L’avevamo tentata lo scorso anno senza riuscire a raggiungerla per la gran quantità di neve fresca sul percorso; quella volta ci eravamo fermati alle grange dell’Oliveto. Riproviamo quest’anno sullo stesso itinerario sperando, questa volta, di poter arrivare in cima.
Partiti alle 7:00 da casa nostra, verso le 8:20 raggiungiamo la borgata Tolosano e lì lasciamo l’auto nel parcheggio che a quell’ora troviamo già affollato da turisti francesi, svizzeri, tedeschi austriaci.
Alcuni si stanno preparando per la Cima Tempesta, e con questi percorreremo il tratto di strada iniziale insieme, che parte qualche metro sopra la borgata, sulla strada che sale al Colle di Esischie.
A differenza dallo scorso anno, la strada è sgombra di neve nel primo tratto, poi ghiacciata più avanti, con una decina di centimetri di neve.
È un lungo percorso che sale con poco dislivello nel vallone di Marmora; più avanti troveremo alcuni tornanti, poi andremo ad affiancare le grange Ischia poste sul lato sinistro orografico.
Altri tornanti andranno a precedere le grange della Pieccia (km 3,5 dalla partenza) dove, una cinquantina di metri prima, abbandoneremo la strada principale per seguire, a sinistra, quella che defluisce in senso contrario.

Nel tratto di strada che ci porta al combale dell’Oliveto © Cuneotrekking
Oltrepassato un curvone ci infiliamo nel combale dell’Oliveto che, essendo esposto a nord, conserva la neve molto bella e abbondante.

Svoltando nel combale dell’Oliveto © Cuneotrekking

Combale dell’Oliveto. Al centro, la Punta Tempesta © Cuneotrekking
Tracce di scialpinisti ci portano a superare più avanti il rio, poi la strada procede in salita a zig-zag; qualche scorciatoia ci permette di raggiungere le prime baite in pietra e infine l’ultima grangia dell’Oliveto, in ottima posizione soleggiata, dove lo scorso anno avevamo desistito.

In salita dalle prime baite © Cuneotrekking

L’ultima grangia da raggiungere © Cuneotrekking
Proseguiamo poi centralmente nel vallone (est) verso l’evidente Cima Tempesta. La neve regge abbastanza bene.

Non rimane che salire nel centro del vallone © Cuneotrekking
Superate alcune balze, svoltiamo verso sinistra (nord) lasciandoci alle spalle la sella ed il Bric dell’Oliveto e, su terreno ondulato ed in costante salita, ci dirigiamo verso un colletto che si intravede al fondo, leggermente a destra della Piovosa.

Dopo essere svoltati verso nord: al centro il colletto e, a sinistra, Punta la Piovosa © Cuneotrekking

Sguardo all’indietro sul tratto già percorso © Cuneotrekking

Sguardo all’indietro. A destra il Bric dell’Oliveto (2415 m) © Cuneotrekking
Nel finale la salita aumenta ancora di intensità e nuovi e bellissimi panorami di cime innevate si manifestano tutt’attorno a noi.

Nuovi panorami si manifestano attorno a noi © Cuneotrekking
Poco prima del colletto tagliamo verso sinistra innalzandoci sulla gibbosità innevata che conduce alla nostra punta.
La raggiungiamo attorno alle 11,15. Stupendo panorama a 360°. A sud-est, in primo piano, abbiamo la Cima Tempesta che in quel momento troviamo frequentata da alcune persone; il lago Tempesta, nella conca alla sua sinistra, è completamente sommerso dalla neve.
Un pochino più spostata e più distante è la Cima Tibert (che ho risalito con Valerio nel dicembre scorso). Esteso è il panorama in direzione del Monte Cassorso e di tutte le alte cime della Val Maira.

Arrivo sulla punta © Cuneotrekking

Il panorama che si presenta © Cuneotrekking

Al centro, in secondo piano, il Tibert (2647 m). A destra la Punta Tempesta (2679 m). In basso a sinistra la Rocca Comunetta (2485 m) © Cuneotrekking
Volgendo ora lo sguardo a nord, scorgiamo poco più in basso un nutrito gruppetto di scialpinisti che sta per raggiungere la Cima. Faremo un po’ d’amicizia con loro, scoprendo che sono svizzeri e sono alloggiati in qualche locanda di Marmora.
Sono entusiasti di questi luoghi perchè, a differenza dei loro, qui è ancora tutto naturale e poco conosciuto.
In effetti chi vuole salire sulle nostre cime, se le deve ancora conquistare, senza sconti o scorciatoie, con la soddisfazione che viene appagata solamente dalla fatica.

I cinque scialpinisti svizzeri che stanno salendo dal lato nord © Cuneotrekking

Tutti insieme sulla punta © Cuneotrekking
Dopo un po’ di conversazione, gli svizzeri riprendono la discesa dal versante ovest, mentre noi ridiscendiamo per uno spuntino alle grange dell’Oliveto.

