Arriviamo a Brich quando il sole sta illuminando di rosa il Monviso.

Al nostro arrivo il Monviso si tinge di rosa © Elio Dutto
Dal parcheggio ci infiliamo in una viuzza tra le case incrociando, poco sopra il borgo, una strada sterrata.
La seguiamo per alcuni brevi tornanti abbandonandola quasi subito per inoltrarci a sinistra su un viottolo, delimitato da frassini e qualche betulla, che prosegue sempre più ripido verso l’alto.

Salendo tra frassini e betulle © Elio Dutto
Dopo aver incrociato la sterrata la superiamo passando accanto a due vecchie baite in rovina quindi, con percorso che piega verso destra, oltrepassiamo un rio oltre il quale si trovano altre vecchie baite.
La traccia in questo punto si perde un pochino, ma con l’aiuto delle tacche la ritroviamo più in alto. Ora il sentiero diventa più evidente. Deviando a destra poco più avanti (tacche bianco/rosse), proseguiamo su un lungo falsopiano erboso disseminato qua e là da qualche masso.

Omini e tacche sul percorso © Elio Dutto
Il sentiero, divenuto ora molto evidente, si allunga verso nord su chiazze di neve marmorea sempre più insistenti che ci obbligano a calzare i ramponi.

Verso quota 1900 metri incontriamo la prima neve © Elio Dutto

Prima di un traverso © Giuseppe Basso
Tagliando pendii scoscesi, con una curva a sinistra andiamo a superare due avvallamenti incisi dai rii Ratisin e Cugn.

Alcune pendici appena attraversate © Elio Dutto
Un breve tratto roccioso seguito da un ritorno a destra ci proietta verso uno spallone innevato che prosegue fino in cresta (2.328 m), lasciando il passo delle Porte (2.262 m) spostato più a est.

Salendo verso la cresta © Elio Dutto

Arrivo in cresta © Elio Dutto
Oltre la cresta i pendii scendono molto ripidi nella valle Pellice. È molto bello da qui il panorama sulla pianura con la Rocca di Cavour che tenta di emergere dallo smog e sul vicino Briccas (2.426 m).
Svoltando con decisione a sinistra iniziamo ora un lungo tratto che percorre la cresta divisoria tra la valle Po e la valle Pellice scavalcando dossi rocciosi.

Alla ricerca di un passaggio © Giuseppe Basso

Tra neve e massi © Giuseppe Basso
Giunti alla quota 2.550 inizia la parte più scoscesa dell’escursione che risale le pendici del monte.

Verso l’alto © Giuseppe Basso
La salita è ripida e impegnativa, a zig-zag sul manto nevoso. Al termine arriviamo sulla lunga cresta a metà strada tra la cima principale e l’anticima leggermente più bassa sormontata da un grande cippo in pietre.

Salendo il tratto più ripido © Giuseppe Basso

Beppe in salita © Elio Dutto
Ci dirigiamo subito alla croce principale (ce ne sono ben tre) e da lì ci incantiamo a osservare la meraviglia del paesaggio intorno a noi.

A metà tra l’anticima e la cima © Giuseppe Basso

Verso la croce principale © Elio Dutto

La vetta © Giuseppe Basso
Oltre al Monviso sono stupende le montagne che dalla valle Pellice si allungano fino alla Valle d’Aosta culminando con il Monte Rosa. Oggi siamo solo noi a goderci questo spettacolo.
Prima della discesa facciamo anche un salto sull’anticima, dove si ha una maggiore visuale verso la pianura.

La cresta che si allunga dalla parte opposta fino al cippo © Giuseppe Basso

Verso l’anticima © Giuseppe Basso
Più tardi riprendiamo la via del ritorno sulle orme dell’andata.

In discesa sul ripido pendio che si allunga fino a cima Ostanetta © Giuseppe Basso
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