Dall’anfiteatro della bella piazza Nuto Revelli ci spostiamo verso ovest imboccando via Nicolai. Attraversata la provinciale che risale il vallone dell’Arma procediamo su via Peano. Cento metri dopo la scuola, a un trivio, prendiamo la stradina che sale (via Viribianco).
Quando questa inizia a scendere, in una curva, la abbandoniamo per una comoda mulattiera che si stacca a destra. Ci troviamo a percorrere un breve tratto del Cammino di sant’Anna, un itinerario che da Cuneo conduce al santuario di sant’Anna di Vinadio.
Trecento metri dopo teniamo la sinistra a un bivio. Più avanti abbandoniamo la mulattiera principale per un sentiero che si stacca a sinistra invertendo direzione.

Sul sentiero che inverte la direzione © Valerio Dutto
Ci aspetta una breve ma ripida salita, poi, dopo una curva dalla quale si aprono ottimi panorami sul fondovalle, ci infiliamo in una conca appartata raggiungendo le case Lausè (945 m).

Nella conca appartata verso le le case Lausè © Valerio Dutto
Le aggiriamo da destra e proseguiamo sulla stradina di accesso, inizialmente sterrata poi asfaltata. Dopo poco la abbandoniamo per una ripida mulattiera che si stacca a destra.
Passiamo a monte di una baita in legno di nuova costruzione situata in ottima posizione panoramica (1.006 m) e riagganciamo la stradina asfaltata nei pressi di un colletto (pilone).

Sulla stradina asfaltata nei pressi del colletto © Valerio Dutto
La seguiamo verso destra in leggera discesa facendo quasi subito una breve deviazione a destra per raggiungere il poggio del santuario della Madonna del pino (possibile scorciatoia su sentiero), affacciato in magnifica posizione sulla conca di Demonte (fontana e tavoli da picnic).

Arrivo al santuario della Madonna del pino © Valerio Dutto

Il santuario della Madonna del pino © Valerio Dutto
All’indietro si aprono ottime viste sulla dorsale delle punte Chiavardine.
Tornati sulla stradina asfaltata svoltiamo a destra raggiungendo la località Fedio Saret (997 m), con alcune baite ben ristrutturate. Sempre in discesa su asfalto al bivio proseguiamo dritto entrando tra le case di Fedio Maisso (990 m), dove il fondo diventa sterrato. Con un veloce traverso scendiamo sulla provinciale del vallone dell’Arma.

Sul traverso © Valerio Dutto

Sbuffo di neve farinosa © Valerio Dutto
La seguiamo per un breve tratto verso sinistra, poi al primo bivio la abbandoniamo per svoltare su una strada che scende verso destra. Superato il torrente Cant svoltiamo a sinistra prima della centrale idroelettrica e, dopo poche decine di metri, ancora a sinistra su una stretta stradina che sale con decisione.
Oltrepassata la condotta forzata il fondo diventa sterrato. In una curva svoltiamo a destra su una bella mulattiera compiendo un interessante traverso pianeggiante che taglia un versante scosceso infilandosi nell’incassato vallone Monfieis.
A un bivio (1.038 m) scendiamo a destra un breve tratto ripido fino a superare su rocce e massi il rio (l’attraversamento richiede un po’ di cautela). Passati sull’altro versante invertiamo direzione (sud), perdiamo qualche metro per poi tornare a salire tagliando le ripide pendici del monte Ruera di san Pons.
Superate le baite della borgata Salerina proseguiamo sulla stradina asfaltata di accesso che con dolci saliscendi oltrepassa anche la borgata Vanet. A un tornante abbandoniamo la strada per una mulattiera che si stacca a sinistra.
Con un semicerchio attraversiamo una radura per infilarci in una comba scoscesa e appartata. Superato il rio Garof torniamo a salire con decisione fino ad agganciare, nei pressi delle case Ronvello, la strada asfaltata diretta verso il colle dell’Ortiga. Sul versante opposto della conca sospesa riconosciamo l’omonima cappella.

La cappella della madonna del Ronvello © Valerio Dutto
Proseguiamo per un chilometro sulla bella e comoda strada, poi a una curva la abbandoniamo per svoltare a destra nei pressi di una baita malandata (punto più alto del percorso). Seguiamo la sterrata inizialmente in discesa che supera un rio per poi tornare a salire passando ai margini di una pineta fino a Gipiera, antica borgata ormai in rovina, dove la strada termina.

Verso la borgata Gipiera © Valerio Dutto
Proseguiamo sulla mulattiera che scende sul fianco di un vallone laterale in un tratto particolarmente affascinante.

Sulla mulattiera che scende dopo Gipiera © Valerio Dutto

Sulla mulattiera che scende dopo Gipiera © Valerio Dutto

Sulla mulattiera che scende dopo Gipiera © Valerio Dutto
Dopo alcune curve raggiungiamo la deviazione per la cascata (palina).
Scendiamo a destra giungendo quasi subito a un ottimo punto panoramico.

Arrivo al punto panoramico © Valerio Dutto

Gabriele indica il monte Saben e la cima Pissousa © Valerio Dutto
Poi perdiamo alcune decine di metri di dislivello passando tra i ginepri alla base di una falesia strapiombante. Al fondo, superata una grotta, arriviamo all’inaspettata cascata Pisciai. Anche se d’inverno il suo getto è ridotto è un posto veramente incantevole. Passiamo sotto alla balma dalla quale sgorga e con attenzione scendiamo al laghetto sottostante dal quale possiamo godere degli scorci migliori.

La spettacolare cascata Pisciai © Valerio Dutto
Tornati sui nostri passi al bivio riprendiamo la discesa sul sentiero, recentemente ripristinato e marcato con le classiche tacche bianche rosse, che scende con decisione (attenzione a qualche tratto tecnico dal fondo smosso). Ignorando tutte le deviazioni laterali confluiamo sulla strada asfaltata che unisce Cornaletto sottano con Cornaletto soprano.
Svoltando a destra percorriamo in leggera salita un rettilineo in direzione di quest’ultimo. A un bivio lasciamo a destra Cornaletto soprano e dopo altri ottocento metri teniamo ancora la sinistra.

Sulla strada dopo Cornaletto soprano © Valerio Dutto

Sulla strada dopo Cornaletto soprano © Valerio Dutto
Con un ampio semicerchio scendiamo fino a superare il torrente Cant. Non ci resta che svoltare a destra e poi risalire una rampetta a sinistra che ci porta al parcheggio sterrato appena a valle di piazza Nuto Revelli, dove chiudiamo questo bellissimo itinerario.
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