Procediamo verso sud-est aggirando sulla destra il santuario della Madonna dei Boschi (614 m). Prima del termine del complesso svoltiamo a destra su una sterrata che si infila tra due case e sale in un bosco di castagni. Il fondo di foglie e ricci rende la corsa impegnativa, inoltre dobbiamo fare attenzione a non imboccare una delle numerose deviazioni laterali.

La corsa con questo fondo è impegnativa © Valerio Dutto
In questa prima fase consigliamo di camminare per scaldarci meglio: più avanti ci aspettano pendenze più corribili, ma dobbiamo ricordare che nonostante si chiami trail running anche gli esperti camminano. Per evitare di sudare troppo meglio togliere uno strato di abbigliamento appena sentiamo caldo.
Più in alto agganciamo una sterrata che arriva da valle. La seguiamo in salita verso sinistra sempre attraversando boschi fitti e cupi di castagni.

Tra boschi fitti e cupi di castagni © Valerio Dutto
Poco oltre ignoriamo due deviazioni a sinistra verso i tetti Gigutin sottani e, con un lungo percorso, dopo una coppia di tornanti arriviamo in prossimità dei tetti Gigutin soprani (873 m), ben nascosti tra gli alberi appena più in basso.
Seguiamo la sterrata principale che procede con pendenze sempre più sostenute che in alcuni tratti ci costringono a rallentare. Intorno ai mille metri di quota la stradina si restringe e il bosco diventa misto a prevalenza di betulle.
Raggiunto un crocevia proseguiamo dritto (direzione sud-est) e dopo meno di duecento metri quasi in piano arriviamo a un punto panoramico da cui decollano i parapendii (1.080 m), spettacolare balcone panoramico sulla pianura e la bassa valle Colla.

Arrivo al decollo dei parapendii di Rosbella © Valerio Dutto

Mentre io scatto qualche foto Gabriele ne approfitta per legarsi le scarpe © Valerio Dutto
Adesso ci aspetta una discesa, poi si riprenderà a salire. Consigliamo di affrontare la discesa senza fretta per non arrivare affaticati all’inizio della prossima salita.
Proseguiamo sulla stradina che scende con decisione per confluire poco più in basso sulla strada asfaltata che conduce al prato del Soglio.

Breve ma ripida discesa verso la strada asfaltata © Valerio Dutto
Il tracciato del Bisalta Trail, al posto che procedere direttamente verso quest’ultimo, scende verso sinistra per un chilometro verso Rosbella, permettendoci di rifiatare.

In discesa su asfalto verso Rosbella © Valerio Dutto

In discesa su asfalto verso Rosbella © Valerio Dutto
Svoltando a destra entriamo tra le case della bella frazione. Ne approfittiamo per fare una pausa alla fontana davanti alla chiesa. Oltre a idratarci consigliamo anche di mangiare qualcosa.

Pausa alla fontana di Rosbella © Valerio Dutto

Allacciamo ancora per bene le scarpe © Valerio Dutto
Riprendiamo la corsa proseguendo tra le case.

Tra le case di Rosbella © Valerio Dutto
Al fondo pieghiamo a gomito verso sinistra passando ai piedi di una casa ben ristrutturata (altra fontana). Superato un antico forno la strada si restringe a mulattiera inizialmente pianeggiante.
Dopo una curva le pendenze si fanno più sostenute e con una ripida salita raggiungiamo i tetti Chel (1.021 m).

Arrivo ai tetti Chel © Valerio Dutto
Ignoriamo una deviazione a destra e proseguiamo dritto sulla stradina inerbita che piega verso sinistra dirigendosi verso i vicini tetti Lisot (1.030 m).

Arrivo ai tetti Lisot © Valerio Dutto
Superata una prima casa isolata, prima di raggiungere le altre svoltiamo a destra imboccando un sentiero che sale ripidissimo costringendoci a camminare.

Sul ripidissimo sentiero © Valerio Dutto
Questo tratto è molto scivoloso: consigliamo scarpe da sterrato non troppo usurate.
Le pendenze sono proibitive, ma presto agganciamo una sterrata, punto di separazione tra il percorso lungo (diretto verso sinistra) e quello corto (destra).

Il punto di separazione tra il percorso lungo e quello corto © Valerio Dutto
Noi giriamo in quest’ultima direzione e dopo un centinaio di metri, a un bivio, proseguiamo sempre dritto entrando nei tetti Prato del Soglio (1.096 m), dove il fondo diventa asfaltato.
Seguendo in lieve salita la stradina di accesso alla borgata raggiungiamo un crocevia alla base del prato del Soglio. Abbandonata la strada asfaltata che scende verso destra e trascurata una sterrata a sinistra imbocchiamo dalla parte opposta una pista forestale che prosegue verso nord. Arrivati ai piedi di una baita isolata la aggiriamo confluendo sul bellissimo prato del Soglio, eccellente punto panoramico verso la Bisalta.
Piegando verso destra raggiungiamo una piccola baita isolata in pietra e legno, punto più alto dell’itinerario (1.128 m), dove ci ricongiungiamo con il percorso lungo. Qui si aprono ampie visuali che dalle Alpi Marittime spaziano fino al Monviso.

