Dal piazzale (1830 m circa) iniziamo la marcia seguendo i primi tornanti della provinciale 251 che in lenta progressione procede verso il colle dell’Agnello.
Dopo alcuni tornanti, verso quota 2000, raggiungiamo le grange del Rio, minuscolo gruppo di baite poste sul lato destro della strada lasciando, subito dopo ancora a destra, la mulattiera che si inoltra nel lungo vallone di Soustra fino all’ampia conca puntellata da diversi gruppi di splendide grange, dalla quale prendono il via i sentieri per il passo Soustra (2850 m), passo Losetta (2872 m) e la cima omonima (3054 m).
Noi proseguiamo invece verso sinistra con un lungo traverso tendente ad aggirare l’affilata costa Ciais, avvicinandoci man mano al ricovero Carlo Emanuele III (2165 m), che appare collocato su un imprendibile sporgenza rocciosa dominante anche il vallone di Saint Véran.
Nel tratto successivo, dopo un ponticello, facciamo ingresso nel lungo piano dell’Agnello.

Salendo, sguardo alle nostre spalle verso la Tour Real © Cuneotrekking
Seguendo per quanto possibile la strada che lo percorre ora è uno spettacolo alzare lo sguardo verso le stupende cime che dominano la scena circostante: il Pan di Zucchero (3208 m) e lo slanciato dente del Pic d’Asti (3219 m), che da questa posizione ricorda la piramide del Cervino.

Pan di Zucchero, Rocca Rossa e Pic d’Asti © Cuneotrekking
A sinistra invece notiamo la punta dell’Alp (3031 m) e costa Biavette completamente imbiancate dalla neve. Quando siamo ormai in vista delle grange del Bersagliere (2375 m), appena oltre sono visibili i tornanti della strada che vanno a incidere le scoscese pendici iniziali di cima delle Rossette (2905 m).

Colazione poco dopo le grange del Bersagliere © Cuneotrekking
Può diventare il punto più delicato dell’escursione in presenza di tanta neve e in quel caso è meglio risalirlo con cautela per via della pendenza.

Salendo dalle grange del Bersagliere © Cuneotrekking

Salendo al guardrail © Cuneotrekking
Raggiunto il pianoro, al di là dei guardrail iniziamo la salita, che da qui comporta quasi quattrocento metri di dislivello, cercando una linea abbastanza diretta.
Superando i grandi dossi iniziali puntiamo ad un colletto (2800 metri circa) visibile a sinistra di una rocca scura.

Cima delle Rossette a sinistra © Cuneotrekking

Il colletto © Cuneotrekking
Zigzagando tra i pendii innevati lo andiamo a raggiungere.

Salendo al colletto © Cuneotrekking
Svoltando verso sinistra risaliamo l’ultimo tratto in pendenza, in questo punto quasi senza neve, che ci conduce all’ometto della cima.

Monviso visto dal colle © Cuneotrekking

Gli ultimi cento metri di salita. © Cuneotrekking

Beppe in salita nell’ultimo tratto © Cuneotrekking
Il paesaggio è grandioso sul sottostante vallone di Soustra, con il Monviso alle spalle, ma soprattutto verso il Pan di Zucchero, il Pic d’Asti e l’Aiguillette. Strepitoso anche verso la cima di Pienasea, il monte Salza e il torrione del Roc della Niera.

Ometto sulla cima delle Rossette © Cuneotrekking

Pic d’Asti visto dalla cima © Cuneotrekking

Sguardo nel vallone di Soustra © Cuneotrekking

Dalla cima sguardo in direzione del colle dell’Agnello © Cuneotrekking

Zoom sul Roc della Niera © Cuneotrekking
Ritornati sui nostri passi ripercorriamo in discesa il tratto fino alla base (guardrail). Siamo ancora curiosi di vedere le condizioni del laghetto d’Asti che andiamo a raggiungere svoltando in fondo a destra. Lo troviamo ancora ricoperto di neve.
Non rimane che tornare indietro e poi scendere il colatoio di neve puntando direttamente alle grange del Bersagliere. Ci fermiamo lì per il pranzo in compagnia di tre gentili ragazze che seguono anche il nostro blog.
Riprendiamo più tardi la strada del ritorno seguendo il più possibile la via che scende sulla sinistra orografica del vallone. All’altezza di un ponticello, già verso il fondo, ci fermeremo ad ammirare il vallone di Soustra con il lontano monte Losetta (3054 m) e, dall’alto, le grange del Rio (2007 m).
Poco più avanti lasciamo a destra il ricovero Carlo Emanuele III (2165 m) raggiungibile da qui con pochi minuti di cammino, oggi ben custodito da un gruppo di stambecchi.
Proseguendo in discesa sugli ultimi tornanti ci riportiamo alla base, con gli occhi, la mente e il cuore ancora intrisi dei meravigliosi panorami appena visti.

