Da alcuni giorni il tempo è bello stabile e la temperatura, piuttosto fredda, mantiene al meglio la neve in quota. La neve, scesa due notti fa, ha deposto qualche decimetro di neve fresca che ha ricoperto le vecchie tracce. Non possiamo quindi lasciarci scappare l’occasione per organizzare una bella escursione con le ciastre.
Partiamo da casa verso le 7:30 e in macchina raggiungiamo il santuario di San Magno. Lasciamo l’auto nel piccolo spiazzo dove la strada è interrotta dalla neve. Calzate le ciastre ci incamminiamo con decisione verso la meta.

Alcune centinaia di metri dopo la partenza © Cuneotrekking
Non c’è nessuno e non troveremo nessun altro lungo tutto il percorso di andata e di ritorno: siamo soli in compagnia del rumore delle racchette e dei bastoncini sulla neve invernale compatta all’inizio e plasmata dal vento più in quota.
Grosso modo il percorso che stiamo seguendo ricalca la strada estiva che collega la valle Grana al vallone dell’Arma, diramazione della valle Stura, passando per il colle di Valcavera. Più avanti lasciamo alla nostra destra un caseggiato di un’azienda agricola (1900 m circa). Dopo un altro tratto di strada seguita da uno zig-zag raggiungiamo l’azienda agricola delle baite Parvo (2018 m).
Passato il ponte sul torrente Grana di Fauniera ci spostiamo sulla sinistra idrografica e continuiamo il percorso facendo attenzione a possibili slavine che potrebbero staccarsi dalle pareti di destra: fortunatamente oggi non corriamo alcun pericolo.

Attraversamento del torrente Grana di Fauniera © Cuneotrekking

Sotto le pendici nevose © Cuneotrekking
La camminata prosegue con una leggera salita fino all’alpe Fauniera (2182 m). È bello vedere sui tetti della malga una coltre di neve così spessa, come mai l’abbiamo vista in questi ultimi anni. Sul retro dell’alpe abbandoniamo la strada per zigzagare verso sinistra su un dosso e raggiungere un terreno più pianeggiante.

Dopo un tornante con veduta della Rocca Parvo © Cuneotrekking

In avvicinamento all’alpe Fauniera © Cuneotrekking

Salendo un dosso dopo l’alpe © Cuneotrekking
Lo seguiamo per un po’ sotto le pendici della Rocca Negra (2495 m) fin quando, in lontananza, compare la struttura in acciaio del rifugio Fauniera (2304 m, ex rifugio Trofarello), chiuso nel periodo invernale, che ci apprestiamo a raggiungere.

In fondo a sinistra si intravede il rifugio Fauniera © Cuneotrekking

Arrivo presso il rifugio © Cuneotrekking
Qualche metro oltre il rifugio passiamo davanti a un’altra struttura in legno decidendo poi di raggiungere la cima Fauniera non con il solito percorso che taglia a destra e va a ricercare la strada che sale al colle Fauniera ma, con uno spostamento a sud-est, verso una sella che è posta a sinistra della cima.
Dalla struttura in legno, con un diagonale verso sinistra, aggrediamo il piccolo vallone laterale con alcuni lunghi tornanti portandoci a destra di un’altura (2487 m).

Salendo verso il colletto © Cuneotrekking

Ancora in salita © Cuneotrekking
Dal varco raggiunto (2445 m), svoltando a destra seguiamo un tratto di cresta.

Al fondo spunta la Rocca Parvo © Cuneotrekking

Sulla cresta dopo il colletto © Cuneotrekking
Con un leggero spostamento laterale raggiungiamo il grande pianoro che ospita la cima Fauniera (2515 m).

Cima Fauniera con il Becco Grande e Rocca la Meja sul fondo © Cuneotrekking

Dalla cima, veduta a sud © Cuneotrekking
La vista da qua sopra spazia dalla Maledia, al Gelas, al massiccio dell’Argentera, dal Becco Grande (2775 m) a Rocca la Meja (2831 m), Monte la Bianca (2744 m) fino al Monviso.
Facciamo ancora qualche passo in direzione del colle Fauniera (2481 m), della cappella della Regina Assunta e del monumento a Pantani.
Qui rimaniamo incantati di fronte a tanta bellezza. Quando decidiamo di ridiscendere ripercorrendo a ritroso la traccia fino al rifugio Fauniera, la nostra visuale occupa un grande lenzuolo bianco, che viene scalfito solamente dal colore rosso o verde dell’abbigliamento dei miei compagni.

Scendendo al colletto © Cuneotrekking

In discesa per tornare al rifugio © Cuneotrekking
Tornati presso il rifugio troviamo un posto per la sosta del pranzo.

