Due commenti arrivati sul sito ieri sera, pochi minuti uno dall’altro, ci hanno convinto, a provare la salita, considerata sicura, al Monte Tamone. Le recenti forti nevicate di ieri e ieri l’altro ci hanno ricordato che non è opportuno rischiare di rimanere sepolti sotto qualche slavina da altre parti. Nessuno di noi tre (Gelu, Riccardo ed io) ha mai posato i piedi su questa facile cima.

Cotone o fiocchi di neve? © Cuneotrekking
Base di partenza è, ancora una volta, il Gorrè di Rittana (1097 m), raggiunto da noi verso le 8:45. Seguendo la strada in salita, tra alberi ancora traboccanti di neve, ci portiamo in poco tempo al Chiot Rosa. Questa volta ci dirigiamo dalla parte opposta all’Alpe di Rittana, (1796 m) cioè a destra (est) su una parvenza di strada che si delinea per ampio tratto in costa tra il vallone di Rittana e quello di Valgrana.
Alcune tacche sugli alberi di colore bianco/rosso, ci guidano nella giusta direzione verso un fitto bosco di betulle, faggi e castagni. L’inizio ci fa subito presagire che non sarà una camminata di tutto respiro: il cospicuo manto di neve fresca si rivela talmente soffice che ad ogni passo sprofondiamo di 40 centimetri. La stradina iniziale passa appena sopra alcune costruzioni di un’area attrezzata e, con moderata salita, raggiunge dopo un bel tratto il bivio “San Matè”, quotato 1280 m.
I cartelli, semisepolti nella neve, non ci sono di grande aiuto in questo luogo ma, confortati dalle tacche bianco/rosse visibili sugli alberi, lasciamo la strada che prosegue a sinistra per seguire quella in leggera discesa sul versante di Rittana (destra).

Inizio del percorso con il Tagliarè alle nostre spalle © Cuneotrekking

Tra i boschetti di betulle, castagni e faggi © Cuneotrekking

Unico cartello visibile © Cuneotrekking
Dopo un centinaio di metri in discesa ci poniamo il dubbio di aver sbagliato percorso, subito fugato alla vista di una serie di cartelli, tra i quali quello indicante il Monte Tamone; siamo in località Funse (1274 m).
Seguendo le indicazioni deviamo ora il percorso verso sinistra, attraversando un tratto di bosco e una radura, dove fanno bella mostra di sé graziose baite sommerse dalla neve. Sui loro tetti la coltre raggiunge lo spessore di due metri.

Anche qui sepolti nella neve © Cuneotrekking

Gruppo di baite semisommerse © Cuneotrekking

Due metri di neve sui tetti © Cuneotrekking
Qui veniamo raggiunti da altri due escursionisti che hanno avuto la fortuna di trovare la pista battuta fino a questo punto e ce ne sono grati. Ora uniamo le forze alternandoci nel faticoso compito di farci strada. Questa continua ginnastica perlomeno non ci fa spendere un solo euro in palestra e, nello stesso tempo, ci mantiene in perfetta forma.
Più avanti raggiungiamo un nuovo prato dove alloggia una baita in costruzione (quota 1300 m circa); dopo la casa una nuova indicazione per il Tamone, nascosta tra le betulle, ci fa svoltare nuovamente a sinistra e raggiungere un nuovo versante attraversando un lungo, quanto meraviglioso, viale di faggi.