Ultimo sguardo al vallone © Cuneotrekking

Alcuni stambecchi, custodi del rifugio Carlo Emanuele III © Cuneotrekking
Claudio
12/03/2019 alle 13:11
Bella gita e splendida descrizione come sempre.Fatta con le ciaspole o ramponi?
Elio Dutto
12/03/2019 alle 13:14
Grazie Claudio. L’abbiamo fatta con le ciaspole ma, data la poca neve, le abbiamo calzate solo dopo le grange del Bersagliere. Ora, sicuramente, di neve ce ne sarà meno e con le temperature odierne potrebbero servire i ramponi.
oscar casanova
12/03/2019 alle 17:53
Bravissimo Elio. ricordo con piacere di avere accompagnato amici, un paio di volte ed in estate, sulla cima delle Rossette; hai descritto molto bene questo splendido belvedere panoramico, forse meno conosciuto e visitato di quanto merita.Come diciamo nel CAI: Excelsior!
Elio Dutto
12/03/2019 alle 18:30
Grazie Oscar. Non l’ho mai salito in estate, ma penso sia altrettanto splendido per i colori e la splendida flora alpina che colonizza la parte alta. Mi hai messo una pulce nell’orecchio… Ciao
Ernesto Aloia
20/03/2019 alle 16:25
Salita domenica, prima parte semplici scarponi, poi dalle Grange del Bersagliere abbiamo usato i ramponi fino a sotto la cima, dove per mancanza di neve li abbiamo dovuti togliere. Al ritorno, visto che la neve cedeva, abbiamo usato le ciaspole fino alle Grange. Grande vento e panorama stupendo con le nuvole basse che a poco a poco riempivano la valle.
Elio Dutto
20/03/2019 alle 17:20
Bravi, bella escursione. Peccato per il vento fastidioso.
Mattia B Supporter
06/01/2020 alle 17:23
Ciao a tutti voi e buon 2020.
Per iniziare bene il nuovo anno ho deciso di intraprendere questa vetta da tempo individuata.
Le condizioni sono perfette: pericolo valanghe basso, tempo sereno, poco vento.
Non resta che partire.
Alle 8:30 sono alla dogana di Chianale all’ombra, ci sono 3 gradi sottozero, il tempo è perfettamente sereno.
Ci sono solo 3 macchine parcheggiate, al ritorno saranno decisamente di più.
La neve è presente fin dalla partenza, sulla strada per il Colle dell’Agnello la via è ben compattata dal passaggio di numerosi escursionisti.
Salgo con molta tranquillità, incontro tre coppie (due con sci e l’altra con ciaspole).
Al Piano dell’Agnello noto una bella traccia che risale il Vallone dell’Agnello, la via diretta per il colle senza passare per il Gias del Bersagliere.
Io invece proseguo lungo la strada asfaltata che a mala pena si fa notare sui suoi bordi esterni.
Ci sarà almeno un metro e mezzo di neve.
Sui tornanti del Gias del Bersagliere ho l’occasione di fare dei bei tagli di percorso che intraprendo con cautela per la pendenza, quando seguo la strada in questo punto devo prestare attenzione alla traccia perchè è un pò in bilico con il versante che, nel caso di una scivolata, sarei andato parecchio in basso…
Finalmente ne esco fuori ed arrivo al punto in cui devo svoltare a destra per puntare direttamente verso la Cima delle Rossette.
Le traccie verso questa montagna sono pochissime ed in molti punti si perdono, devo fare molta improvvisazione.
Ed è il punto in cui faticherò non poco, impiegherò un’ora e mezza solo per fare il tratto dalla svolta a destra fino alla vetta.
Tutto questo a causa della varietà della neve presenza: alcune volte è molle da sprofondare un poco, altre volte è perfetta, altre volte è dura come il cemento.
Saranno circa 400 m di dislivello ma mi hanno fatto davvero penare ed infatti sono costretto a numerose soste, in prossimità del colletto ho le gambe che stanno tremando dallo sforzo.
Arrivo al colletto dove la vista si apre verso il Monviso ed il Vallone di Soustra sottostante, alla mia sinistra la vetta.
Il versante Sud di salita è ancora pieno di neve mentre quello rivolto ad Ovest invece ne è sgombro.
Salendo con le poche forze rimaste prima provo il Sud ma arrivato alla pendenza finale molto sostenuta prendo paura: la neve è molle, in precedenza ho lasciato le ciaspole per i ramponi ma non sono serviti a niente.
Non mi resta che fare un piccolo traverso e salire la cima dal versante Ovest rivolto verso il Colle dell’Agnello dove incontrerò una bella pietraia.
Da qui salire è semplice.
Sono in vetta alle 12 in punto dopo 3 ore e mezza di salita dalla partenza.
Sono stanco ma il panorama è strepitoso: non c’è una nuvola in cielo, il silenzio è totale e la vista è stupenda delle montagne vicine fino alle lontane Alpi Marittime.
Resto solo per 15 minuti in vetta a fare fotografie, voglio scendere fino alla strada dove ho intenzione di mangiare pranzo in sicurezza, non voglio rischiare un possibile blocco delle gambe a 2909 m da solo. Oggi le ho sforzate un po’.
Recupero le ciaspole abbandonate all’andata al colletto, le indosso e sono pronto per la discesa.
In men che non si dica arrivo alla strada dove finalmente posso gustarmi il meritato pasto ristoratore.
Che faticaccia, credevo di trovare neve più compatta, però fa davvero troppo caldo per il periodo, anche il ritorno sarà su neve più molle fino alla macchina.
Noto che sarò l’unico oggi a salire sulle Rossette: tutti gli escursionisti che ho incontrato in salita e quello che incontro in discesa stanno tutti puntando al Colle dell’Agnello, solo 3 invece puntano alla Sella d’Asti, però nessuno verso la Rossette.
L’unico “furbo” sono io :-).
Dopo mangiato scendo ed alle 14:30 sono dalla macchina.
Che fatica oggi ma ne è valsa davvero la pena, peccato solo per la neve un po’ brutta nella salita diretta alla cima.
Ma che panorama da lassù e che sereno oggi!
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
06/01/2020 alle 21:29
Bella escursione, peccato essere da solo, senza poter condividere con altri l’escursione e i bellissimi panorami. Bravo Mattia, alla prossima.
Eleonora
21/07/2021 alle 17:04
Mi piacerebbe farla questa estate,ad agosto…ne vale la pena? Grazie mille
Elio Dutto
21/07/2021 alle 18:16
Dalla cima delle Rossette hai una splendida visuale sia su molti tremila della valle Varaita, sia sul Monviso.