Struttura in legno presso il rifugio © Cuneotrekking
Durante la lunga discesa che ci riporta alla base continuiamo ancora una volta a godere di questi paesaggi che ci hanno riempito la giornata e il cuore di tanta bellezza.

Sulla via del ritorno © Cuneotrekking

Al ritorno © Cuneotrekking

Passaggio su una slavina © Cuneotrekking
Valerio Picco
26/02/2008 alle 23:32
Veramente grande descrizione!Penso proprio di andare al colle fauniera il prossimo week end, sai dirmi se hai dovuto attraversare parecchie slavine e se il passaggio dal colle a cima Fauniera è impegnativo o agevole per tempo e tecnica?
Ho visto il sito, molto bello, se volete potrei anche aggiungere delle mie descrizioni, Rifugio Migliorero o Borgata Ferriere.
Un saluto e complimenti per il sito, io sono Fossanese e amante delle nostre montagne cuneesi e mi fa sempre piacere vederle così ben racontate su internet.Saluti
cuneotrekking
27/02/2008 alle 18:44
Quando i lettori di questo blog sono contenti per ciò che scriviamo, ci fa enorme piacere e ci dà più stimoli per proseguire nei nostri racconti. Riferendomi alla gita sul Fauniera, non ho dovuto attraversare slavine e gli unici modesti pericoli di slavinamento potevano presentarsi alcune centinaia di metri oltre il ponte sul Grana (passate le Baite Parvo, per intenderci) e nel traverso che conduce al Colle Fauniera. Ora, 13 giorni dopo e col sole di questi giorni bisogna vedere se e come le condizioni della neve si sono modificate (prova anche a dare un’occhiata al bollettino di previsione delle valanghe).
La salita dal Colle alla Cima Fauniera è totalmente priva di pericoli (la si raggiunge dal colle
dopo circa 500 metri di percorso).
Apprezziamo che vorresti aggiungere alcune tue descrizioni sul nostro sito, ma essendo più che altro un “nostro” diario, ne siamo un po’ gelosi e te ne chiediamo scusa. Accettiamo comunque critiche o suggerimenti per segnalarci altri itinerari, magari in altre valli del Cuneese che tu conosci.
Valerio Picco
09/05/2008 alle 08:07
L’ho poi fatto anch’io, all’inizio di Aprile c’era molta neve e sono salito anche alla cima Fauniera immediatamente a sinistra (salendo) del colle.
Vista eccezionale, molto bello anche il movimento di marmotte che c’era a quota 2000m. Una camminata con vedute molto varie e decisamente appagante, vedendola con così tanta neve ad aprile sembra strano immaginare che tra poco più di mese sarà un posto raggiungibile con l’auto. Saluti
Mattia Bertero Supporter
04/02/2018 alle 16:03
Ciao a tutti voi.
L’escursione di oggi mi tocca di nuovo farla in solitaria, Silvia si è fissata con il nuoto e quindi non può seguirmi.
La mia destinazione è una meta che da un po’ girava nella mia testa: il Colle Fauniera.
Ho vissuto la stessa esperienza che ha raccontato Elio in questa pagina: escursione in solitaria ed anch’io “solo in compagnia del rumore delle racchette” a parte gli ultimi 20 minuti.
Controllato il pericolo valanghe dia sicurezza per l’escursioni (2 su 5) e che il tempo sia buono (danno sereno con peggioramenti nel tardo pomeriggio) non resta che partire.
Siccome mi piace arrivare presto alla partenza quando sono da solo, alle 7:45 sono già al Santuario di Castelmagno dove la strada sterrata finisce di essere sgombra da neve, sono il primo della giornata.
Fa un freddo cane: ci sono 8 gradi sottozero, il cielo è sereno ed il Sole sta per sorgere dietro Rocca Cucuia.
Mentre mi sto preparando c’è già un problema: una delle racchette ha uno dei due snodi per allungarle congelato, si vede che è rimasta dentro un po’ d’acqua dalla ciaspolata precedente.
Regolo l’altra per essere alla pari ma per tutta l’escursione saranno un pelo troppo basse…
Fortunatamente la strada è battuta da precedenti escursionisti e quindi il manto è solido, pensavo di dover mettere i ramponi vista la temperatura bassa ma inaspettatamente le ciaspole riescono a piantarsi così opto per queste ultime, portando i ramponi nello zaino, non si sa mai.
Alle 8:00 in punto parto.
Fin dai primi momenti compare uno dei capisaldi di questa escursione: le valanghe.
I versanti destri del Vallone Fauniera sono molto ripidi e scaricano neve sovente sulla strada.
