventura.

Sul punto panoramico © Cuneotrekking

La borgata Chiaronto vista dall’alto © Cuneotrekking
Dall’alto riusciamo ad individuare il più lungo dei quattro ponti tibetani, lungo ben 70 metri, sospeso nel vuoto tra enormi blocchi di roccia.

Il lungo ponte tibetano © Cuneotrekking
Questa zona è caratterizzata da antiche formazioni rocciose soggette a fenomeni di erosione.

Caratteristiche formazioni rocciose © Cuneotrekking
Proseguendo arriviamo a una palina e facciamo una deviazione verso la sottostante Roccia Rossa (indicazioni per “percorso avventura – arrivo”), un altro bellissimo punto panoramico. Da qui individuiamo anche l’ultimo ponte della ferrata, costituito da una rete di cavi d’acciaio intrecciati.

L’ultimo ponte della ferrata, costituito da una rete di cavi d’acciaio intrecciati © Cuneotrekking
Riprendiamo il sentiero in direzione meire dal Banc. Le tacche spariscono, rimangono solo alcuni ometti, ma non abbiamo dubbi sul percorso da seguire che rimane evidente. Più avanti le tacche riprendono e tra ginepri e castagni raggiungiamo alcuni casolari.

Muretto a secco poco prima dei casolari © Cuneotrekking

Casolari © Cuneotrekking
Appena sotto arriviamo a una sterrata che seguiamo in piano a sinistra fino alle belle case di meira Fasi (1050 m).

Verso meira Fasi © Cuneotrekking

Meira Fasi © Cuneotrekking

Ancora Meira Fasi © Cuneotrekking
Proseguendo scendiamo fino alla strada asfaltata dove svoltiamo a sinistra superando meira Garneri e poi meira Martin. Queste borgate nel 1885 furono spazzate via da una enorme valangha che si staccò dal monte Ricordone, travolgendo e uccidendo una settantina di persone.
Appena dopo meira Martin, a un bivio (palina), abbandoniamo la strada asfaltata per scendere a destra su sentiero. Un cartello indica che è autorizzato al motociclismo fuoristrada, anche se non ci sono tracce recenti del passaggio di mezzi.

Sentiero dopo meira Martin © Cuneotrekking
Dopo aver superato alcuni ruderi teniamo la sinistra, attraversiamo un combale e, più avanti, un rio.

Proseguendo tra i colori dell’autunno © Cuneotrekking
Proseguendo in direzione sud incontriamo una palina e qualche decina di metri dopo, nei pressi di un muretto a secco, imbocchiamo a sinistra un sentiero (tacca bianca e rossa, nessuna palina) inizialmente maltenuto che sale deciso in una faggeta.

Nella faggeta © Cuneotrekking
Più avanti (attenzione, poco visibile!) si stacca una traccia che sale decisa verso destra.
Al termine della salita svoltiamo a sinistra e poi a destra arrivando a Baricocua, un gruppo di case di cui una recuperata recentemente. Negli anni sessanta l’attrice Carla Gravina, una delle maggiori interpreti del cinema e del teatro italiano dell’epoca, acquistò l’intero abitato iniziandone, senza mai terminarla, la ristrutturazione.
Raggiungiamo così una sterrata, in perfette condizioni, che imbocchiamo in leggera salita. Seguendola superiamo più avanti una sbarra, per poi riprendere la discesa intervallata da un breve tratto asfaltato. Dopo un tornante arriviamo a una strada asfaltata che seguiamo a sinistra.
Dopo aver ignorato il bivio verso il colle di san Bernardo delle Sottole (raggiunto il primo giorno, possibile deviazione) arriviamo in un tornante alla cappella di san Claudio, con affreschi del 1864 di san Claudio, la Madonna e san Bernardo, e poi alla poco curata ma grande borgata Campo Soprano. Passiamo al suo interno tra le erbacce e a valle imbocchiamo un sentiero a sinistra (marcato con i segnavia del Valle Varaita Trekking, tacche bianco/rosse) delimitato da lose posate in verticale. Dopo questo tratto svoltiamo a sinistra e un po’ oltre svoltiamo a destra (attenzione, poco evidente!) sempre seguendo le tacche bianco/rosse.

Verso borgata Giusiano © Cuneotrekking
Dopo un tratto poco frequentato arriviamo alla bella borgata Giusiano.

Tra le case di borgata Giusiano © Cuneotrekking
Saliti sulla sterrata a monte della borgata la seguiamo in leggera discesa (direzione sud-est).

In discesa sulla sterrata © Cuneotrekking
La strada ci porta in direzione di un pilone votivo e subito dopo alla cappella di Sant’Anna.

Pilone votivo © Cuneotrekking

La cappella di Sant’Anna © Cuneotrekking

Il bivio davanti alla cappella di Sant’Anna © Cuneotrekking
Dal suo fianco destro procediamo in discesa su strada asfaltata.
Dopo alcuni lunghi tornanti arriviamo a Chiot, dove alcuni cani ci impediscono di prendere una scorciatoia, per cui proseguiamo su asfalto fino a Friddia. Qui scendiamo ripidamente a sinistra imboccando un viottolo a monte delle case (indicazioni per Melle capoluogo) che in breve ci porta al bivio iniziale appena oltre al ponte sul Varaita dove chiudiamo il lungo trekking.
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