Le baite che ci accoglieranno per il pranzo © Cuneotrekking

Paesaggio alle nostre spalle © Cuneotrekking
Verso il termine, ad una nuova deviazione senza indicazioni, il nostro senso di orientamento ci fa saggiamente tenere la sinistra; ora iniziamo una faticosa salita nella neve che, divenuta più consistente, crea uno zoccolo di parecchi centimetri tra lo scarpone e la ciastra.
Raggiunto un varco svoltiamo verso destra passando tra due ali di rami chinati dalla neve con la percezione che la meta sia oramai vicina. Dopo un leggero tratto per raggiungere la china, sempre meno ripida, compare a sinistra una grande croce di vetta in acciaio con ampio panorama verso la pianura, Caraglio e il Monte San Bernardo.
Le piante, tutt’attorno, non ci permettono una gran visuale ma riusciamo ugualmente a scorgere la Bisalta, tratti di Alpi Marittime e l’Alpe di Rittana.
Salutati i due escursionisti, che rimangono ancora in punta, non ci rimane che scendere e rilassarci alle graziose baite, per poi far ritorno al Gorrè.

Arrivo sulla cima © Cuneotrekking

Dalla cima, Caraglio in lontananza © Cuneotrekking

Anche la Bisalta è ben visibile © Cuneotrekking
chicca
26/03/2010 alle 16:27
Sono onorata di essere l’autrice di uno dei post ispiratori della gita al Tamone. Ovviamente complimenti per la descrizione.
Ne approfitto per chiedere una nuova consulenza: per la metà di aprile avrei in programma di organizzare la salita a s. anna di vinadio con le ciastre ma mi spaventa un pò la lunghezza del percorso (affrontato ormai tante volte a piedi in pellegrinaggio da fontanelle)unita alla fatica derivante dalla neve primaverile.
Secondo voi potrebbe essere il periodo giuto?quante ore devo mettere in conto? (ho letto il vostro report dello scorso anno e le foto del santuario sotto la neve mi hanno affascinato).Grazie.Chicca
cuneotrekking
26/03/2010 alle 16:48
Per la gita a Sant’Anna penso che la metà di aprile sia un giusto periodo. A meno di altre grosse nevicate. Se l’hai affrontata a piedi da Fontanelle puoi stare sicura di farla tranquillamente con le ciastre in due orette di cammino. Ciao.
Valerio79
30/03/2010 alle 08:00
Bravi! Così anche il Monte Tamone ha sul Web lo spazio che merita. Ora le condizioni della neve sono molto diverse. Domenica sono stato sul Birrone, la neve è poca e molto molle. Il pezzo finale con questa neve è stato veramente faticoso, in ogni caso appagante la vista dalla cima. D’ora in avanti penso sarà bene lasciare le escursioni esposte a Sud a quote basse per quelle un po’ più in quota. Magari i Roburent fatti da voi, se non hanno tratti esposti, potrebbero essere un idea. Ciao
cuneotrekking
30/03/2010 alle 12:46
Grazie Valerio per l’idea che ci avevi dato; come vedi l’abbiamo subito messa in pratica. I Roburent sono veramente spettacolari. Informati solo se hanno liberato la strada per il Colle della Maddalena dalla slavina.
Grazie e ciao.
Christian Gianti
23/12/2012 alle 15:05
Ciao, oggi 23/12 sono salito di corsa al Monte Tamone, vista la poca neve trovata sulla strada…ho però seguito un itinerario diverso rispetto al vostro 2010, che vi consiglio in caso di poco tempo a disposizione…ho lasciato l’auto a circa 800 mt sulla strada in prossimità del bivio per Scanavasse: qui ho iniziato l’escursione fino allo scollinamento di Scanavasse (si può lasciare l’auto anche qui perchè asfaltato) e poi fino al bivio per Le Funse. Da qui ho proseguito successivamente fino al Monte Tamone…per il ritorno ho ancora corso fino ai Chiot Rosa per poi scendere tutto su asfalto fino all’auto (un po’ noioso anche se di corsa)…Non è alto, ma c’è comunque una bella visuale dal Tamone…non ho il gps, ma credo che in tutto ci siano circa 12-15 km.
Christian
Cuneotrekking
23/12/2012 alle 21:52
Ciao Christian. Non l’ho mai salito da qualla parte ma può essere una buona alternativa che hai fatto bene a segnalare anche per chi vorrà provare. Grazie ancora, Elio