Deve ancora albeggiare, per cui ci fermiamo appositamente a bordo strada per godere di questo spettacolo unico lasciando, subito dopo, l’auto nel gelido parcheggio del Pian della Regina (o Pian Melzè, 1714 m), ancora avvolto nell’ombra.

Alcune immagini dell’alba © Elio Dutto

Il graduale arrivo dell’alba © Elio Dutto

Il graduale arrivo dell’alba © Elio Dutto

Il graduale arrivo dell’alba © Elio Dutto
Seguiamo la strada asfaltata diretta verso il Pian del re, sbarrata in inverno, con viste fin da subito spettacolari sul Monviso e Visolotto.

Salendo i tornanti iniziali © Elio Dutto
Con ampi e dolci tornanti tagliamo le ripide pendici delle Rocce Losere, che potrebbero scaricare in presenza di neve non assestata.

Tra i tornanti © Elio Dutto
Dopo un paio di chilometri, entrati in una marcata rientranza, abbandoniamo la strada prima di attraversare il rio per salire con decisione a destra nel cumbal del Rio.
Quasi subito ci incuneiamo in un solco che piega verso destra seguendo grossomodo il sentiero estivo.

Nel cumbal del Rio © Elio Dutto
Più in alto ci spostiamo verso sinistra portandoci nel centro del vallone. Noi lo risaliamo proprio nell’impluvio mentre il sentiero estivo si tiene sulle pendici a destra.

Risaliamo nell’impluvio © Elio Dutto
Le pendenze elevate e le ripide pareti del Truc Battaglie (a sinistra) e delle Rocce Losere (a destra) richiedono la massima prudenza: questo tratto è da fare solo con neve ben assestata.
Il paesaggio alle nostre spalle, sempre più grandioso e spettacolare, ci fa contemplare, a parte l’onnipresente Monviso, il Visolotto, il Viso Mozzo e tutte le punte che superano i tremila metri situate a nord di esso, ovvero: Gastaldi, Roma, Udine, Venezia e i monti Granero e Meidassa.
Superati i 2200 m usciamo dalla strozzatura ed entriamo nell’anfiteatro superiore, dove le pendenze diminuiscono.

Oltre la strettoia © Elio Dutto

Le tracce della nostra salita © Elio Dutto
Dopo un po’ di salita al centro della conca, evitiamo un dosso poco pronunciato tenendoci alla sua destra. Poco dopo iniziamo ad intravedere, lontano al fondo, due colletti.

Il colle della Gianna al centro © Elio Dutto
Il colle della Gianna (2525 m) è il più a sinistra e la andiamo a raggiungere con percorso finale a zig-zag.

Sempre più su © Elio Dutto
Ci affacciamo sulla valle Pellice e proseguendo si potrebbe scendere fino al rifugio Barbara Lowrie (1753 m), situato in località Pis della Rossa nella valle dei Carbonieri.

Arrivo al colle della Gianna © Elio Dutto
Per avere una visibilità ancora maggiore, dal colle risaliamo il breve tratto roccioso situato alla sua destra e lo percorriamo interamente fino al colletto opposto.
Verso est possiamo ora osservare la punta Sea Bianca.

La punta Sea Bianca © Elio Dutto

Ammirando il paesaggio della val Pellice © Elio Dutto

In contemplazione © Elio Dutto

La lunga catena del Monviso © Elio Dutto

Il tratto da scendere per spostarci sul colletto successivo © Elio Dutto

Arrivo al secondo colletto © Elio Dutto
Dopo una meritata pausa iniziamo la discesa sulle orme dell’andata.

Inizio della discesa a valle © Elio Dutto

Ritorno a Pian Melzè © Elio Dutto
Mattia Bertero Supporter
20/04/2019 alle 16:02
Ciao a tutti voi.
Il meteo di oggi forniva una finestra di bel tempo nella zona della Valle Po, non restava che approfittarne.
La mia intenzione era di fare la Punta Sea Bianca ma avevo come obbiettivo minimo il Colle della Gianna in caso di problemi, avevo intenzione di fare un anello: partenza obbligata dal Pian Melzè a causa della strada chissa per il Pian del RE, arrivo al colle, salita in vetta, poi ritorno verso il Pian del Re attraverso un passo chiamato La Sellaccia, Pian del Re e fine nuovamente al Pian Melzè.
La pratica poi si è rilevata un po diversa.
Ben sapendo di trovare ancora neve mi sono portato i ramponi da ghiaccio.
Così eccomi al parcheggio del Pian della Regina alle 8:40 per iniziare la mia escursione: il tempo è variabile ma per lo più sereno e non fa nemmeno troppo freddo (8 Gradi).
Seguo l’asfaltata fino all’incrocio del sentiero GTA per il Colle di Gianna.
La neve la incontrerò verso i 2100 metri dove indosso i ramponi, sembrano fare bene il loro lavoro, il manto tiene bene il mio peso anche se si nota fin dai primi passi che non è così gelato come lo si potrebbe trovare in inverno.
Sono completamente solo e lo sarò per tutta la durata dell’escursione.
Andando a memoria e seguendo delle vecchie traccie di precedenti escursionisti proseguo spedito verso il colle,
le impronte di scarponi finiscono quando iniziano i pascoli che precedono il colle, poco più avanti noto delle traccie di vecchi sciatori che sembrano seguire la via della mia destinazione.
Qui il tempo di dona una virata brusca: in poco tempo il sole sparisce ed il cielo è completamente ricoperto da nubi plumbee minacciose di rovesci.
Vedo l’ultima ripidissima rampa del colle e decido di sfidare il tempo e di arrivare fin li, la Sea Bianca l’ho esclusa subito fin dalla comparsa delle nubi.
Il maltempo sembra colpire anche la zona del Monviso che infatti viene completamente celata alla mia vista.
L’ultima rampa è davvero difficile ed impegnativa: ripida e la neve non era così ghiacciata da rendere al meglio la presa delle lame dei miei ramponi.
Ad ogni modo arrivo al Colle della Gianna alle 10:45 dopo poco più di due ore dalla partenza.
Qui fa la sua comparsa il vento freddo che arriva dalla Valle Pellice, ti entra nelle ossa.
Mi fermo solo per fare qualche fotografia, noto che il cartello della segnaletica dei sentieri e totalmente sommerso! C’è molta più neve del previsto!
Nella mia fase del ritorno iniziano a comparire i primi fiocchi di neve, sono un po’ preoccupato, ma fortunatamente la debole nevicata non si evolverà in qualcosa di più grosso e si estinguerà nel giro di un’ora.
Cerco di scendere più veloce che posso ma la neve ha cambiato il suo comportamento: da uno strato abbastanza duro della mattinata mi ritrovo a calpestare un mando molto umido e molle da essere appiccicoso.
Desisto anche l’idea di andare a fare l’anello con il Pian del Re, neve troppo instabile ed io inizio a sentire la stanchezza.
Ritorno alla macchina con lo stesso percorso dell’andata e sono le 13:40.
Una gita rovinata dal tempo e dalla neve molto difficile da interpretare.
In futuro la rifarò.
Un saluto da Mattia da Mondovì
Elio Dutto
20/04/2019 alle 17:53
Bravo Mattia che hai approfittato di fare questa escursione anche con il tempo incerto. Ora conosci il percorso e andare sulla Sea Bianca sarà molto più facile. Comunque di neve ce n’è ancora parecchia a quanto pare… Ciao