Calzate le ciastre seguiamo la strada che a lunghi tornanti si inerpica nel bosco. Le temperature nei giorni precedenti sono salite e la neve è presente in maniera saltuaria. In un curvone scorgiamo, in basso a sinistra, la borgata Paschiè.
Mentre verso sud si stagliano grandiosi panorami che comprendono la Testa di Cervetto (2356 m), la cima di Crosa (2531 m) e la punta Rasciassa (2664 m), il nostro cammino procede nel susseguirsi dei tornanti che ora si dirigono verso nord.
Pian piano inizia a comparire la sagoma del Monviso che in seguito irromperà rubando la scena a tutto il paesaggio circostante.

Il panorama che si vede dopo il primo tratto © Elio Dutto
Al termine di un rettilineo, prima di una curva a sinistra, costeggiamo il gruppetto di case della borgata Meisonette (1536 m), poste sul lato destro della strada.
Poche curve dopo ci troviamo a percorrere un semicerchio verso sinistra sul pianoro ospitante una vecchia borgata.

Poco prima delle meire Tirolo © Elio Dutto
Raggiungiamo un piloncino votivo dedicato ai santi Chiaffredo e Pancrazio.
Dopo aver superato alcuni ruderi in pietra iniziano le prime case della bella borgata Tirolo (1618 m). Il luogo è idilliaco in posizione dominante sugli opposti versanti della valle Po.

Meire Tirolo © Elio Dutto
Allungando lo sguardo verso nord iniziamo a intravedere, ancora distante, la nostra meta, mentre sulla destra si propongono, in pieno sole, il monte Frioland (2720 m), il Briccas (2426), la cima Ostanetta (2375 m), la punta Razil (2370 m) finendo il quadro con la punta Selassa (2037 m).
Appena superate le Meire Tirolo abbandoniamo la strada innevata che si dirige verso il Bric Arpiol (o monte Tivoli, 1791 m) per seguire verso sinistra un percorso in diagonale ascendente su terreno pietroso che punta direttamente a circa metà tratto della Costa del vallone.

Salendo verso la Costa del vallone © Elio Dutto

In salita verso la Costa del vallone © Elio Dutto

Panorama con vista nord © Elio Dutto
Giunti sul crinale della costa, a una quota attorno ai 1900 metri, svotiamo a sinistra. La Rocca Nera è ancora distante ma molto ben visibile sullo spigolo destro proprio per il colore delle sue rocce scure.

La Rocca Nera e il Monviso © Elio Dutto
Proseguendo fedelmente sul lungo crinale raggiungiamo più avanti il tratto più ripido che si sale fino al crestone (da fare soltanto con neve sicura).

Salendo la rampa © Elio Dutto
Volgendo poi a destra, delusi per la mancanza di neve, il percorso porta direttamente sulla Rocca Nera. Oggi preferiamo ancora salire la cima arrotondata innominata (2415 m) che compare più a sinistra, per avere una visuale completa della conca dove sorgono i rifugi Alpetto (vecchio e nuovo) e l’omonimo lago.
Dalle rocce di questa punta lo spettacolo è servito. Il Monviso è lì a due passi e, se si guarda appena sotto il nevaio inferiore, un po’ a destra delle balze di Cesare, si riesce a riconoscere distintamente anche il rifugio Quintino Sella (2651 m).

Il Monviso ed il rifugio Quintino Sella alla base del nevaio © Elio Dutto

Sguardo nella conca del rifugio Alpetto © Elio Dutto

Dalla cima innominata scendiamo verso la Rocca Nera © Elio Dutto
Ripresi gli zaini, scendendo ora in direzione nord, dopo un leggero dosso e un avvallamento risaliamo i pochi metri che ci separano dalla Rocca Nera (2319 m). Oltre al già citato Monviso lo spettacolo ora guarda più verso il lato nord sulle cime già citate in precedenza.

Beppe verso la sommità della Rocca Nera © Elio Dutto

Elio sulla cima della Rocca Nera © Elio Dutto
Infine riprendiamo la discesa a valle per far ritorno a Oncino.

In discesa dalla cresta © Elio Dutto

Poco più in basso © Elio Dutto

Ritorno alle Meire Tirolo © Elio Dutto
marco cravè
25/02/2021 alle 17:33
E’sempre uno spettacolo stupendo il “nostro” Monviso !
Intristisce sapere che sia anche parecchio fragile: le scariche di rocce si susseguono molto frequentemente. Temo che, se nulla cambia a livello climatico, fra alcuni decenni il suo profilo sarà mutato notevolmente.
In merito a questa gita, vale la pena dare un’occhiata a borgata Paschiè,
c’è un sentiero che la collega con la strada sottostante, come si evince ingrandendo la mappa da voi pubblicata; quest’ultima, noto, è molto ben dettagliata: sono presenti sentieri desueti e poco segnalati, ma che possono offrire una valida alternativa a quelli “strabattuti”.
Ciao
Elio Dutto
25/02/2021 alle 19:49
Grazie Marco per la dritta. Ciao.
Alessandra Cardone
07/04/2021 alle 13:19
Buongiorno, vorrei fare una domanda, sebbene sia un po’ stupida:
In primavera inoltrata e estate, facendo questo percorso si trovano tratti innevati (quindi necessarie le racchette da neve) oppure no?
Elio Dutto
07/04/2021 alle 15:39
Ciao Alessandra. E’ quasi impossibile trovare ancora neve (a meno di un evento straordinario) in quel periodo, quindi non servono le racchette da neve. Ciao
Antonio
05/01/2022 alle 10:08
Ciao,
Vorrei fare questo sentiero intorno alla fine di gennaio, condizioni climatiche permettendo. La segnaletica è presente sul percorso?
Grazie
Elio Dutto
05/01/2022 alle 16:55
Ciao Antonio. La segnaletica è presente solamente nelle parti iniziali del percorso, poi non più.