Monte Festa

Sezione riservata agli utenti supporter

Puoi sostenerci diventando un “supporter”. Un piccolo grande aiuto che ti permetterà di accedere senza limitazioni a tutto il nostro archivio.

Sei già un supporter? Accedi

Risposte a Claus72

Fai clic qui per annullare la risposta.


  1. Anche per me zona completamente sconosciuta,bravi e grazie!


  2. Grazie per la foto al mitico Giovanni G. con cui ho avuto il piacere di lavorare per diversi anni qui a Magliano. Da quando è andato in pensione e si è ritirato (lui e i suoi libri) a vivere a Marmora l’ho rivisto solo un paio di volte, ma sempre con grande piacere.


  3. Ciao a tutti voi.
    Questa mattina si ha voglia di ciaspolare e la mia ragazza Silvia è d’accordo.
    Approfittando del bel tempo e del pericolo valanghe basso non resta che scegliere la destinazione.
    Visionando le varie cartine noto questa montagna con questo nome curioso, il Monte Festa, che i ragazzi di Cuneotrekking hanno già intrapreso tempo fà come andrò a scoprire.
    Non resta che partire.
    Alle 9:00 siamo a Parrocchia di Marmora per iniziare la ciaspolata, ci accoglie un bel tempo e un caldo insolito che ci darà in seguito filo da torcere.
    Notiamo che non c’è chissà quale neve ma non demordiamo.
    Decidiamo di andare solamente al Festa seguendo fedelmente la strada che sale al Colle Sud Intersile, non andremo da nessun’altra parte nella zona per non affaticare Silvia e per il fatto che non conosco bene la zona.
    La neve si presenta solamente in sporadiche isole sulla strada asfaltata, le ciaspole non sono ancora necessarie.
    Solamente dopo un centinaio di metri dove la strada diventa sterrata sopra Grange Cros incontriamo finalmente la neve dopo 40 minuti dalla partenza.
    La neve inizialmente si presenta bene ai nostri piedi, solida che non ti fa affondare ma con l’avanzare del giorno di fa sempre più molle, scaldata da un Sole che picchia duro sulle nostre teste.
    Dopo un po’ ci compare il Monte Festa che rimarrà una vista costante fino alle sue pendici.
    Fuori dalla faggeta veniamo investiti da un caldo opprimente, molto anomalo per il periodo, inoltre la quasi totale di mancanza di vento ci rendo il tutto in può difficile.
    Procediamo soffrendo un po’ più di quello che avevamo preventivato.
    Arriviamo fino alle pendici del monte quando decidiamo di dirigerci direttamente verso la vetta intraprendendo il versante Ovest.
    L’ultima parte della salita è massacrante: una pendenza davvero sostenuta e la neve che muta in diverse zone ci remano contro.
    Passo dopo passo arrivo per primo in vetta, Silvia arriverà 5 minuti dopo.
    Tempo di salita: 2 ore e mezza.
    Il panorama è stupendo, così come il cielo perfettamente sereno che ci permette di godere appieno la bellezza della zona: oltre al Re di Pietra Monviso si possono notare il Chersogno ed il Pelvo D’Elva, la Costa Ghiggia e il più lontano Monte Buch.
    Più vicino a noi un trio di tutto rispetto composto dalla Punta La Piovosa, Punta Tempesta e il Monte Tibert.
    Finalmente un leggero e costante vento ci raffredda un po’, finalmente…
    In vetta mangiamo il pranzo, nel frattempo veniamo raggiunti da un gruppetto di 4 escursionisti genovesi arrivati dalla Costa Ghiggia.
    Tra una chiacchiera e l’altra, tra tante fotografie, il tempo è trascorso in fretta ed io e Silvia iniziamo la discesa.
    La neve diventa sempre più molle e con alcune difficoltà ed alcune scorciatoie siamo alla macchina alle 14:20.
    Bellissima gita in un posto che non conoscevo, una giornata stupenda rovinata solamente dal caldo persistente per quasi tutta la durata della ciaspolata.
    Un saluto da Mattia e Silvia da Mondovì.


    • Ciao Mattia. Bella escursione. Peccato per il caldo che vi ha fatto affaticare più del previsto. Bella comunque tutta la zona attorno a Marmora, dove torno sempre volentieri. Hai ancora trovato tanta neve lassù? Bravo che scegli escursioni adatte a Silvia, che saluto.


      • Non tantissima, direi 50-60 centimetri in prossimità dei 2000 metri a giudicare da quanto potevo piantare le racchette. Il limite neve direi si attestava sui 1600-1700 metri in quella zona. Silvia ricambia il saluto.