Nella giornata di oggi per la prima parte dell’escursione fino a Gias Fauniera ho dovuto scavalcare faticosamente i residui di 7 valanghe, contando anche che la zona dell’itinerario che passa sotto Rocca Parvo ha delle pendenze dei versanti considerevoli.
Al Gias Fauniera la traccia che seguivo scompare del tutto: se devo arrivare al Colle Fauniera devo aprire la via.
Comunque dal Gias Fauniera procedo a tagliare il percorso seguendo le zone che sembrano più sicure ma la neve fresca ha consistenze diverse ad ogni passo che si compie: a volte è farinosa, subito dopo è dura come il marmo, altre volte è condensata in lastroni che si spaccano come il vetro, altre volte s’affonda, altre volte si fatica a piantare le ciaspole.
Mi sta facendo dannare insomma, almeno non si stacca nessuna valanga dai versanti ormai scarichi.
Dopo il Rifugio Trofarello punto verso la cappella nelle vicinanze del colle cercando di arrivare a vista al Colle del Vallonetto per poi seguire la crestina fino alla cappella.
Qui la neve mi fa faticare a salire i punti più ripidi, scivolo sovente ma non demordo, si sale decentemente per adesso.
Tra varie fermate per fare foto arrivo alla Cappella della Regina Assunta alle 10:40.
Il panorama che si apre è stupendo: si vedono tutte le montagne dell’arco alpino che si possono vedere da li ma potrebbe essere meglio visto che la pianura e la sottostante Valle Stura sono offuscate dalla nebbia.
In ogni caso la vista non è affatto da buttare, anzi, c’è da rimanerne incantati.
Fa davvero freddo, ogni tanto arriva il vento che ti toglie la sensibilità della pelle del viso.
Sto lassù per 40 minuti e alle 11:15 inizio la discesa.
Immediatamente scopro che la neve non è cambiata nella sua instabilità già vista all’andata solo che i versanti ripidi in salita diventano discese di una rilevante pendenza al ritorno…
Così al Passo del Vallonetto mi fermo e finalmente inauguro i ramponi semi-automatici della Climbing Technology nuovi di zecca presi a Dicembre, devo avere più sicurezza nello scendere, le ciaspole mi stanno davvero facendo scivolare troppo.
Riprendo la discesa e con i ramponi viaggio che è un piacere.
Scendo abbastanza velocemente facendo attenzione alle pendenze più sostenute anche le 7 valanghe che devo riscavalcare per tornare con i ramponi sono semplici da affrontare.
Finalmente verso la fine del percorso incontro le prime persone che affrontano il sentiero, si sono tutti fermati prima.
Il parcheggio di Castelmagno è stracolmo di macchine, sono tutti sci-alpinisti che scendono dal Crosetta o dal Vallone Sibonet dalle pendici del Tibert.
Sono le 13 più o meno e mangio pranzo prima di ripartire verso casa.
Una gita che mi ha soddisfatto molto, un posto bellissimo con un tempo stupendo. Peccato che la neve sia stata così infida mi ha fatto un po’ patire ma pazienza, alla meta ci sono arrivato e credo di essere stato l’unico della giornata ad esserci arrivato, almeno dalla Valle Grana.
Elio Dutto
04/02/2018 alle 20:32
Bravo Mattia, anche se sei tutto solo non demordi mai per arrivare dove ti sei preposto. Da quelle parti bisogna sempre tenere in considerazione che con più neve qualche slavina può scendere dai lati.
Peccato solo non essere in compagnia…
Mattia Bertero Supporter
04/02/2018 alle 22:08
Silvia si é presa una piccola pausa dalla montagna per dedicarsi di più al nuoto, un’altra sua passione, ma tornerà presto sui monti, gli sta già salendo la nostalgia a vedere le foto delle mie ultime in solitaria. Gli amici non sono frequentatori assidui della montagna come me e d’inverno non hanno esperienza con la neve e preferiscono aspettare lo scioglimento della neve. Si, ammetto che ogni tanto quando sono da solo tutto sembra fin troppo grande per non poterlo condividerlo con qualcuno ma la vista delle montagne intorno a me e la sensazione di stare li ad assaporare questo magnifico mondo della montagna mi aiutano tanto nell’arrivare fino alla meta e mi fa sentire meno solo. Un saluto.
Sandra
31/01/2020 alle 11:33
Visto l’aumento delle temperature, si può affrontare la medesima gita domenica 02 febbraio? Ho verificato il bollettino valanghe, il pericolo è sceso, ma vorrei sapere qualche informazione in più da voi. Grazie mille.
Sandra.