Ci dirigiamo sulla grande strada al limite del piazzale che prosegue in direzione nord. Ieri sono scesi lungo il tragitto una decina di centimetri di neve farinosa che ha imbiancato gli abeti e rese nuove le tracce del percorso.
Dopo un centinaio di metri si presenta subito un bivio; la strada a sinistra, dopo aver eseguito un lungo percorso, scende a San Damiano Macra. Quella di fronte a noi, che seguiremo, porta al Colle della Ciabra. La salita, che non è mai difficile, continua all’interno di una grande abetaia e dopo un buon tratto si perviene ad un secondo bivio.
Lasciata a destra la strada che taglia verso la borgata Castello ed il Colle di Valmala, proseguiamo nel fitto bosco in direzione nord. Più avanti si riduce la carreggiata che, impennandosi, devia verso il Colle della Ciabra (1723 m); lo andiamo a raggiungere dopo un’ora e dieci di cammino.

In arrivo al Colle della Ciabra © Cuneotrekking
Qui incrociamo la famosa “strada dei cannoni” che dal Santuario di Valmala, dopo una trentina di chilometri di percorso in quota, raggiunge le falde del Pelvo d’Elva (3064 m), terminando il suo corso al Colle della Bicocca (2285 m).
Dal Colle della Ciabra, a destra, si scorge la sagoma arroccata del Monte Roccerè mentre, alla nostra sinistra, possiamo ammirare il lungo tratto del costone che ora dovremo affrontare. Lasciata al suo corso la strada dei cannoni che, tagliando a metà il costone prosegue verso ovest, tracciamo un semicerchio sui prati innevati soprastanti costeggiando in salita alcuni larici isolati.

In salita tra larici isolati © Cuneotrekking

Sguardo a sud-ovest © Cuneotrekking
Senza seguire alcun itinerario obbligato proseguiamo su dolcissimi e arrotondati declivi superando dapprima una bella gobba, proseguendo poi a destra di alcune sporgenti cornici di neve verso il Monte della Ciabra (1823 m), raggiunto con facilità lungo il cammino.

I dolci declivi che portano al Monte Cornet (ultimo a destra) © Cuneotrekking

Salita al Monte della Ciabra © Cuneotrekking
Più avanti ci dirigiamo verso alcuni spuntoni di roccia che interrompono l’uniformità del terreno per poi scendere leggermente, riacquistando quota in direzione del panoramicissimo Monte Cornet (1944 m), toccato da noi intorno alle 11:25.

Sugli spuntoni di roccia a tre quarti del percorso © Cuneotrekking

Sfondo col Monviso e il Monte Birrone (a sinistra) © Cuneotrekking

Cippo sul Monte Cornet © Cuneotrekking
Dal grande cippo in pietre ammiriamo innanzitutto il Monviso, lì a due passi. In primo piano, alla sua sinistra, rivediamo il Birrone (2131 m) e il Rastcias (2404 m). Sulla sinistra orografica della Val Varaita si allunga il costone che dalla Testa di Garitta Nuova (2385 m) prosegue verso la Cima di Crosa (2531 m). Sul versante sud-ovest , in primo piano abbiamo il Tibert (2647 m) e la Punta Tempesta (2679 m) e più distante l’Oronaye (3100 m). È un vero spettacolo.
Dopo aver scattato un bel po’ di fotografie decidiamo di tornare verso il Colle della Ciabra per salire il rimanente centinaio di metri di dislivello che ci separa dal Roccerè.

In discesa verso il Roccerè (sullo sfondo) © Cuneotrekking
Fortunatamente sull’ultimo tratto non ci sono impronte di altri escursionisti, così troviamo l’ambiente ancora intatto.
Saliamo il primo segmento nella neve fresca tra gli abeti, poi proseguiamo sempre più su verso le rocce che compongono il castello sommitale del Roccerè.

Primi passi su neve immacolata © Cuneotrekking

Su neve immacolata © Cuneotrekking

In dirittura d’arrivo © Cuneotrekking

Ultimi metri sul Roccerè © Cuneotrekking
La croce di vetta è lì e ci attende solitaria dominando Dronero e la pianura.

Croce di vetta e panorama sulla pianura © Cuneotrekking
Più tardi scendiamo per lo spuntino al Colle della Ciabra, al riparo da un fastidioso vento.

