Seguiamo la strada inizialmente asfaltata che sale a Palanfrè e procede a lato delle case ai piedi della bella locanda l’Arbergh. Dopo le ultime case calziamo le racchette da neve seguendo per un breve tratto la strada che sale verso i laghi del Frisson.
A un bivio (cartelli) seguiamo la strada che prosegue verso destra innalzandoci con qualche tornante. Tra gli alberi si aprono belle visuali su Palanfrè che si allontana sempre più. Stiamo percorrendo un tratto di quella che un tempo era la riserva naturale di Palanfrè, oggi accorpata al parco naturale Alpi Marittime. In questa zona, fin dall’inizio del Settecento è vietato il taglio degli alberi per proteggere Palanfrè dalle valanghe, da cui il nome di bosco Bandito.
Più in alto la strada ripiana attraversando un bosco di betulle.
A un certo punto abbandoniamo la strada che prosegue al gias Garbella e con un taglio diagonale entriamo nello stretto valloncello della Valletta raggiungendo poco sopra il gias del Chiot (1.607 m, fontana).

Qui abbandoniamo la strada © Elio Dutto
Alla sua destra, in un recinto, si trova una stazione meteorologica.

Presso il gias del Chiot © Elio Dutto
Dopo un tratto pianeggiante il cammino prosegue più ripido a zig-zag mantenendosi all’interno del valloncello. Alcuni brevi ripiani riducono la salita fino ad approdare alla grande conca finale che termina contro le pareti rocciose del monte Garbella (2.306 m).

Arrivo sulla conca © Elio Dutto
Poco spostata a destra è posta una piccola struttura privata in legno (1.970 m).

La piccola struttura privata in legno © Elio Dutto
La traccia prosegue per poche decine di metri, poi gira verso sinistra al di sotto di una lunga fila di cespugli allineati. Un diagonale ascendente ci trasferisce sulla costa del Colombo.

Sul traverso che porta sulla costa del Colombo © Giuseppe Basso

Nel tratto oltre il bivacco © Elio Dutto
Man mano che ci avviciniamo alla costa della Garbella la salita si fa più intensa.

Salendo la costa del Colombo © Giuseppe Basso
Mantenendoci costantemente sulla costa del Colombo risaliamo a brevi tornanti i ripidi pendii che ci conducono sempre più in alto fino a una forcella dalla quale si può avere una prima visuale sull’incassata valle di Entracque.

Beppe sulla Costa del Colombo © Elio Dutto

Salendo la Costa del Colombo © Elio Dutto

La forcella dalla quale si ha una prima visuale sulla valle di Entracque © Elio Dutto
Il tratto finale avviene su una ripida rampa con un diagonale che raggiunge la costa della Garbella sul displuvio con il vallone del Sabbione.

Nel tratto ripido dopo la forcella © Elio Dutto

La punta più elevata della costa della Garbella. In secondo piano il monte Frisson e la Rocca dell’Abisso. © Giuseppe Basso

A pochi metri dalla cima © Giuseppe Basso
Il panorama che da qui si può osservare contempla tantissime cime sul lato sud/est, tra le quali il massiccio della Bisalta, monte Vecchio, Bec Baral, Giosolette, Ciotto Mien, Ciamoussé e Frisson, mentre sul lato ovest abbiamo un’ampia visuale sulle cime che dal monte Vernasca vanno al monte Aiera passando dal monte Carbonè. È stupenda a nord la visuale sul Bec d’Orel e il Bussaia. La giornata soleggiata ci regala una visibilità eccezionale sull’intero arco alpino.

Veduta sulla Bisalta © Giuseppe Basso

Sguardo verso la cresta di rocce del monte Aiera © Elio Dutto

Panorama verso la cima della Fascia e il Marguareis. In primo piano la costa Campaula. © Elio Dutto
Dopo una meritata pausa iniziamo il ritorno sullo stesso itinerario dell’andata.

Inizio della discesa a valle © Giuseppe Basso

Scendendo verso la struttura privata in legno © Elio Dutto
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