Ritorno verso le grange dell’Oliveto © Cuneotrekking
La discesa, sulle orme della salita, ci ricondurrà alla borgata Tolosano. Finiremo in bellezza la giornata con un sorso di ottimo caffè gustato alla Pensione Ceaglio di Marmora.
Mattia Bertero Supporter
12/01/2019 alle 16:58
Ciao a tutti voi.
L’escursione di questa mattina mi ha portato in Valle Maira a compiere l’ascensione di questa vetta dal nome curioso.
C’è poca neve in giro in questo periodo ma continuo ad ostinarmi a proseguire con le ciaspole, così devo per forza puntare a quote più elevate, non ha caso la maggior parte delle ciaspolate che ho fatto finora di questa stagione sono oltre i 2500 m.
Comunque la strada da Mondovì verso Tolosano è stata sgombra dal traffico così alle 8:30 sono alla borgata pronto a partire. Fa freddo (4 gradi sottozero) e il Vallone di Marmora è ancora in ombra.
Non c’è nessun’altra macchina parcheggiata, sono il primo.
Intraprendo la strada asfaltata verso il Colle dell’Esischie, la trovo sgombra di neve, non mi resta che caricare le ciaspole sullo zaino e proseguire solo con gli scarponi.
I primi sprazzi continui e un po’ seri di neve e ghiaccio il trovo solo dopo 2 chilometri, poco prima dei primi tornanti del percorso, dove indosso le racchette.
In realtà è più ghiaccio che neve e non sempre è continua.
C’è davvero poca neve in giro…
Solo dal bivio verso il Gias dell’Oliveto troverò un manto nevoso continuo fino alla vetta.
La strada verso il Gias è abbastanza battuta ma le traccie di sciatori o ciaspolatori sono vecchie, si vede che da un po’ di tempo che nessuno ha fatto quel percorso, all’imboccatura della Combale dell’Oliveto mi compare la sagoma della Punta Tempesta che svetta nel cielo azzurro.
Arrivo abbastanza in fretta al Gias dell’Oliveto dove mi riposo 5 minuti, studiando la via per arrivare alla mia destinazione, non mi ricordo bene la zona.
Proseguendo la neve continua ad essere un blocco di ghiaccio anche fuori alle traccie battute, sono abbastanza indeciso se proseguire con i ramponi da ghiaccio che o portato ad affidarmi alla lame delle mie ciaspole.
Intanto proseguo e, dopo un aver aggirato un piccolo rilievo che sovrasta il Gias, ecco che mi si presenta il vallone che porta verso La Piovosa, finalmente visibile a sinistra di un colletto in alto.
E finalmente il Sole inizia a scaldarmi.
La neve nel vallone è sempre ghiacciata ma il vento la resa tutta frastagliata, mi fa faticare non poco nelle pendenze più rilevanti non avendo il terreno un po’ liscio sotto i piedi, a seguire le vecchie traccie mi fa faticare ulteriormente così salgo a vista verso il colletto senza seguire niente.
Infatti a risalire il vallone fino al colletto faccio davvero molta fatica, arrivo al colletto senza forze.
La neve comunque è davvero poca, non più di una trentina di centimetri, davvero desolante per il periodo anche in rapporto all’anno passato dove c’era il quintuplo di neve rispetto ad adesso.
C’è l’ultimo strappo da fare a sinistra prima della cima ma la neve è quasi assente e devo destreggiarmi tra massi vari ed erba a vista, e la pendenza qui è davvero elevata rischio di scivolare realmente.
La vista del palo con la rosa dei venti mi da le ultime forze per arrivare in vetta alle 11:35, più di 3 ore dalla partenza.
Il panorama però ha meritato questa fatica: le montagne della Valle Maira sono bellissime, neanche a dirlo il Monviso svetta su tutte, le più vicine montagne che confinano sulla Valle Grana sono imponenti, Punta Tempesta ed il Tibert su tutte.
E si sta davvero bene: c’è poco vento e quando c’è non sembra nemmeno così freddo, il sole picchia forte ma rende la temperatura davvero gradevole, infatti mangio pranzo proprio sulla vetta.
Dopo le varie foto alle 12:10 inizio la discesa.
Il pezzo dei massi per arrivare la colletto è la parte più difficile in cui devo usare molta più cautela del solito.
Noto che nel vallone non sta salendo nessuno…
Scendo abbastanza velocemente, la strada asfaltata che porta a Tolosano si rivela eterna, sembra non finire mai.
Alle 14:00 sono dalla macchina alla frazione ed è da sola in un piazzale totalmente vuoto.
Lungo il percorso non ho trovato anima viva, sul terreno non c’erano traccie nuove a parte la mia, sembra che oggi sia stato davvero l’unico ad escursionare nel Vallone di Marmora!
Una bella gita, resa faticosa dalla neve ghiacciata (i ramponi alla fine non sono stati necessari), ma il panorama dalla vetta ha ripagato il tutto, inoltre come tempo e temperatura la giornata era perfetta.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
12/01/2019 alle 20:31
Ciao Mattia, ti pensavo alla Tempesta oggi. Anche la Piovosa non è male e me la ricordo bene, ma abbastanza lunga. Peccato solamente essere da soli, in compagnia le cose belle si apprezzano di più.
Ciao, a presto!