Risaliamo tra le case all’interno di Chialvetta e proseguiamo a sinistra passando davanti alla chiesa. Il sentiero, affiancato da alberi di frassino, vista la grande quantità di percorsi presenti nella zona è sempre ben battuto e entra immediatamente nel vivo del vallone di Unerzio.
Seguendo la pista ci avviciniamo alla prima borgata, Pratorotondo (1622 m). Una cinquantina di metri prima deviamo a sinistra sul ponticello in legno. Non essendoci indicazioni, l’inizio dell’itinerario per il Boscasso non è facile da trovare. Subito al di là del ponte occorre salire diagonalmente verso destra per circa duecento metri.
Se si alza un poco lo sguardo in quella direzione, prima della retrostante Rocca Limburny si possono notare due picchi meno importanti: la Rocha Chargiou e la Costella. La direzione da seguire passa a sinistra del primo.
Qui non rimane che puntare verso l’alto nel fitto lariceto a zig-zag del cumbal Boscass, racchiuso tra due ali laterali, senza nessuna indicazione di percorso, e andare, dopo 450 metri di dislivello, a raggiungere le rovine della grangia Boscasso (2083 m) posta in uno spazio più aperto.

I resti della grangia Boscasso © Cuneotrekking
Dalle vicinanze della grangia proseguiamo la salita con un leggero diagonale verso destra uscendo più in alto a sinistra di una barriera rocciosa. Ora i larici sono più radi e il panorama si amplia creando uno scenario inimmaginabile alle nostre spalle.

Salendo tra radi larici © Cuneotrekking
Possiamo ora fermarci un attimo e voltare lo sguardo dietro di noi per ammirare il panorama grandioso che si estende dal monte Scaletta (2840 m) all’Aiguille de Chambeyron (3412 m).

Parziale panorama alle nostre spalle © Cuneotrekking
Di fronte a noi invece compaiono una serie di cime delle quali il Boscasso è la più a destra.

A nord compare il Monviso © Cuneotrekking

Il Boscasso è l’ultima cima in alto (al centro della foto) © Cuneotrekking

Salendo i pendii © Cuneotrekking

Poco prima della rampa © Cuneotrekking
Riprendiamo poi il cammino, ora meno inclinato, in leggero diagonale a destra per superare vari dossi nevosi che ci separano dal tratto finale. Dopo essere transitati su una spallone ci apprestiamo a salire il versante più inclinato (con neve dura indispensabili i ramponi) a zig-zag e, puntando nel finale ad un piccolo varco a destra, sbuchiamo sulla cresta pianeggiante.

La cima del Bric Boscasso © Cuneotrekking

Salendo le ultime rampe prima del Boscasso © Cuneotrekking

Nel canalino che sale alla cresta © Cuneotrekking

Al fondo le due cime del Cassorso © Cuneotrekking
Svoltando a sinistra e superato un piccolo dosso ci troviamo di fronte all’erta e svettante cima del Boscasso, proiettata nel blu del cielo.
Con cautela saliamo l’affilata cresta fino alla croce (a seconda delle condizioni della neve non è sempre consigliabile raggiungerla).

Veduta dal dosso del tratto finale © Cuneotrekking

Arrivo alla croce di vetta © Cuneotrekking
Il grandioso panorama che si estende intorno a noi ci fa sembrare di trovarci al cospetto di un grande organo a canne. Ogni cima è una canna d’organo. Non rimane quindi che dar vita ad una sinfonia di Beethoven cominciando dal vicino monte Cassorso (2776 m) per proseguire al Bric Cassin (2636 m), al monte Scaletta (2840 m), al Vanclava (2877 m), all’Oronaye (3100 m), all’Auto Vallonasso ( 2885 m), al monte Sautron (3166 m), al Brec (3389 m) e Aiguille de Chambeyron (3412 m), alla Tête de l’Homme (3202 m). Dalla parte opposta la sinfonia prosegue su monte La Bianca (2744 m) e Rocca la Meja (2831 m).
In quest’immensità ci godiamo il silenzio visto che nessun altro oggi è salito sin qui. Ci dispiace cominciare la discesa ma vogliamo scendere per pranzare più in basso.

In discesa © Cuneotrekking
Ci fermiamo al sole poco prima di raggiungere la grangia. Infine, facciamo ritorno sulle nostre orme fino a Chialvetta.

Ritorno a Chialvetta © Cuneotrekking
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