Punta dell’ Omo

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  1. Ciao a tutti.
    Oggi ho una giornata libera dal lavoro e mi concedo la prima cima della stagione invernale 2021/2022 con le ciaspole.
    E scelgo questa Punta dell’Omo per il percorso non banale e il panorama che si può gustare dalla sua cima.
    E’ il giorno dopo le ultime nevicate, infatti la neve è ancora non perfettamente compattata dal rigelo notturno, lo sarà per tutta l’escursione e mi creerà qualche sforzo in più.
    Arrivo presto a San Giacomo di Demonte, alle 8:30 nel momento che lo spartineve ha liberato la strada dalla neve. La strada s’interrompe qui, oltre verso il Colle Valcavera è già chiusa al traffico.
    Fa freddo, 3 gradi sottozero, ma il cielo è totalmente sereno.
    Intraprendo la strada asfaltata non ripulita che s’immerge nel Vallone di San Giacomo, qui più che neve trovo del gran ghiaccio.
    Più avanti troverò delle impronte di lupo e segni di predazione di un ungulato presumendo dai segni sulla neve.
    Entro nella conca ancora con i semplici scarponi e li terrò ancora fino all’incrocio con il Gias Contard perchè lungo la strada di neve c’è ne davvero poca.
    Oltre quella svolta la situazione neve migliora sensibilmente e calzo le ciaspole.
    Qui incontro uno sciatore che va nella mia stessa direzione, siccome siamo i primi a fare questa escursione dopo le nevicate c’è la traccia da fare da zero, così troviamo un accordo in cui ci diamo il cambio a tracciare la via a mano a mano che saliamo verso la vetta.
    Inizio io lungo la strada sterrata che porta verso Testa Gardon.
    A quota 1830 metri circa, prima della conca del Gias della Sella, si sviluppa una cresta che, seguendo le nostre mappe, portava quasi in mira della Punta dell’Omo.
    Decidiamo d’intraprenderla, questa volta parte prima lui a tracciare.
    La neve risulta essere poca ma abbastanza da garantire una copertura perenne, è ancora fresca senza nessun rigelo, come dicevo prima è quella scesa la giornata di ieri.
    Durante la salita ci alterniamo a tracciare la via, sotto le mie ciaspole si forma un costante accumulo di neve pressata che sembra un blocco di cemento ad ogni passo che faccio.
    Nonostante ciò avanziamo tutti e due.
    Ogni tanto le pendenze si fanno più ripide e tracciare in quelle condizioni risulta molto faticoso e pericoloso, molte volte sono scivolato a terra.
    In più il Sole alle nostre spalle batte molto forte sulle nostre teste, fa caldo.
    Io salgo solo con la semplice termica e l’ARTVA fissato a tracolla.
    Tra patimenti vari arriviamo alla cresta divisoria con la Valle Grana e vediamo la nostra destinazione vicina.
    Arriviamo 3 ore dopo alla partenza in vetta alla Punta dell’Omo, molto stanchi ma felici di goderci il panorama GRANDIOSO che si apre davanti a noi.
    Giornata limpida e si vede tutto: le montagne vicine sono stupende, le Marittime, zona Monviso, il Monte Rosa, la pianura verso Torino, le Langhe.
    Vorremmo parlare di tante cose ma invece restiamo li in silenzio perchè ci accorgiamo che siamo solo noi due in quella zona, non notiamo nessuno salire. Non passa nessun aereo. Non c’è la minima brezza di vento.
    C’è un silenzio assordante, a tal punto che le nostre orecchie iniziano a fischiare.
    Tutto fermo…
    Ad ogni modo mangiamo qualcosa poi le nostre strade si separano perchè lo sciatore inizia la discesa verso valle, essendo più veloce di me non l’ho rivedrò più.
    Resto ancora un po’ lassù da solo a gustarmi il tutto, non scenderei più da lassù.
    Mi scopro commosso da quello che vedo, è incredibile che dopo 28 anni di frequentazione della montagna riesce ancora a commuovermi nel vedere la sua bellezza.
    Tocca a me iniziare la discesa dopo un’ora dal mio arrivo.
    Sulla stessa via tracciata in precedenza.
    Una discesa senza niente da segnalare.
    Alle 15:00 sono dalla macchina.
    Una gita che mi è piaciuta molto nonostante la grandissima fatica nel creare la traccia di salita, se non altro nei prossimi giorni gli escursionisti che verranno avranno una salita più agevole.
    Panorama incredibile, sensazioni forti, la montagna invernale in tutta la sua bellezza.
    Senza parole.
    Un saluto da Mattia da Mondovì.