Il prato del Soglio © Valerio Dutto
Confluiti su una sterrata la seguiamo verso destra su tratti inizialmente ripidi e dal fondo rovinato. Passiamo tra i ruderi dei tetti Chiri (1.069 m) e più in basso, ignorando tutte le deviazioni laterali (attenzione perché non sono presenti indicazioni), scendiamo al colletto del Moro (940 m), dove convergono le strade che da Robilante e da Boves salgono al Malandrè. Sullo spiazzo è collocato l’omonimo pilone, restaurato nel 1980, che ricorda le invasioni dei saraceni provenienti dal nizzardo.
Imbocchiamo sul suo fianco destro una sterrata che sale per qualche metro per poi proseguire con tranquilli saliscendi fino al colletto Ramonda (965 m), nei pressi dell’omonima borgata.

Verso il colletto Ramonda © Valerio Dutto
Ignorando una deviazione a destra e una a sinistra proseguiamo verso nord-ovest su comoda sterrata in leggera salita che più avanti si infila in una fittissima pineta.
Giunti a un crocevia di sentieri proseguiamo su quello che sale dritto sul ripido costone. La pendenza ci costringe a camminare, ma in breve arriviamo al pilone della Battaglia (981 m), teatro di scontri avvenuti nel lontano passato contro i saraceni e luogo della battaglia di Roccavione tra il marchesato di Saluzzo e gli Angioini di Francia. La visuale purtroppo è ostruita dalla vegetazione, ma poco oltre si apre verso Cuneo e il Monviso che spunta a lato del Bric Berciassa.
Ora ci aspetta una lunga discesa, per questo consigliamo di indossare uno strato aggiuntivo.
Proseguiamo sul crinale per poi piegare verso nord scendendo su un pendio erboso.
La discesa è molto ripida: soprattutto se coperta da foglie o neve consigliamo di andare a zig zag per contenere la velocità e ridurre l’impegno muscolare.
Alla base svoltiamo a destra, compiamo un breve mezzacosta per poi svoltare a sinistra prima di una baita scendendo al Trüc du pilun, un’area con panchine e piloncino.
Pieghiamo verso destra aggirando una segheria. Proprio di fronte, scendendo qualche decina di metri, si trova la fontana del Bandito. La leggenda vuole che un brigante, nella prima metà dell’Ottocento, dopo essere stato avvelenato si rifugiò qua e guarì semplicemente bevendo l’acqua di questa sorgente.
Ignorando ogni diramazione procediamo per un paio di chilometri sulla sterrata.

Discesa sulla sterrata © Valerio Dutto
Giunti a un nuovo crocevia proseguiamo in piano dritto davanti a noi. Dopo una curva inizia la ripida discesa detta muntà ‘d l’asu.

La muntà ‘d l’asu © Valerio Dutto
Più in basso ci ricongiungiamo alla strada asfaltata del Pasturone.
Dopo una ventina di metri, nei pressi di un palo elettrico, svoltiamo nel bosco a destra scendendo nel vallone Ariou. Una settantina di metri dopo, uno splendido sentiero pianeggiante verso sinistra ci porta tra boschi molto curati sulle colline di Costalunga.
Più avanti, dopo una breve risalita, il sentiero diventa una sterrata che passa tra le vigne con splendidi panorami verso la Bisalta e le colline che digradano a sud verso la frazione Cerati. Su un casolare è conservato un affresco della Madonna completato il 22 marzo 1861, negli stessi giorni in cui veniva proclamata l’Unità d’Italia.

Il casolare con l’affresco datato 22 marzo 1861 © Valerio Dutto
Giunti a una nuova confluenza di stradine imbocchiamo quella in discesa, via Costalunga, e con un tratto veloce e divertente arriviamo su una stradina asfaltata.

Tornante in via Costalunga © Valerio Dutto

Ancora via Costalunga © Valerio Dutto
La seguiamo verso sinistra per scendere in breve su via Cerati.
Per evitare l’asfalto attraversiamo il ponte verso la casa gialla e prendiamo a destra il sentiero dalla parte opposta del canale. Giunti su via Monviso la seguiamo verso sinistra e svoltiamo ancora a sinistra alla prima biforcazione. Poco più avanti imbocchiamo a destra via Gigutin soprani, ultima salita della giornata.
Superiamo alcune abitazioni e costeggiamo una radura, ottimo punto panoramico su Boves. Prima di un ripetitore svoltiamo a sinistra sul grande prato inizialmente pianeggiante.

La radura, ottimo punto panoramico su Boves © Cuneotrekking
Quando questo inizia a scendere svoltiamo a destra su un sentiero che taglia un fitto bosco a monte della cascina Marquet.
Percorrendo un vialetto tra campi da tennis arriviamo su via Roncaia: non ci resta che seguirla verso destra e con un ultimo sforzo arrivare al santuario della Madonna dei Boschi dove chiudiamo stanchi ma soddisfatti questo anello.
Puoi essere il primo a scrivere un commento.