Bric Rutund

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Il tuo commento


  1. Ciao a tutti voi.
    L’escursione di questa mattina mi ha portato a questa vetta che per i ciaspolatori rappresenta tra le mete più importanti e conosciute, ed io con le ciaspole non l’ho mai affrontata, fatta solo in estate.
    Così, approfittando della giornata stupenda, delle temperature che sono un po’ calate rispetto al caldo anomalo degli ultimi giorni e del pericolo valanghe molto basso (1 su 5) con i versanti all’ombra ulteriormente più sicuri, alle 8:30 sono dal Ponte Pelvo nella Valle di Bellino in Valle Varaita per imboccare la via per il Vallone di Camosciera che mi avrebbe portato al Bric Rutund per il suo versante Ovest.
    Ci sono 2 gradi sottozero, il cielo è perfettamente sereno, ed il Sole non è ancora spuntato e non spunterà se non all’arrivo in vetta in poi.
    La traccia è ben tracciata da numerosi ciaspolatori precedenti ed è bella compatta, ma appena si mette il piede fuori dalla via si affonda con la neve primaverile con una leggera crosta non portante.
    C’è davvero poca neve, non più di 30 centimetri nei punti più spessi, avvicinandoci alla vetta diminuirà fino a pochi centimetri.
    Sono da solo, solo un signore partito al mio arrivo in macchina mi precede, dietro di me nessun altro.
    Proseguendo alla sinistra del torrente inizio a risalire il versante della montagna poco dopo la Grange Reou.
    Ci sono ora tante traccie più o meno segnate, ho l’imbarazzo della scelta, ben sapendo che la vetta è oltre il lariceto non mi resta che procedere senza un percorso preciso, seguendo la prima che trovo che sale in alto.
    Il percorso nel lariceto si presenterà abbastanza confusionario, ho dovuto cambiare traccia alcune volte perchè il vento dei giorni precedenti le ha cancellate e modificate in buona parte.
    Quella che decido di seguire sembra quella più battuta ma mi sta portando ad affrontare una salita diretta con pendenze sostenute, sono intorno ai 2100 metri dove incontro la pendenza più alta e sarà l’unica difficoltà della giornata.
    Il signore che mi precede lo raggiungo e lo supero, ha le gambe poco allenate per questa via.
    Chi ha tracciato questa traccia dovrebbe essere “Crocefisso in sala mensa” per usare una terminologia di Fantozzi…
    Finalmente arrivo alle radure sovrastanti il lariceto dove il panorama si fa sempre più bello a mano a mano che salgo, vedo il pianoro dove il gruppo di Elio ed company si era diretto nell’escursione di queste pagine, noto però che c’è una traccia che punta dritto verso la vetta.
    Lascio perdere quel pianoro (la mia idea originale era di arrivare li e poi risalire verso il Bric) e punto dritto verso la cima.
    Dopo alcuni ripidi tornanti arrivo alle 10:05 al Bric Rutund quota 2492 m.
    Incontro per la prima volta da quando sono partito il vento ma non è troppo freddo, ne forte e c’è il Sole che è spuntato da dietro il Pelvo d’Elva che riscalda, si sta bene.
    Il panorama è semplicemente FANTASTICO: tutto bello limpido e si vede la zona del Monviso, le vette dell’Alta Valle Varaita, la Costa Sturana, alle mie spalle i versanti Nord del Bric Camosciera e del Pelvo d’Elva sono imponenti.
    Noto la discontinuità della neve: sul mio versante rivolto verso Nord è presente dappertutto fino a fondo valle, dall’altro esposto a Sud ormai è tutto sgombro al di sotto dei 2300 metri.
    Mi gusto quella splendida visuale del posto, non riesco nemmeno a stare seduto a furia di fare foto, osservare con il piccolo binocolo nuove possibili escursioni.
    Dopo mezz’ora arriva il signore che avevo superato in precedenza e facciamo quattro chiacchiere.
    Alle 11:00 riprendo da solo la via del ritorno, durante la discesa incontro altri tre ciaspolatori intenti a salire in maniera casuale lungo il bosco.
    Approfitto della neve primaverile fuori dalla traccia che mi permette di scendere velocemente tanto che alle 12:00 sono già dal Ponte Pelvo dalla macchina.
    Avendo ancora un po’ di tempo decido di salire verso il vicino Rifugio Melezè per mangiarmi una buona polenta alla salciccia come pranzo, c’è tanta gente come sempre, tanti bambini.
    Bella escursione, fatta ancora con neve decente, un’ottimo panorama, tempo stupendo, pranzo al rifugio.
    Non mi mancava niente.
    Un saluto da Mattia da Mondovì.


    • Bravo Mattia, bella escursione. Anche a me era piaciuta molto, specialmente per la vista incantevole verso il Monviso. Ma hai impiegato pochissimo sia per salire che scendere… Complimenti!


      • Si, oggi mi sentivo particolarmente in forma. Infatti sulla cima, quando ho guardato l’ora, mi sono stupito anch’io e non ero per niente stanco! Le tracce di neve compattata dai precedenti escursionisti mi hanno aiutato non poco nella salita, con le lame per il ghiaccio che hanno le mie ciaspole nelle pendenze più sostenute avevo una aderenza ottimale. In discesa ho sfruttato la neve molle fuori dalle tracce e sono sceso in fretta.

  2. Angelo Vismara


    Non essendo mai stato in val Varaita non saprei cosa scegliere tra le innumerevoli escursioni
    vorrei qualche consiglio su una escursione con Ciaspole ma da fare con 40 persone al seguito
    noi gruppo CAI siamo una decina di accompagnatori
    cerco qualche salita remunerativa Facile ed attorno ai 600/700 metri di dislivello partendo dal rifugio Melezè dove noi alloggiamo