Discesa verso il Colle della Ciabra © Cuneotrekking
La discesa ricalca le orme della salita e ci riporta a Sant’Anna di Roccabruna, con gli occhi e la mente che rimarranno per lungo tempo saziati dagli splendidi scenari visti in questa fantastica giornata.
ivano
13/01/2014 alle 10:03
complimenti per le foto e il modo semplice di impostazione e chiaro del sito,argomento molto importante in quanto muoversi su percorsi non definiti essendo innevati ..possedere strumento di rilevamento e saperlo usare e’ molto importante anche per poterli scaricare su siti propri…. faccio notare che uso delle ciaspole con chiusura alla caviglia a cremagliera e non a fibia normale come si trova in circolazione…. e devo dire che e’ molto comodo e funzionante e chiude meglio….ciaoo
Mattia Bertero Supporter
25/11/2018 alle 14:26
Ciao a tutti voi.
Oggi è tempo di iniziare con le ciaspole ma ero molto indeciso su cosa fare per via del tempo metereologico non ottimale e la non emissione del bollettino valanghe (che avviene solo da Dicembre).
Sotto consiglio di Elio ho affrontato il Monte Cornet ma non partendo dal Santuario di Valmala come mi era stato suggerito ma partendo dal Sant’anna di Roccabruna, avevo voglia di rifare questo itinerario già affrontato in passato, sempre molto bello ed al sicuro dal pericolo valanghe.
Così alle 8:10 parto da Sant’anna di Roccabruna imboccando la sterrata in direzione del Colle della Ciabra.
Il tempo è molto variabile: a volte esce il sole, a volte c’è la nebbia in quota, a volte sono le nuvole ad oscurare il giorno. Fa freddo, siamo intorno ad 1 grado, ma sono per attrezzato ed non mi crea problemi.
Con mia sorpresa trovo la neve fin da subito, 5 cm, che mi permettono di calzare subito le ciaspole.
Fin da subito ho una gradita sorpresa: c’è un corridoio già battuto dai precedenti escursionisti ciaspolatori.
La salita tra l’abetaia si presenta non priva di difficoltà dovuta al fatto che è la mia prima ciaspolata della stagione 2018/2019, le mie gambe devono “riprendere il ritmo” con le ciaspole, la salita fino al colle fatico un po’ e sono costretto a fermarmi diverse volte.
Inizialmente lo strato di neve è come detto di 5 cm circa, all’altezza del colle arriviamo al mezzo metro, il problema è che non ha gelato quindi non è presente uno strato compatto, è umida. In parole povere fuori dal corridoio compattato s’affonda come niente.
Al colle spero che la traccia di neve compatta svolti verso il Cornet ed effettivamente fa questo ringraziando il cielo, se avessi dovuto aprirmi la strada con quella neve…
Il Roccerè è tagliato sulla punta da un bel banco di nebbia, il panorama che si apre varia di minuto in minuto a causa della variabilità del tempo, in moli punti della Valle Maira e della Valle Varaita il sole splende ma non qui.
Proseguo.
Sulla cresta d’attraversamento la mia meta si palesa davanti a me ma oltre il Monte la Ciabra viene nascosta dalla nebbia, inoltre il corridoio compatto qui ha diverse instabilità e s’affonda un pochettino, inoltre credo che la profondità del manto sia ulteriormente aumentata a giudicare dall’affondo dei miei bastoncini.
L’ultima rampa di salita l’affronto nella nebbia, il cippo e la croce di vetta mi si presentano improvvisamente davanti.
Sono le 10:20, 2 ore e 10 di cammino da Sant’Anna di Roccabruna.
Decido di aspettare nel caso il tempo cambiasse anche solo per un attimo per poter scattare qualche fotografia ma niente, la visibilità sulla vetta non va oltre i 5 metri.
Dopo un quarto’ora decido di scendere, non faccio in tempo di fare 30 metri che sono già fuori al banco di nebbia sul Cornet, il panorama torna ad aprirsi questa volta anche la pianura di Torino è ben visibile, sono appena sotto il livello delle nuvole, l’atmosfera è un po’ strana quasi irreale.
Dal Monte la Ciabra fino all’arrivo avrò una continua processione di ciaspolatori di tutte le età che s’apprestano a conquistare il Cornet chiedendomi delucidazione sulla situazione meteo e della neve.
Comunque scendo agevolmente ad arrivo alla macchina alle 12:20.
Nonostante le condizioni meteo non ottimali e il manto nevoso non prefetto è una gita che mi è piaciuta molto, la prima ciaspolata dopo le escursioni estive mi ha sempre un po’ distrutto ma niente di preoccupante.
Mi sento di dire di stare attenti alla condizione della neve di questi giorni, se le temperature notturne rimangono stabili sui valori odierni, la neve fatica a gelare con tutto quello che ne consegue da ciò.
Un saluto da Mattia da Mondovì.
Elio Dutto
26/11/2018 alle 17:08
Ciao Mattia, peccato per il tempo non proprio ottimale. la salita al Cornet è sempre molto appagante se ci vai in una giornata serena, col Monviso che spunta improvvisamente ad ovest. Comunque ci hai impiegato pochissimo a fare tutto il giro. Se tu avessi trovato una giornata migliore sicuramente ti saresti fermato un po’ di più. Ciao, alla prossima!