Iniziamo la marcia con le ciastre ai piedi scendendo la stradina sottostante che si dirige a sud-est nel vallone.
Dopo l’ultima nevicata di gennaio siamo i primi a percorrere questo tracciato. Qualche centinaio di metri più avanti superiamo il torrente Casotto su un ponte in pietra e ci inoltriamo nel boscoso vallone fiancheggiato dal torrente di Valcalda.

Il ponte sul torrente Casotto © Cuneotrekking
Dopo altri 750 metri lasciamo a destra la deviazione per la borgata Tagliante (segnalazioni) e, proseguendo sempre verso l’interno del vallone, circa cinquecento metri oltre risuperiamo il torrente su un secondo ponte in pietra.
Mantenendo sempre la sinistra, proseguiamo sulla sterrata con moderata pendenza che sale nel vallone. Intanto i boschi di castagni lasciano il posto a estese faggete.

Pista forestale © Cuneotrekking

Più avanti © Cuneotrekking
A circa metà percorso, presso un tornante, ignoriamo una scorciatoia (tacche sugli alberi) e, proseguendo sempre lungo la pista forestale, procediamo speditamente verso il distante ampio pianoro-radura denominato Pian Marta (localmente chiamato Pian Marlà).

Pian Marta © Cuneotrekking
Lo percorriamo fino al fondo, quindi una breve discesa ci consente di superare il rio di Perabruna e subito dopo un’impennata più decisa nel bosco ci proietta verso l’Alpe di Perabruna, conca pascoliva dove permangono ancora alcune strutture di baite ormai in rovina.

In salita dopo il pian Marta © Cuneotrekking

In faggeta dopo il pian Marta © Cuneotrekking
Volgendo lo sguardo alla nostra destra, su un ripiano compare la capanna sociale Manolino sovrastata dallo spuntone roccioso della Rocca dell’Aquila, mentre sul lato opposto è ben visibile la colla Bassa (1851 m) che divide il monte Grosso (2007 m) a nord dal monte Antoroto (2144 m).

Arrivo all’Alpe di Perabruna © Cuneotrekking

Vecchie baite in rovina all’Alpe di Perabruna © Cuneotrekking

In salita verso il Manolino © Cuneotrekking
Da questa posizione dobbiamo scegliere se affrontare direttamente il ripido pendio che porta alla capanna sociale oppure se proseguire sulla stradina a sinistra che la va a raggiungere con percorso più lungo. Seguendo la seconda opzione il tragitto è più sicuro e protetto dalle slavine.
Valutando bene percorso e situazione neve, oggi scegliamo la salita diretta. Il bivacco (non gestito, ma le chiavi si possono reperire presso la Locanda del Mulino di Pamparato) ci accoglie avvolto nella sua solitudine. Prende il nome dall’alpinista Angelo Manolino, imprenditore edile di Chieri, molto attivo negli anni ’70 con le guide Alessio e Attilio Ollier di Courmayeur sulle pareti del Monte Bianco. Perse la vita nel 1977 per un incidente sul lavoro.

Capanna sociale Manolino © Cuneotrekking

Indicazioni presso il Manolino © Cuneotrekking
Non ci fermiamo subito qui, ci torneremo più tardi perché abbiamo ancora intenzione di salire alla vicina cappella di santa Teresa che raggiungiamo in pochi minuti di percorso. La cappella, eretta nel 1946, è seminascosta tra i larici. Il luogo è panoramico e di grande suggestione.

La cappella di santa Teresa © Cuneotrekking
Ci fermiamo nelle immediate vicinanze per la pausa pranzo con la stupenda visuale di fronte dei monti Grosso (2007 m) e Antoroto (2144 m).

Colla Bassa tra i monti Grosso (sinistra) e Antoroto © Cuneotrekking
Più tardi torniamo alla capanna sociale Manolino fermandoci il tempo necessario prima di intraprendere la discesa.

Ritorno al Manolino © Cuneotrekking
Con percorso più ampio lo aggiriamo a sud scendendo poi sugli ampi tornanti che ci riportano tra le vecchie baite della sottostante Alpe di Perabruna.

Scendendo dalla capanna sociale © Cuneotrekking

Ultimo sguardo alla capanna sociale Manolino © Cuneotrekking
Di qua il percorso di discesa ricalca fino al parcheggio esattamente quello fatto in salita.

Discesa al Pian Marta © Cuneotrekking

Tornando a Valcasotto © Cuneotrekking
Paolo Dho Supporter
07/02/2019 alle 16:10
Ciao a tutti da Paolo di Lurisia. Bella gita, alla scoperta di un solitario angolo delle nostre Montagne. L’ho fatta con un amico il 31/12/2018, quando a terra c’era solo la neve della prima nevicata; qualcuno aveva già tracciato il percorso, quindi è stato sufficiente indossare i ramponcini (ottimo acquisto) per quasi tutto il tracciato. Bello il Pian Marta, che dà il senso del classico pianoro isolato dal mondo… Buone gite a tutti, a presto.
Elio Dutto
07/02/2019 alle 17:37
Ciao Paolo. E’ un posto davvero isolato, se percorso in questa stagione. D’estate può diventare punto di partenza per almeno altre tre escursioni. Ciao, a presto!
Francesco
10/12/2019 alle 11:19
Buongiorno,
posso chiedere tempo indicativo di salita?
Grazie!
Elio Dutto
10/12/2019 alle 17:34
Ciao Francesco, grosso modo intorno alle due ore e mezza. Poi dipende sempre da quanta neve trovi o se la traccia è già battuta. Ciao
Gianluca
22/11/2020 alle 19:44
Volevo avvisare che io e mia moglie abbiamo effettuato l’itinerario da valcasotto verso il rifugio Manolino circa 1 mese fa ma purtroppo la pista forestale dalbovio per Tagliante,è stata portata via dall’alluvione del 3 ottobre e quindi la strada non esiste più e l’itinerario è praticamente impraticabile
Elio Dutto
22/11/2020 alle 20:42
Grazie Gianluca, immaginavo che anche lì l’alluvione avesse fatto tanti danni. Peccato!